L'editoriale Azzurro
sabato 04 settembre 2021 - 19:45
di Massimo Barbero
Finalmente vediamo la luce in fondo al tunnel nero nel quale ci siamo infilati ai primi di luglio… Finalmente si torna a parlare di campo e di rosa da formare. E’ una piccola-grande gioia dopo tanto penare, ma non s’illuda il presidente Ferranti, non è vero che adesso comincia la parte più facile, tutt’altro. Sarà dura, durissima, come lo è sempre stata sui campi di quarta serie. Lo era persino quando Armani ci comprava i migliori giocatori in circolazione figuriamoci quando non potevamo disporre di mezzi superiori alla media. Quest’anno lo sarà ancora di più perché rischiamo di pagare lo scotto del noviziato contro avversari che si segneranno sul calendario la data del doppio confronto contro una squadra che dieci anni fa guardavano in televisione.
Sono molto realista e so che sarà terribilmente difficile costruire una rosa competitiva in pochi giorni. Per cui prendo questo campionato come una sorta di stagione di ambientamento in attesa di sferrare un assalto più convinto a quella serie C che rappresenta l’obiettivo minimo per la società azzurra.
Gran parte del lavoro e delle aspettative ora poggia sulle spalle del ds Di Bari e del tecnico da lui prescelto (Marchionni). Sono loro che devono tradurre la voglia di vincere del presidente Ferranti in un progetto tecnico adeguato ai mezzi che hanno a disposizione.
La differenza, in positivo o in negativo, la faranno gli under che da obbligo regolamentare possono diventare dei punti di forza se sapremo scegliere bene (su una base comunque ridotta dal fatto di essere chiamati a scegliere per ultimi). Ricordo quando in C2 c’era l’obbligo di schierare almeno un giocatore nato dopo il 1 gennaio 1979. Gozio fu bravissimo nell’andare a scovare Gissi, un regista di talento e personalità che a dispetto della carta d’identità (è un 1980) avrebbe giocato titolare anche se non ci fosse stato un regolamento ad imporlo.
Marchionni era un esterno di qualità che per qualche tempo nella Juve aveva rappresentato l’alternativa più naturale a Camoranesi (con Ranieri i due hanno giocato assieme nel 4-4-2 del tecnico romano). Il suo Foggia applicava invece il 3-5-2 che dovrebbe essere lo schema prescelto anche nel Novara. Bergamelli è un giocare adatto a giocare nella posizione di centrosinistra nella difesa a tre che dovremmo adottare nel prossimo campionato. C’è grande curiosità per quello che riuscirà a combinare Pereira, un talento che nelle giovanili azzurre ha mostrato solo a tratti le proprie qualità. In questo senso sarà molto importante la vicinanza di Pablo che ha il carisma ed i trascorsi per essere un punto di riferimento per i compagni più giovani, specialmente per quelli del reparto offensivo.
Con il varo della campagna abbonamenti la società ha lanciato un messaggio ben preciso al popolo azzurro: “Abbiamo bisogno di voi, venite a seguirci il più possibile”. Il grande sforzo non sarà quello di andare a tirar fuori 10 euro (il costo di un paio di birre) per sottoscrivere la tessera di curva. Il grande messaggio d’amore dovrà essere quello di usare quella tessera il più possibile. Nello scegliere la via dello stadio anche per un Novara-Fossano da giocare a metà dicembre con i regali di Natale da comprare e con una classifica (facciamo gli scongiuri) non esaltante. Questo Novara che sta nascendo ha tanto bisogno del calore dei propri tifosi. Abbiamo bisogno di numeri sugli spalti da categoria superiore per far sentire un po’ di pressione agli avversari che calcheranno per la prima volta il sintetico del “Piola”.
Attendiamo con curiosità di conoscere i nomi della squadra che dovrà essere assemblata nei prossimi giorni dal ds Di Bari. Dal peso e dall’esperienza degli “over” capiremo se si punta ad un campionato di mera sopravvivenza o se l’obiettivo sbandierato dal presidente di un’immediata risalita può dirsi alla portata di una squadra destinata ad un girone d’andata di pura sofferenza per l’impossibilità di completare una vera e propria preparazione.
Ho apprezzato la scelta di non fare proclami nel corso della presentazione. Gli occhi di Ferranti brillavano di un entusiasmo che deve appartenere a chiunque operi nel mondo del calcio, ma il nuovo proprietario del Novara ha avuto la pazienza di non lasciarsi andare a slogan che rischiano di ritorcersi contro chi li ha pronunciati quando le cose non vanno come ci si aspetta. Sarà il campo a dirci quanto vale questo Novara. A noi non resta che sperare per il meglio. E tifare nonappena si riapriranno le porte del “Piola”… Forza Novara sempre!!!
Massimo Barbero
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