Alberti: “Non riusciamo ad avere continuità…”
venerdì 19 dicembre 2025 - 10:23
L’attaccante del Novara ha parlato ieri ad “Azzurri in Radio”
E’ stata una settimana di controlli medici e comprensibile preoccupazione per Thomas Alberti dopo il problema al ginocchio che l’ha costretto ad uscire all’intervallo a Cittadella, sul 2-0 per noi: “Li per lì ho temuto fosse una cosa grave – ha rivelato ieri ad “Azzurri in Radio” – ora per fortuna le cose vanno meglio perchè il dolore è diminuito. Sto aspettando il risultato degli ultimi esami. Resta ovviamente il dispiacere per essere dovuto uscire nel bel mezzo di una partita importante”.
E’ solo l’ennesimo capitolo di un girone d’andata complessivamente poco fortunato, cominciato sin dall’esordio in campionato con l’Inter con gli infortuni di Basso e Khailoti: “Purtroppo non riusciamo ad avere continuità. Né a livello personale che di squadra. Sin dall’inizio ci sono stati tanti problemi, sempre in concentrati in ruoli specifici: difesa, centrocampo ed ora attacco. Ne parliamo spesso negli spogliatoi. Vorremmo che le cose cambiassero nel girone di ritorno per cominciare davvero un altro campionato...”.
Gli stop condizionano inevitabilmente il rendimento di ogni calciatore. E’ successo anche a Thomas dopo un ottimo inizio: “Al rientro mi sono accorto di essere ad un passo indietro a livello di condizione. E’ stato complicato rimettermi al passo... Il voto al mio girone d’andata? Mi darei un 6 o un 6,5, non di più. Due gol sono pochi per un attaccante…”.
L’uscita del punto di riferimento avanzato ha condizionato il secondo tempo della squadra al “Tombolato”, quasi quanto l’inferiorità numerica: “Dopo essere stati rimontati dal 2-0 avremmo anche potuto perderla. Per fortuna siamo rimasti lucidi e siamo riusciti a difendere un punto importante. Ovviamente c’è un po’ di rabbia perché la stavamo giocando talmente bene… Da fuori ero straconvinto che l’avremmo portata a casa, anche in dieci. Per fortuna dopo le due sberle siamo stati bravi a reagire, i due gol presi nel giro di due minuti ci hanno suonato la sveglia… In undici contro undici, probabilmente, gli avremmo segnato anche il terzo. Era stata una grande prova, in particolare dei centrocampisti, vedevo tutti i compagni sempre sul pezzo e loro in difficoltà, raramente pericolosi”.
Era stato un pomeriggio felice per Alberti che aveva ritrovato il gol che gli mancava dal 7 settembre: “Un attaccante viene inevitabilmente valutato per i gol che segna. I numeri sono troppo importanti, ma lo è altrettanto il lavoro per la squadra. Bisogna sempre stare sul pezzo. Per questo mi sarebbe piaciuto dare seguito alla bella prova di Cittadella”.
In Veneto si è confermato il trend stagionale della squadra azzurra, sempre molto competitiva proprio contro le avversarie più forti: “Le grandi ci danno una carica diversa, sin da inizio settimana, giusto o sbagliato che sia. Ovviamente dovremmo essere bravi con tutte. Tre sconfitte al passivo sono poche. Ma pesa non essere riusciti a vincere nemmeno le partite che si erano messe bene. Avremmo potuto conquistare quei 6-7 punti in più che oggi farebbero la differenza”.
Classe 1998, Thomas ha sempre sognato di fare l’attaccante: “Io tifo Juve. Il mio idolo da bambino era Del Piero. Crescendo ho imparato ad ammirare i gesti di Higuain ed Ibra. Il “Pipita” rappresenta l’ideale di numero 9, di quelli come piacciono a me. Ibra è completo da tutti i punti di vista, per caratteristiche tecniche, parole che dice, modo di porsi”. Nella sua già intensa carriera ci sono anche significative esperienze al Sud: “Di Pagani e di Andria ho solo bei ricordi. Ho trovato tifoserie calorose. E’ stato bellissimo anche vincere i play off a Pescara, ma obiettivamente lì non ho lasciato il segno. Certe esperienze ti formano, sotto tutti gli aspetti. Per un ragazzo di Asiago trasferirsi a Salerno potrebbe non essere una cosa semplice. Ed invece io mi sono innamorato del Sud. Ho visto posti bellissimi nei quali sicuramente tornerò”.
A proposito di tifo, quanto cambia tra giocare in uno stadio con le curve piene e vocianti o in un altro con poche centinaia di spettatori sugli spalti? “Come dal giorno alla notte! E’ sempre una bella esperienza giocare una partita con tanti tifosi. Anche il tifo contro finisce col caricarti. E quando ci si ritrova la domenica dopo con poca gente fuori è abbastanza brutto…”.
Tra le esperienze di un attaccante verso il top della propria carriera c’è stata anche quella di uno stop per infortunio, proprio quando aveva ricevuto la chiamata in B da parte del Modena: “Purtroppo l’anno passato sono stato fuori per tanto tempo. E’ stato brutto, ma non mi sono mai perso d’animo. Da lì per me è cominciato un nuovo inizio. Ho imparato a vivere ogni giorno al meglio, al di là di tutto”.
Cosa ne pensa Thomas della regola che incentiva in categoria l’impiego degli Under a dispetto di colleghi più esperti, come lo sono ormai quelli classe 1998: “Non credo sia una regola giusta. Se un ragazzo è bravo gioca comunque, non c’è bisogno di norme. Lo spazio dovrebbe toccare semplicemente ai più forti. Io ho vissuto un paio di stagioni in B. Ma so che il campionato di C è più complicato, è una lotta continua…”.
A proposito di compagni, come ti trovi con loro? “Ho scelto stavolta di vivere da solo. In altre stagioni avevo condiviso l’abitazione con dei compagni, ma a Novara non è stato così. Mi piace però trovarmi con loro, quasi ogni sera, per una cena o un aperitivo”. Un ultimo flash sul recente passato: perché Tabbiani non ti ha schierato nel ritorno dei play out Novara-Fiorenzuola quando c’era solo da recuperare e dopoche all’andata il tuo ingresso aveva scalfito a metà ripresa la tranquillità della pur solida difesa azzurra? “Pensavo anch’io di giocare dall’inizio in quella partita. Ovviamente ho sempre accettato le scelte del mister, ma quella l’ho vissuta con un po’ di rabbia. Ho sempre cercato di dare il massimo anche in un annata complicata”. Che Novara vedremo domenica contro l’Ospitaletto? Difesa a tre o a quattro? “Non posso aiutarvi perché finora non sono mai sceso in campo in settimana. Non conosco quindi le idee del mister. So bene però che ci aspetta una partita difficile, delicata, forse ancor più di quella di Cittadella, contro una squadra che domenica scorsa ha dimostrato di essere in forma. Non ci resta che stare concentrati ed uniti. Una vittoria ci farebbe passare le feste sereni e decisamente più felici”.
redazione forzanovara.net |