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’Ndua ’nduma... Pescara
giovedì 19 maggio 2011 - 13:52
di Luca Armilli
Questa rubrica è stata ideata e creata a stagione già in corso. Risulta quindi ovvio che non tutte le squadre avversarie e le rispettive città siano state oggetto di un articolo della stessa. Nel caso in cui il Novara, ai play-off, incontrasse una delle squadre già “trattate” nel relativo articolo “Ndua ‘nduma”, questo potrebbe essere l’ultimo di questa straordinaria stagione. Un ringraziamento quindi alla redazione di forzanovara.net per la fiducia accordatami e a tutti coloro che l’hanno sempre seguita, ricordandosi che la trasferta non è solo una semplice partita di calcio, ma qualcosa da vivere molto più intensamente !!!
Forza Novara, forza supporter azzurri !!!
La squadra: Il Pescara Calcio, a differenza di tanti altri club del girone, è piuttosto giovane: la sua ufficializzazione, infatti, risale soltanto al 1936. Il palmares della giovane società abruzzese fu subito abbastanza trionfale, tanto che nel 1941 i pescaresi poterono già assaporare la serie cadetta. Dopo la breve esperienza di tre stagioni in serie B, il Pescara iniziò un susseguirsi di campionati in serie C, fino a ritrovare la promozione nella stagione 1982-83. Gli anni di vero orgoglio cittadino, però, furono i cinque campionati di serie A, disputati tra la fine degli anni ‘70 e gli inizi degli anni ‘90. I colori della casacca sono biancoazzurri, mentre in trasferta la divisa utilizzata è di colore giallo. Nella totalità della sua storia, il Pescara ha trascorso la maggior parte dei suoi campionati in serie B, disputandone ben 32 e confermandosi una squadra di categoria, assolutamente da non sottovalutare.
La città: Pescara ha origini antichissime. Il primo villaggio venne fondato sulle rive di un fiume che all’epoca veniva chiamato “Vicus Aterni”; da qui il nome che i romani attribuivano a questa zona, Ostia Aterni, ovvero la foce del fiume sopra citato. Al tempo delle prime invasioni barbariche venne distrutta prima dagli Ostrogoti, poi dai Longobardi. Soltanto nel Medioevo risorse, chiamandosi Piscaria, nuova denominazione del fiume che aveva già influenzato il nome della comunità delle ere precedenti. Dopo una serie di dominazioni, come quella degli aragonesi o dei francesi, si incorporò nel giovane stato italiano, conoscendo un sostanziale aumento abitativo tra gli ultimi anni del 1800 ed inizio ‘900. Il cuore cittadino è “Piazza Rinascita”, chiamata comunemente “Piazza Salotto”. Al centro di essa è presente una statua di un elefante, disegnato da Vincenzo Michetti. Attualmente conta più di 123.000 abitanti, è il capoluogo dell’Abruzzo ed attira numerosi turisti ogni anno.
Lo stadio: Le prime partite i biancoazzurri le giocarono nello “spiazzo”, un'area ora riservata a giardini comunali e a un museo di arte moderna. Un altro campo storico cittadino rimarrà il “Rampigna”, tuttora usato per le categorie inferiori. Raggiunse perfino la capienza di 12.000 spettatori e ci giocò persino la Nazionale italiana in un'amichevole contro l’Egitto. L’attuale stadio del Pescara, l’ “Adriatico”, venne inaugurato nel 1955 con un'amichevole contro il Como. La capienza totale della struttura arriva a 40.000 unità. Venne ridotta nel 1985 dopo la tragedia dell’Heysel, che cambiò radicalmente le normative di sicurezza degli stadi Europei. Attualmente la sua capacità totale è di 24.400 posti a sedere.
I piatti tipici: Essendo posto di mare, ovviamente, la cucina è legata alla pesca e ai sapori dell’Adriatico. Famoso un tipico “brodetto di pesce”, formato da una diversa varietà di pesci diversi. Come primi piatti si consiglia il Timballo di Crespelle, un’ottima prelibatezza locale o la pasta più classica dell’Abruzzo, i “maccheroni alla chitarra”. Per accompagnare tutti questi piatti non avremo certo problemi: questa, infatti, è la terra di vini come il famoso Montepulciano d’Abruzzo ed il Trebbiano. Se poi non si deve guidare e quindi, oltre alla propria sicurezza, non si rischia di giocarsi la patente, un bicchiere di Aurum (prodotto con acquavite e scorze di arancia), renderà sicuramente unica l’esperienza in terra Abruzzese.
La tifoseria: Il primo Club di tifo organizzato nacque nei primi anni ‘70, gli storici “Fedelissimi”. Un nome che, per chi ha seguito tutta la stagione questa rubrica, non suonerà certo nuovo. Sono tantissime infatti le tifoserie che nei primi anni di vita si riconoscevano sotto questo nome. La “costola” più giovane del gruppo, sempre supportati comunque dal club, si staccò e creò i “Ranger 1976”. Inizialmente il gruppo si posizionava in tribuna, vicino al resto dei fedelissimi. Il “punto di non ritorno” avvenne con la rottura con il resto del club, decidendo di posizionarsi nella parte alta del settore, in modo da diffondere il tifo in tutto lo stadio. Il trasferimento in Curva Sud avvenne dopo la trionfale promozione in serie A, mentre i “Fedelissimi” presenziavano nella curva opposta, la Nord. Il ritorno in serie B modifico per l’ennesima volta la geografia dei gruppi. I “Ranger” decisero di compattarsi con i “Fedelissimi” ed entrambi gestirono l’attuale Curva Sud, creando un assetto che rimarrà tale per molti anni. L’annata 1986/87 rimarrà nella storia per quanto riguarda la curva pescarese: nacquero gruppi destinati a far la storia della tifoseria abruzzese come i “Cherokee” ed i “Bad Boys“, provenienti dal quartiere popolare di “Rancitelli”. Per moltissimi, questi, furono gli anni migliori della curva. A metà degli anni ‘90 la curva pescarese non era più riconoscibile in quella di una volta, era frastagliata e non c’era collaborazione tra i gruppi. La svolta avvenne nel 1998, quando, con un gesto clamoroso che nessuno si sarebbe mai aspettato, tutti i gruppi entrarono a far parte dei “Ranger”, creandone uno solo ma solido e molto organizzato. Soltanto i “Bad Boys” rimasero autonomi, fino al 2004, quando pure loro si sciolsero, lasciando l’intera curva in mano ai “Ranger”, che nel 2006 prenderà il nome di un famoso leader del gruppo da poco deceduto, Marco Mazza, per tutti, “Bubu”. Rivalità molto sentita con la Curva Sud di Roma: quest'Estate si sono verificati pesanti scontri tra le due tifoserie. Stesso discorso per i loro cugini laziali e con le tifoserie di Sambenedettese, Bari, Ascoli e Napoli. Gemellaggio storico con vicentini e messinesi.
Luca Armilli
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