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Boseggia: “Mi reputo un ragazzo equilibrato…”
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Giovedì sera torna "Azzurri in Radio"
• con Elia Boseggia
Verso Alcione Milano-Novara
• match in programma domenica pomeriggio (h.14:30)
venerdì 14 novembre 2025 - 11:52
Il portiere del Novara ha parlato ieri ad “Azzurri in Radio”

E’ stata una settimana di lavoro carica di entusiasmo per un Novara reduce dal bel successo sul Lecco: “Abbiamo disputato una partita quasi perfetta – ha sottolineato nella consueta trasmissione di “Azzurra FM” il portiere Elia Boseggial’avevamo preparata bene nei giorni precedenti, pur sapendo di dover affrontare una squadra forte. Eravamo pronti a cogliere dei punti pesanti e ci siamo espressi bene sin dalla partenza”.

I rischi sono stati ridotti al minimo contro la seconda della classe. Un trend che prosegue sin dalla gara con la Triestina di inizio ottobre; da quel giorno la porta azzurra è rimasta inviolata in 4 occasioni su 6: “In realtà stiamo lavorando bene a livello difensivo sin dalla prima giornata, lo dicono le statistiche. E’ un opera che stiamo portando avanti a livello di squadra perché oggi ci si difende in undici. L’obiettivo è quello di non subire gol. O di prenderne il meno possibile”.

Il ds Federico Boveri in primavera ha puntato decisamente su Boseggia per sostituire l’esperto Minelli. Il suo acquisto è stato il primo ad essere ufficializzato, già ai primi di luglio: “Ho avvertito subito la fiducia dei dirigenti azzurri. Quando è arrivata la chiamata ai miei agenti la scelta per me è stata semplice. Avevo anche altre offerte, ma non potevo rifiutare la proposta di una società di questo calibro”.

La sua stella finora ha brillato in modo particolare nella notte di Brescia, una sfida nella quale ha compiuto una serie infinita di interventi decisivi. Si dice che le partite più facili per un portiere siano proprio quelle in cui viene “bombardato” di tiri: “Proprio facile non direi… Io però tendo a mettere un po’ tutte le gare sullo stesso livello di difficoltà. Sono equilibrato nelle analisi. Talvolta anche un passaggio indietro può nascondere un livello non semplice di pericolosità da interpretare…”.

In quell’occasione ha dovuto compiere anche una delle parate più difficili delle tre stagioni sin qui disputate tra i grandi: “E’ stata quella sul loro primo tiro verso la mia porta, su quel rasoterra improvviso. La metto al pari di una punizione sventata contro la Pro Patria nel mio primo anno in C”.

E dire che la sfida del “Rigamonti” cadeva soltanto quattro giorni dopo la delusione nel derby: “L’errore c’è stato, sono il primo a metterci la faccia. Ma so bene che l’unica strada per rifarsi è quella del lavoro e così ho ricominciato a lavorare sin dal giorno successivo, sapendo che il riscatto, prima o poi, sarebbe certamente arrivato. Ovviamente ero dispiaciuto per i nostri tifosi e per i famigliari che erano venuti a vedermi e che mi sono stati molto vicini nei giorni seguenti”.

La prima vittoria è maturata proprio contro l’Arzignano, la squadra che l’ha lanciato nel professionismo nelle due precedenti stagioni: “A mente fredda ho provato anche un po’ di amarezza nel battere i miei ex compagni. A caldo però c’era soltanto gioia per la nostra prima affermazione. La volevamo a tutti i costi ed è arrivata al termine di una prestazione non bella. Abbiamo tirato un gran sospiro di sollievo”.

Dal punto di vista umano Elia si descrive così: “Non mi reputo né timido né estroso. Mi ritengo un ragazzo equilibrato, sia nei momenti di gioia che in quelli di difficoltà. Nello spogliatoio so alzare la voce quando è il caso, ma anche mettermi in un angolino quando a parlare tocca a qualcun altro. Ho lavorato con tanti colleghi forti come Sorrentino, Semper e Montipò e caratterialmente mi rivedo un po’ in loro. Dei tre il solo Sorrentino è forse un po’più estroso”.

Nemmeno in partita il portiere azzurro si trasforma: “Sono un portiere che si fa sentire in campo, che guida la linea difensiva in maniera equilibrata. Grido quando serve, ma senza urla eccessive o incessanti”.

Sin da piccolo si è sempre immaginato portiere: “Lo era mio padre ed anche mio cugino, mi hanno inculcato questo ruolo che considero da sempre il più bello. L’ho tradito solo agli inizi per una stagione da difensore”.

A proposito di colleghi, come va la vita con gli altri portieri azzurri e con mister Pavesi? “Raffaelli, Rossetti ed Andreotti sono nuovi compagni per me. In questi mesi ho già conosciuto delle persone fantastiche in loro. Con Pavesi invece avevo già lavorato al Chievo, quando mi aveva portato in Primavera. Con noi c’era anche Caprile all’epoca.  La presenza di Pavesi al Novara è stato un fattore importante per farmi scegliere questa destinazione”.

L’Italia, da decenni, fatica a sfornare talenti. Eccezion fatta per i portieri tra cui c’è sempre abbondanza di profili interessanti: “I portieri italiani restano i più forti di Europa. Ne abbiamo almeno quattro a livelli top. Reputo Donnarumma il migliore al mondo. E’ completo, lo ritengo superiore a Chevallier (che ha preso il suo posto al Psg) anche nel gioco di piedi, che è fondamentale di questi tempi per il calcio che predicano quasi tutti gli allenatori. So che anche da Novara nelle ultime stagioni sono passati tanti estremi difensori che hanno militato o militano in A e B. Il mio ex compagno Montipò ovviamente, ma all’Hellas mi hanno parlato tanto anche di Garella che ha vinto anche là uno Scudetto. So che parava spesso con i piedi ed un po’ gli assomiglio”.

Purtroppo questa lontananza dai Mondiali da tempo immemorabile sta determinando un calo generazionale di interesse nei confronti del calcio, a favore di altri sport come ad esempio tennis e pallavolo: “Questa crisi a livello di passione l’avverto anch’io. Lo colgo da mio fratello più piccolo che non ha l’ossessione per questo sport che c’era un tempo. Questo porta ovviamente ad innamorarsi di altre discipline. Personalmente, senza togliere nulla agli altri e senza considerare che oggi è anche il mio lavoro, continuo però a ritenere il calcio lo sport più bello del mondo”.

I primi mesi nella nostra città sono stati sin qui decisamente sereni per Elia: “A Novara vivo da solo. Ho fatto questa scelta perché spesso viene a raggiungermi la mia ragazza. Mi trovo molto bene qui ed ovviamente ho già assaggiato paniscia e gorgonzola… Abbiamo una tifoseria calda, tra le più calde del nord, che si è fatta sentire anche domenica scorsa contro il Lecco. Ho scelto questa piazza proprio perché rappresenta un bacino d’utenza importante. Era quello che cercavo. Ed al Novara mi sento come in famiglia. Tutti, dal Direttore in giù, mi hanno accolto nel migliore dei modi. Sono convinto che ci toglieremo delle soddisfazioni”.

Il Novara non vince a Sesto San Giovanni da quando Elia… stava per compiere tre anni… Lui però ha una tradizione favorevole al “Breda”. Con l’Arzignano ha battuto sia Pro Sesto che Alcione, sempre senza incassare reti: “Ovviamente mi auguro di portare avanti questa striscia positiva. Sappiamo che giocheremo su un campo difficile, soprattutto per le condizioni del terreno, ma non vogliamo alibi. I punti di domenica scorsa hanno portato tanto entusiasmo negli spogliatoi”.

Cabala a parte, domenica avremo di fronte soprattutto un avversario decisamente attrezzato: “L’Alcione è una squadra organizzata, in fiducia. Ci attende una sfida molto complicata. Però noi arriviamo da una settimana svolta molto bene e, come facciamo dalla prima giornata, andremo là per vincere. Certo, i punti che hanno fatto finora loro parlano chiaro, non dobbiamo però né sottovalutarli, …”.

redazione forzanovara.net

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