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giovedė 24 ottobre 2019 - 12:44
di Massimo Barbero

Per me i turni infrasettimanali in serie C non dovrebbero proprio esistere o, al massimo, dovrebbero rappresentare una rarità.

Già dal punto di vista del seguito di pubblico una partita di calcio sull’asse Milano-Meda alle 18.30 di un mercoledì lavorativo è un non senso (specie se di lì a poco è in cartellone un match di Champions a San Siro).

Poi, giocando ogni tre giorni, si intacca inevitabilmente la componente agonistica che è un fattore fondamentale per assistere a delle partite divertenti in Lega Pro. CR7, Messi, Dybala, Mertens o Aguero possono permettersi di andare in campo anche tre volte alla settimana, tanto la qualità fa comunque la differenza.

Per protagonisti meno noti del palcoscenico della terza serie… che si fanno un mazzo così a correre in campo… non può essere ovviamente la stessa cosa.

Tre giorni dopo l’entusiasmante primo tempo di Novara-Carrarese, non abbiamo ritrovato nei nostri azzurri la stessa intensità, la medesima ferocia nel rubare palla in mezzo al campo.

Nemmeno il Renate è stato brillante però. Anzi, la squadra di Diana ha finito la gara in riserva, a contenere gli ultimi tentativi dei nostri.Nel complesso il ritmo nei 90’ di gioco si è trascinato piuttosto lento.

Il pari è giusto, ma andando a rileggere i fotogrammi di partita siamo andati decisamente più vicini alla vittoria che non alla sconfitta.
Ci aspettavamo un Renate in campo con il 3-5-2 indicato dai giornali ed invece Diana ha proposto due mezzali (Grbac e Galuppini) ad agire dietro l’unica punta centrale (Maritato).

Uno schieramento più dinamico e propositivo che ci ha creato qualche grattacapo nel primo quarto d’ora. Non ci sono state occasioni per i padroni di casa, è vero, ma i nerazzurri facevano girare bene la palla tra le linee, creando i presupposti per pericolosi inserimenti.Poi il Novara ha preso le misure agli avversari e le due squadre si sono praticamente annullate per una mezzora buona.

Anche nel contesto di una sfida bloccata però il nostro 1-0 (assolutamente regolare) non è arrivato in modo casuale perché Piscitella e Capanni anche in precedenza avevano dimostrato di poter creare superiorità numerica, spazi e pericoli sulle corsie esterne.Purtroppo il vantaggio azzurro è durato pochissimo. Troppo poco per poter valutare gli effetti della nuova situazione, con varchi sempre maggiori in cui infilarsi col passare del tempo. Il Renate ci ha castigato praticamente al primo tentativo della ripresa e da quel momento ha fatto registrare una supremazia che è durata per un’altra ventina di minuti.

Una supremazia sterile perché non ricordo cose trascendentali: in tutto mi vengono in mente un salvataggio in corner di Sbraga sul loro attaccante pericolosamente smarcato ed un “batti e ribatti” rischiosissimo al limite dell’area, conseguenza del nostro eccessivo schiacciarci all’indietro.Ecco, nel momento più delicato Banchieri ha azzeccato i cambi che hanno rivoltato l’inerzia della gara. Sul momento onestamente avrei fatto scelte diverse, magari passando ad un centrocampo a quattro per proteggersi dalla spinta dei padroni di casa sulle corsie esterne. Invece il coraggio ha pagato perché l’ingresso di Schiavi e Peralta ha costretto il Renate sulla difensiva.

E sono maturate due-tre situazioni che potevano valere il colpaccio. La più clamorosa è un po’ lo specchio del Capanni attuale: un giocatore dai mezzi di tecnici di categoria superiore che spesso ha il difetto di azzardare un dribbling di troppo. In quel caso ha provato a scartare anche Satalino che ad un certo punto dell’azione appariva già inerme di fronte ad una possibile conclusione del milanista.Prendiamoci comunque questo 1-1 sul campo di una squadra che ha avuto un eccellente continuità di rendimento in queste prime 11 giornate.

Un pari in trasferta ci consente di prolungare almeno fino a domenica pomeriggio le positivissime sensazioni che ci aveva lasciato il primo tempo con la Carrarese.

In sala stampa ho fatto una piacevole scoperta: mister Diana. Un allenatore che dice con garbo cose mai banali, rispettando terna ed avversari con l’obiettività delle valutazioni, senza per forza tracimare in quelle dichiarazioni da battaglia ed in quei luoghi comuni che piacciono tanto a quelli che vogliono solo “gente con le palle”.

Per intanto, superata la metà del girone d’andata, il suo Renate è secondo in classifica, alle spalle solo di un Monza che, per budget e curriculum dei propri giocatori, non può essere certo paragonato ai nerazzurri.

Le parole di Diana sono suonate così distanti nello stile da quelle del suo dg Crippa (sì, proprio l’ex calciatore Massimo Crippa) che dopo un’eliminazione play off contro il Bassano nel maggio 2018 aveva tirato impropriamente in causa la meritatissima promozione del Novara di Toscano di tre anni prima in nome di poco comprensibili “logiche di palazzo”.

Chiudiamo il capitolo Renate e pensiamo alla Pistoiese.

La terza partita del miniciclo ravvicinato di solito è sempre la più difficile dal punto di vista fisico ed i valori tendono ad azzerarsi (per questo non mi spiace particolarmente essere uscito subito dalla Coppa).

Gli arancioni peraltro hanno una rosa decisamente più attrezzata e competitiva di quella dell’anno passato per merito di un ds come Dolci che in serie C ha sempre fatto cose egregie.

Impossibile fare pronostici, doveroso riempire il “Piola” per aiutare i ragazzi della Curva nel sostegno ad una squadra che sino a questo punto del campionato merita solo applausi. Domenica scorsa mi sono proprio divertito allo stadio…

Per questa domenica non sono previste precipitazioni con temperature ancora abbastanza gradevoli. Se non ora, quando?

Forza Novara sempre!!!

Massimo Barbero

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