L'editoriale Azzurro
domenica 09 giugno 2024 - 18:10
Il punto di Massimo Barbero del 9/06/2024
Nell’ormai lontano ottobre 2015 al rientro da una delle tante trasferte “perdenti” a Terni avevo azzardato un paragone tra l’inizio di Baroni al Novara (sul campo 5 punti nelle prime 6 partite) e quello di Sarri all’Empoli, confermato malgrado il misero di bottino (mi pare di ricordare) di 3 punti nelle prime 9 giornate. Quella sera Sarri sarebbe andato a vincere a San Siro, sponda Milan, per tanti a pochi, alla guida di un Napoli travolgente. E così l’indomani mi ero preso dei meritati improperi sul “muro” per l’ardito avvicinamento tra l’allenatore italiano più quotato del momento ed un tecnico che faceva fatica a difendere la panchina di una neopromossa in B.
Ebbene oggi a distanza di quasi 9 anni, quel Baroni è stato scelto per sedersi (salvo rivolte di piazza) su quella panchina della Lazio che Sarri ha occupato, con risultati alterni, per alcune stagioni.
Chiusa la parentesi personale, torniamo doverosamente al presente. Sempre scorrendo il “muro” nei giorni scorsi mi sono accorto che il mio “editoriale” della scorsa settimana non è stato preso da tutti nella maniera giusta.
“Ma come – ha pensato o scritto qualcuno – siamo arrivati quart’ultimi e questo Barbero auspica delle conferme a raffica?”. Anche qui la memoria mi impone di tornare indietro nel tempo, ancora più indietro. Esattamente all’estate del 2001, quella della prima salvezza col Fiorenzuola.
All’epoca ero un giovane (bei tempi!) radiocronista e smaniavo dalla curiosità di sapere quali “colpi” avrebbe portato la nuova ambiziosa proprietà che si era insediata (la famiglia Mastagni) dopo tre campionati di sofferti play out.
Mi arrabbiavo nel leggere la notizia di conferme in serie perché pensavo “Adesso che ci sono i soldi perché non andiamo a prendere Tizio e Caio come i Mastagni avevano fatto nei pochi mesi in cui erano rimasti a Cremona?”
Per fortuna già all’epoca Sergione Borgo aveva più saggezza calcistica del sottoscritto. Ed in pochi mesi di lavoro a Novara aveva colto che dietro quel gruppo reduce da due play out consecutivi si celavano ragazzi su cui costruire un ciclo vincente.
Dove siamo arrivati poi con i vari Morganti, Polenghi, Notari, Colombini, Braiati e Brizzi lo sapete benissimo: dopo un play off perso in semifinale con la Pro Patria (determinante fu l’infortunio di Rubino) siamo ritornati nel giro di due anni in quella C1 che sembrava perduta.
E soprattutto Borgo è stato straordinario nel tenere assieme in qualche maniera una proprietà “umorale” fino all’avvento provvidenziale di Pippo Resta (maggio 2003).
Oggi, con la maturità dei 50 abbondantemente compiuti, dopo averli inseguiti per tutto il Nord Italia, da Alessandria fino a Trieste, dico di essermi affezionato in questi mesi ai vari (li cito in ordine sparso) Minelli, Lancini, Bertoncini, Lorenzini, Calcagni, Di Munno, Ranieri, Corti, Ongaro… Avrebbe senso cambiarli per andarli alla ricerca di sostituti dal valore quasi simile, con costi annessi? E magari non con le stesse qualità morali che gli azzurri hanno dimostrato in questa stagione faticosissima?
La fallimentare annata 2022-23 ci ha insegnato che non è mai semplice ricominciare tutto daccapo. Che puntare a vincere al primo colpo, senza via d’uscita in caso di mancato raggiungimento dell’obiettivo, è sempre pericolosissimo.
Preferisco una proprietà che ragioni nell’ottica di due-tre anni, per costruire qualcosa nel tempo, nel frattempo ricreando una settore giovanile (Bentornato Borghetti!) che era stato colpevolmente dimenticato.
Mi fido dell’esperienza di Argurio, Lo Monaco e Stinà (in rigoroso ordine alfabetico) e sono convinto che faranno le cose per bene. Non mi aspetto un Novara stile Vicenza che parta con l’obiettivo di vincere il campionato con venti punti di vantaggio sulla seconda. Mi aspetto un Novara da parte sinistra della classifica, che non ci faccia più vivere le ansie della stagione appena conclusa. Che sogni di diventare nei play off il Lecco o la Carrarese di turno magari a dispetto di chi (vedi Padova e Triestina) ha speso di più. Il mercato è ancora lontano, ma credo che ci sarà da divertirsi… Forza Novara sempre!!!
Massimo Barbero
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