L'editoriale del 22/1/2012
domenica 22 gennaio 2012 - 21:41
di Massimo Barbero
Povero San Gaudenzio…stavolta l’abbiamo evocato per un’impresa davvero improba… Non bastavano Ibra e Robinho al cospetto di un Novara decimato… Ci si è messo anche De Marco (ed i suoi assistenti) a rendere oltremodo impari la sfida… Ho provato grande malinconia nell’attraversare il prato del “Piola” verso le 19… palle di carta e bottigliette di plastica vuote nei pressi della panchina di Allegri… rappresentavano l’emblema della nostra, impotente, delusione di fronte a qualcosa di troppo più grande di noi… Oggi il Novara ha dato il massimo di quello che poteva dare un Novara senza 4 centrali tutti assieme… e con un centrocampo ai minimi termini per l’assenza di Radovanovic, i problemi fisici di Marianini e la forma anche approssimativa di Jensen… La vera preoccupazione in chiave futura è data dal fatto che siamo riusciti a creare comunque troppo poco in attacco (due opportunità con Caracciolo, di cui una vanificata da un avversario inesistente) pur al cospetto di un avversario di livello assoluto. Credo che in queste ore stia scadendo il termine ultimo per pensare ad un cambio di allenatore. Non avrebbe senso operarlo a mercato chiuso o, comunque, prima o dopo le due partite ravvicinate contro Chievo e Cagliari che rappresentano l’ultimo atollo del nostro campionato. A salvezza impossibile non avrebbe alcun senso gravare Tesser dell’amarezza di un allontanamento che non merita sia dal punto di vista umano che da quello tecnico. Ed un Novara fedele al proprio condottiero rappresenterebbe davvero una mosca bianca (in senso positivo, ovviamente) in questo calcio schizzofrenico in cui un allenatore viene messo in discussione dopo due-tre partite. Detto questo, vado oltre, magari in controtendenza, sull’abbrivio di un’idea lanciata qualche mese fa da Marco Foti. Nel momento più buio squadra e società hanno ribadito con i fatti di essere dalla parte del mister. Ed allora è il momento di fare qualcosa di più. Di affidare a Tesser già sin d’ora le chiavi del Novara 2012-13, quello che dovrà restituirci la passione per le domeniche (o sabati…) allo stadio dopo le estreme sofferenze di questa stagione. Dobbiamo ripartire con delle certezze e Tesser, dopo due campionati vinti, certamente lo è. Ha plasmato una squadra che tutta Italia ci invidiava per il suo gioco a memoria. Ed un gruppo che ha sempre tirato fuori il meglio di sé nei momenti difficili. Ora che l’incantesimo pare essersi rotto… il motto non può che essere: “Attilio, riprovaci”. Dobbiamo credere nella salvezza finchè i numeri non ci sbarreranno la strada. Ma questo girone di ritorno può essere anche l’occasione per cominciare ad allestire un altro Novara che abbia l’equilibrio e le qualità morali del precedente, ancora sotto la guida del Comandante e del suo staff. Chi non se la sentisse ha ancora dieci giorni di tempo per accomodarsi altrove… Faccio un grosso in bocca al lupo a “Charlie” Ludi che domani va sotto i ferri. Mercoledì a San Siro nei suoi occhi ho letto tutto il dispiacere di chi si è guadagnatola Acon le proprie forze ed ha visto la grande occasione della carriera compromessa da un immeritato colpo di coda della buona sorte. Ecco, a me basta ritrovare un Novara che abbia i valori umani del Novara costruito su ragazzi come Ludi, Evola, Centurioni, Porcari, Rubino, etc. Un Novara che ho sempre difeso anche quando si soffriva in Lega Pro perché mi trasmetteva l’idea di un Novara fatto di persone serie, con le quali, prima o poi, sarebbe stato possibile spiccare il volo. Chiudo con un argomento più “leggero”… Francamente non capisco l’atteggiamento di dileggio con cui i tifosi, spesso novaresi, delle “strisciate” (Inter, Juve e Milan, per intenderci) ci accolgono in ogni confronto… Forse vogliono un campionato con sole tre partecipanti… (magari con l’aggiunta di Lazio, Roma e Napoli, tanto per aggiungere un po’ di campanile…) Le altre non disturbassero trasmissioni monotematiche… dedicate a Tevez o ai dolori (o piaceri) del giovane Pato… Ed invece dopo aver conosciuto il mondo delle serie A sono sempre più orgoglioso di tifare Novara. Di sostenere una squadra ultracentenaria che ho visto impantanata per vent’anni in C2, che ho seguito con la stessa passione (e gli stessi patimenti…) da Moncalieri allo “Juventus Stadium” E che un giorno si è messa a scalare le categorie, contando solo sulle proprie forze. Grazie ad un’organizzazione societaria di primo piano ed un progetto tecnico ancora più funzionale. Non importa se il Novara non è sempre la più bella del reame… e qualche volta persino la più brutta… resta sempre la mia squadra e la seguirò ovunque e comunque… anche in stadi in cui gli juvemilaniteristi occasionali (o, peggio, da salotto) non andrebbero nemmeno per un’amichevole… Anche alla fine dell’ennesima domenica di grande sofferenza non smetto di gridare… Forza Novara sempre! |