L'editoriale Azzurro
domenica 05 maggio 2019 - 08:22
di Massimo Barbero
Questo 3-0 di Pisa mi ha ricordato il 4-1 di Bari che nel 2014, ad una settimana dai play out col Varese, ci aveva già fatto sentire già con un piede in serie C, ancor prima che Pavoletti si mettesse ad infilarci a ripetizione nelle sfide decisive…
Non ci poteva essere modo peggiore di prepararsi alla prima (e speriamo non unica) gara senza appello dei play off… Se quella di ieri era solo una finta… abbiamo fatto male a “recitare la parte” in questo modo perché abbiamo abbassato ulteriormente il nostro livello di autostima senza peraltro evitare infortuni (Rigione e Mallamo kappao).
Se quello sceso in campo ieri, come temo, era invece un Novara molto vicino al Novara “vero” mi risulta quasi impossibile recitare professione di ottimismo in vista dell’impegno al “Franchi” di Siena.
Dei 4 possibili avversari ci è capitato in sorte quello più forte, completo e quadrato, senza apparenti punti deboli, fatta eccezione per una non sempre giustificata dose di nervosismo-vittimismo che per strada ha fatto perdere ai bianconeri anche partite già vinte (mi viene in mente in particolare un recupero infrasettimanale in casa con la Pistoiese).
Ma non è questo il punto. Un Novara come quello “ammirato” nella sempre affascinante cornice dell’Arena Garibaldi non riuscirebbe probabilmente a “strappare il servizio” nemmeno al Gozzano attuale che dopo aver pareggiato contro di noi a fine marzo ha sempre e soltanto perso.
Anche il Cuneo di Sergione Borgo (a cui faccio un in bocca al lupo di cuore per i play out) dopo averci letteralmente travolto al “Piola” ha raccolto appena 4 pareggi nelle successive 7 gare…La cosa peggiore… è che il Pisa non ha nemmeno avuto bisogno di dannarsi l’anima o spingere particolarmente sull’acceleratore per vincere questa partita con un comodo 3-0.
Al primo affondo Tartaglia aveva già preso un’ammonizione per fermare un avversario che l’aveva saltato con irridente facilità. Al secondo affondo eravamo sotto (maldestro controllo di Rigione che credo si sia infortunato proprio nell’occasione). Al terzo affondo ci ha pensato il direttore di gara che ha virtualmente chiuso la partita già al 22’ fischiando un rigore davvero incomprensibile.Emblematico quello che è successo in avvio di ripresa quando ci siamo messi a giochicchiare nella metà campo avversaria nel tentativo (almeno virtuale) di riaprire la partita.
Alla prima sortita offensiva dei padroni di casa però abbiamo subito il 3-0 con Sbraga estremamente maldestro sulla deviazione di Minesso che stavolta non sembrava francamente irresistibile.
Di solito quando si va in campo “senza assilli” si è portati a concedere qualcosa di troppo all’avversario in fase difensiva. Ma per contro la “serenità dei nervi distesi” abitualmente porta al buon esito di giocate solitamente improponibili nelle partite disputate con l’assillo dei 3 punti da conquistare. Nulla di tutto questo nel Novara di ieri: fragilissimo dietro (non è una novità), ma altrettanto impalpabile dalla cintola in su, fatta eccezione per qualche accelerazione del vivace Stoppa.Ho riascoltato anche prima di addormentarmi i 5 minuti di intervista a mister Sannino senza riuscire a comprendere (dev’essere un limite mio) dove volesse andare a parare il tecnico che ha alternato esternazioni evidentemente rivolte alla squadra a frasi decisamente più prudenti “l’impegno in campo, non è mancato…”).
Personalmente diffido sempre di analisi semplicistiche (da noi che vediamo la partite da fuori) volte a ricondurre tutto ad una questione di motivazioni o, se preferite, di “palle”. Il calcio non è solo questo. Molto spesso dietro l’aspetto meramente caratteriale si celano lacune tecniche o tattiche. Un giocatore che in campo sa cosa fare, dove stare, che sente la fiducia del mister e dei compagni dà anche la sensazione di impegnarsi al massimo.
Invece la voglia è la stessa di un avversario spaesato e con il livello di autostima ai minimi termini che per contro fa la figura del lavativo.Quello che mi brucia è che ieri il Pisa è sembrato davvero una squadra di un altro pianeta e di un’altra categoria (come il suo pubblico del resto). Invece nelle due sfide ravvicinate di dicembre eravamo riusciti a giocarcela quantomeno alla pari con la truppa di D’Angelo (che onestamente anche al “Piola” avrebbe meritato di più).
Ecco, dalla sfida di Siena mi aspetto almeno questo: di vedere un Novara all’altezza di quello che il 22 dicembre aveva battagliato fino alla fine con i bianconeri. Una volta rimasti in nove avevamo rischiato seriamente di perdere, ma a lungo in precedenza avevamo avuto la partita in mano. Un Novara che si esprimesse al di sotto dei livelli espressi persino dal tanto vituperato Novara dicembrino (che però giocava 2 volte alla settimana senza perdere mai…) rappresenterebbe una grandissima delusione, difficile da accettare.Rimpiango la serie C di una decina di anni fa che gratificava con la chance dei play off soltanto le squadre davvero meritevoli (la nona classificata obiettivamente dovrebbe starsene a casa a meditare).
Invece da un paio di stagioni a questa parte è stato varato quest’enorme “minestrone” che lascia tutto (o quasi) in discussione fino alla fine. Con la conseguenza però di privare spesso gli appassionati del piacere di vivere le sfide decisive allo stadio per l’impossibilità di sottoporsi a 2-3 trasferte ravvicinate (per chi avanza naturalmente) nel giro di una decina di giorni, senza nemmeno avere il tempo di poterle organizzare.
Ha vinto l’Entella, viva l’Entella, “risarcita” dal danno di una riammissione che le spettava di diritto sin dalla scorsa estate… con la concessione del gol promozione segnato da Mancosu quasi allo scadere in palese fuorigioco (ringrazio l’amico Carlo per la segnalazione).Ovunque troviamo ex tecnici o ex calciatori azzurri che esultano o si apprestano a farlo. Io i complimenti li faccio solo al Komandante Tesser che in Friuli ha completato un “triplete” (3 promozioni in B al primo colpo a Novara, Cremona e Pordenone) davvero eccezionale. D
omenica scorsa mi sono messo a guardare Pordenone-Giana per ritrovare il piacere di ammirare una squadra capace di abbinare qualità, calcio propositivo, equilibrio e voglia di vincere… anche nel pantano del “Bottecchia”.
Che nostalgia…
Forza Novara sempre!!!
Massimo Barbero
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