L'editoriale Azzurro
domenica 22 marzo 2020 - 12:11
di Massimo Barbero
Come mi ha ricordato l’altra sera l’amico Luigi, oggi si sarebbe dovuta giocare Novara-Alessandria.
Confesso che più volte in settimana ho aperto il computer con l’idea di scrivere un “mi ricordo quella volta che…” dedicato ad una delle tante sfide coi grigi. Poi il rumore di una sirena o magari un messaggio whatsapp che non avresti mai voluto leggere… mi hanno riportato alla crudele realtà, distogliendomi da ogni altro pensiero.
Non bisogna mollare perché siamo tutti uniti in questo terribile campionato che mai avremmo voluto giocare. Non ci sono campanili né sciarpe diverse, ma un solo, grande, obiettivo: la nostra salute e quella dei nostri cari. E possibilmente, prima o poi, almeno un po’ di normalità.
Eppure anche in giorni tanto sofferti c’è qualche presidente del nostro calcio che ha trovato il modo di farsi notare. Penso a Lotito e Giulini che battibeccano con Agnelli e Marotta invocando un’improbabile ripresa degli allenamenti.
A Cellino che pretendeva di richiamare al lavoro (quale?) i due tecnici a libro paga in un focolaio di sofferenze come Brescia prima di scoprire che due dipendenti della società erano risultati positivi (per la legge dei grandi numeri purtroppo era quasi inevitabile).
Ai dirigenti del Napoli, club che in una serata tra le più tragiche dirama un comunicato per annunciare la ripresa degli allenamenti fissata per mercoledì 25.
La ripartenza dei campionati è una chimera sempre più fragile che serve (serviva?) ad allentare un po’ una tensione collettiva, opprimente quanto il silenzio che ci circonda. Quando lo stop definitivo verrà ufficializzato speriamo almeno di evitare il triste spettacolo di presidenti che battibeccano per scudetti o promozioni a tavolino.
E chissàqualialtreregole inventate a piacimento.
Eppure il calcio non dà solo esempi negativi. Ci sono dei professionisti che stanno compiendo sforzi inimmaginabili per rispettare le regole e tutelare la salute propria ed altrui. Stanno da settimane chiusi in un appartamento, molto spesso lontani dai propri cari.
La gabbia più o meno dorata nella quale hanno sempre vissuto (anche chi gioca in C è comunque un privilegiato rispetto ai propri coetanei) ora è diventata una vera e propria “gabbia” nella quale improvvisarsi cuochi e cercare di mantenere comunque la condizione con il conforto di qualche videochiamata per allentare noia e preoccupazioni.
In questo senso, purtroppo, l’emergenza non fa sconti né differenze.
Saluto tutti i nostri calciatori. Con un pensiero particolare per Daniele Buzzegoli. La sua storia familiare la conoscete bene, non è il caso di dilungarsi per spiegare perché oggi per lui sia ancora più complicato stare lontano dal suo bimbo. E dai suoi bimbi e ragazzi dell’Associazione.
Oggi vorrei avere il suo coraggio, la sua tempra e la sua lucida determinazione per affrontare nella maniera migliore questi giorni che mai avremmo pensato di dover vivere.
Chiedo a “Buba” soltanto di farci una piccola promessa: che, comunque vada, la sua carriera non si chiuderà qui. Che non terminerà con quella conclusione corretta involontariamente da Bortolussi che ha sfiorato il palo a Gorgonzola la domenica prima che cominciasse l’incubo.
L’ultimo sussulto di azzurro prima dello stop più doloroso di sempre.
A salutare il suo addio al calcio ci dovrà essere uno stadio pieno di gente pronta ad applaudirlo. Dovesse anche aspettare un anno per poterlo fare. La pensione può attendere…
Mi fermo qui. Mi taccio per il rispetto del dolore e delle sofferenze che stanno colpendo anche tante famiglie azzurre.
Il “bastardo”, tra gli altri, si è portato via anche Marcello Sanzo, professore che negli anni ottanta/novanta raccontava le partite azzurre per “La Stampa” e le commentava per “Videonovara”.
Non ci sono più squadre e campionati.
Il mio “Forza Novara sempre” oggi vuol essere un grande Abbraccio a tutta la città…
Massimo Barbero
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