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Ricordi di un’estate…
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martedì 26 luglio 2016 - 15:33
Sesta puntata-1996

Dovrebbe essere un’estate felice, ricca di entusiasmo e speranze visto il raggiungimento di una C1 attesa per 15 anni… Ed invece va in scena una triste commedia ai confini dell’assurdo con i tifosi azzurri prima increduli poi infuriati.

E pensare che tutto era cominciato sotto la luce dei fuochi d’artificio della sera del 23 maggio in occasione dell’amichevole con il Parma di Scala (vinta dal Novara per 4-2) organizzata per festeggiare una promozione che mancava da ben 26 anni. Gianni Milanesi aveva salutato al microfono anche i presidenti del recente passato sfilati in campo per quella che sembrava davvero la fine di un incubo. Ed invece il peggio doveva ancora arrivare…

Mentre la squadra di Frosio termina la stagione con un paio di amichevoli ad Omegna e Borgosesia comincia a trapelare una sorta di malessere all’interno della dirigenza. All’epoca il Novara Calcio era quasi interamente nelle mani della “Finnova” una spa di cui Armani aveva il 40 per cento, Bossetti un altro 40 e Montipò il restante 20. I supporters azzurri avevano acclamato sempre e soltanto Gianpiero Armani, l’autentico uomo nuovo nella dirigenza. Ciò aveva creato un po’ di invidia tra gli altri componenti del consiglio, specialmente nei momenti meno felici di un biennio che aveva comunque fatto registrare periodi di crisi.

Già il 24 maggio, quando il Novara viene ricevuto con gli onori del caso nella sala consigliare del Comune dal Sindaco Merusi, Roberto Bossetti si mette in disparte dicendo: “Io sono all’opposizione”.

Una battuta che, in maniera più o meno velata fa, capire che ci sono delle divergenze circa costi ed investimenti da effettuare per la prima stagione in C1. L’attuale suddivisione di quote impone anche una proporzionale ripartizione di esborsi. Armani vorrebbe aumentare l’investimento in vista della categoria superiore, ma gli altri soci non ci stanno. Ed il petroliere non se la sente di proseguire da solo.

Una prima riunione va in scena a Trecate giovedì 30 maggio, ad una sola settimana dai memorabili fuochi d’artificio. Gli azionisti vogliono concedersi un ulteriore periodo di riflessione. Sembrano schermaglie simili a quelle dei giorni post eliminazione con il Saronno dell’anno prima ed invece stavolta il malessere si rivelerà difficilmente superabile.

Il 6 giugno Gianfranco Montipò annuncia le proprie dimissioni rilasciando un’intervista a “La Stampa” nella quale spiega che aveva preso questa decisione da qualche mese, ma aveva preferito non renderla pubblica per il bene della squadra. A turno però anche gli altri soci fanno lo stesso e la situazione diventa di tremendo impasse. Il sindaco Merusi prova a tranquillizzare i tifosi dicendo di avere contatti avviati con un imprenditore della Padania… ma la trattativa non approderà a mai nulla di concreto. Sta di fatto che il Novara è alla ricerca di nuovi investitori, più o meno padani. Si fanno i nomi di Colombo, già presidente del Verbania e Frattini, sponsor azzurro da un biennio. Scende in campo anche Siro Lombardini della Banca Popolare.

La riunione del 13 giugno a Trecate partorisce la classica fumata grigia (se non proprio nera). I dirigenti azzurri decidono di prendersi altri 15 giorni di tempo per cercare nuovi soci. L’immobilismo raffredda l’entusiasmo della tifoseria, ma soprattutto costa tantissimo in termini tecnici. I giocatori in scadenza di contratto se ne vanno altrove: Papais, Rollandi, Venturi e soprattutto Borgobello che il Novara lascia andare libero a parametro zero dopo aver speso una cifra rilevante per acquistare il suo cartellino dal Giorgione soltanto due estati prima. Addio anche ai prestiti Panisson, Schiavon, Inzaghi e Cau (che poi tornerà in azzurro). Gli altri sotto contratto restano alla finestra. Con loro anche Piero Frosio, mister confermato, ma in attesa di notizie. Si dice che Bini passerà al Bari per fare il dodicesimo in serie B.

I 15 giorni di attesa diventano più di 20 e ci si ritrova così alle 15.30 di giovedì 4 luglio per quella che dovrebbe essere la riunione decisiva a pochi giorni dalla fine del mercato. Alcuni tifosi azzurri stazionano fuori dalla stadio in attesa di buone notizie che però non arrivano. Dopo 5 ore di attesa i protagonisti del summit escono rilasciando dichiarazioni discordanti e polemiche. La preoccupazione comincia a salire. Anche Piercarlo Barbero perde la pazienza ed a Marco Piatti de “La Stampa” dichiara: “Abbiamo fatto male a starcene buoni per tutto questo tempo….”. Gli ultras (che sono dalla parte di Armani) preparano una contestazione per il sabato mattina successivo quando la riunione dovrebbe proseguire, sempre allo stadio. I dirigenti mangiano la foglia e posticipano il tutto a lunedì sera, stavolta a Trecate, negli uffici di Armani. Un buon numero di tifosi del Novara li attende comunque lì davanti intonando cori e suonando tamburi. Vero le 20 si spalanca una finestra da cui esce Giampiero Armani alzando le braccia al cielo in segno di vittoria tra l’ovazione dei presenti. Il Novara è praticamente suo. Gli altri dirigenti daranno un contributo importante alla gestione della stagione 1996-97 che sarà poi condotta in maniera libera dal petroliere. Carlo Acconero, commercialista della società, redige un comunicato molto tecnico nel quale spiega i vari passaggi.

E i giocatori? Si narra che nelle ore successive Armani avesse incontrato Luciano Moggi che gli avrebbe indicato alcuni profili vincenti per una C1 di vertice tra cui l’ex spartano Grabbi ed i gemelli Filippini. Sta di fatto che al “Forte Crest” per l’ultimo giorno di mercato ci va il solo Stipari che riceve una serie di improperi da Frosio perché il Novara non conclude operazioni in entrata, fatto salvo il prestito dal Bari dei giovani Simonelli (ex Oleggio) e Cau (un ritorno).

Si capisce lontano un miglio che, al di là delle braccia alzate del lunedì precedente, qualcosa non va ancora. Ma nemmeno le peggiori cassandre avrebbero potuto immaginare quello che accade lunedì 15 luglio, il lunedì nero del Novara Calcio. Verso le 19 Armani inoltra un fax alle redazioni dei giorni con il quale annuncia le proprie irrevocabili dimissioni. La notizia si sparge in serata ed un gruppo di tifosi parte dal Bar Novara in direzione San Martino di Trecate a cercare il petroliere che però è irrintracciabile. Eppoi a casa del sindaco Merusi per invitarlo ad una mediazione ormai disperata.

Il Novara si ritrova senza presidente e senza fideiussione per l’iscrizione al campionato di C1 (il termine scadeva proprio lunedì 15) che ora è davvero a rischio. Frosio si accasa al Modena senza aspettare oltre. Il 17 luglio si riunisce l’ennesimo Consiglio del Novara Calcio che chiede al Presidente di tornare sui propri passi. Una telefonata di Gozio fa credere in una marcia indietro da parte del massimo dirigente dimissionario, ma le speranze naufragano la mattina di venerdì 19 luglio quando anche un’estrema mediazione del sindaco Merusi risulta inutile. Sembra proprio la fine per il Novara Calcio ed invece nel pomeriggio si fa sentire forte la voce dell’appassionatissimo avvocato Giulio Cesare Allegra che garantisce che la fideiussione verrà fatta e che la società azzurra regolarizzerà la propria iscrizione al campionato.

Il tempo stringe davvero. Scongiurata la rinuncia alla C1, si comincia a parlare di squadra e nuovo allenatore. Circolano tantissimi nomi per la panchina azzurra: da Onofri che sembra il più gettonato a Belluzzo e Campagna. Nessuno però se la sente di rischiare in una piazza importante con alle spalle una società che vive alla giornata e da mesi rimasta senza un direttore sportivo.

Così domenica 28 luglio al “Concorde” di Arona si radunano i 18 giocatori superstiti (tra loro ci sono i giovani Pollidini, Agazzone, Fantone, Papaccio e Silvestro) e senza un vero tecnico. I primi allenamenti vengono guidati da Pietro Villa (già “traghettatore” nella stagione precedente prima dell’arrivo di Frosio) e Loris Fugirai.

Si arriva al Consiglio del 31 luglio che nomina Gianfranco Montipò nuovo presidente “a tempo”. E da cui scaturisce la clamorosa sorpresa del nome del nuovo tecnico. E’ Giancarlo Danova, l’allenatore della famosa stagione dei 46 punti. Dopo una brutta avventura alla Vogherese in C2 aveva detto basta con la carriera di allenatore per dedicarsi a tempo pieno al ruolo di opinionista televisivo accanto a Maurizio Mosca. Ma per il Novara “Pantera” farebbe qualsiasi cosa, anche rimettersi in gioco dopo tre anni di stop.

Villa, senza contratto, lascia il ritiro ed a Danova viene affiancato Boldini che ha fatto molto bene con l’Oleggio. I “resti” del Novara si presentano domenica 4 agosto nella classica amichevole di Arona. Finisce 10-0 per gli azzurri che schierano tre giocatori in prova quasi sconosciuti: Federici, Danesi e Di Paoli.

Cominciano a girare i primi obiettivi di un mercato estremamente difficile per una società che ha pochi soldi spendere e deve muoversi senza esperienza e senza un direttore sportivo. Anche Gozio, fiaccato da seri problemi di salute, non ha più la carica dell’estate precedente. Si fanno i nomi di Fortin portiere della Pro Sesto eppoi di una serie di attaccanti, tutti troppo cari per le casse novaresi: Rossi dell’Alessandria, Nicoletti dell’Empoli, Pino Lorenzo, Campilongo, Meacci e Ghirardello. Dall’Oleggio dovrebbe invece arrivare Nicolini, centrocampista sulle cui qualità Boldini è pronto a giurare.

La squadra ha fatto una preparazione giocoforza blanda e supera le prime amichevoli in scioltezza. Dopo il successo sull’Arona si vince per 3-0 a Verbania contro la compagine di Erbetta. Il Borgosesia invece ci fa soffrire: contro Scienza e compagni non andiamo oltre lo 0-0.

Intanto Granzotto si fa di nuovo male e Danova rimane con 4 difensori contati. L’unico rinforzo che viene ingaggiato a cavallo di Ferragosto è Omar Danesi, un “pallino” di Gozio.

Domenica 18 agosto giochiamo di pomeriggio sul campo della Sunese. Ci imponiamo per 4-0, ma le reti azzurre arrivano solo nel finale. Più netto il 6-0 all’Omegna del mercoledì successivo. Cominciano a circolare anche nomi di centrocampisti: Gheller (allora era considerato tale), Domini e Vanoli.

Sta di fatto che sabato 24 agosto giochiamo la prima di Coppa Italia a Vercelli con un organico ai minimi termini. Non c’è Scotti squalificato e Danova deve ricorrere al giovane Silvestro. Davanti, in assenza di un centravanti, Guatteo gioca in coppia con Cau. C’è anche Pellegrini che fa i caprici, tentato dalle proposte del Modena di Frosio. I tifosi azzurri al “Robbiano” non stanno più nella pelle e ricoprono d’insulti i dirigenti in tribuna. La curva vuole il ritorno di Armani che probabilmente però non ha la minima intenzione di fare marcia indietro. Ricordate il coro: “Avevamo un petroliere…”? Il derby ci regala un mezzo sorriso: lo vinciamo grazie ad un gol del debuttante Silvestro su invenzione di Cau. Vincere a Vercelli è sempre bello, ma quello che si è visto non può bastare per reggere in C1.

Alla ripresa degli allenamenti appaiono una serie di giocatori in prova: Toniolo, giovane juventino fermato da tanti guai fisici, un argentino di nome Casamenti ed anche Max Pani, stella della Torres reduce da un grave infortunio. Il ritorno con la Pro viene disputato a Biella. L’1-1 in rimonta a firma di Guatteo (che con i bianchi segna sempre) ci vale una sofferta qualificazione. Intanto si attende invano l’arrivo a Novara di Pino Lorenzo che invece preferisce accasarsi in Germania. Anche Bettini sceglie il Pavia piuttosto che tornare per far da riserva a Bini. La Spal ci propone Stellini, ma il Novara rifiuta per l’ingaggio troppo alto. Si fanno i nomi di Campolo, ex promessa della Fiorentina e di Spinelli centravanti della Salernitana. 

Il nostro campionato comincia domenica 1 settembre proprio a Modena contro la squadra dell’ex Frosio e dell’acquisto mancato Grabbi che porta subito in vantaggio i favoritissimi gialloblu. Sembra una partita a senso unico ed invece il Novara regge bene il confronto e pareggia con una gran punizione di Di Muri sotto il diluvio… Una boccata d’ossigeno dopo un’estate terribile e prima di un campionato soffertissimo. 

Massimo Barbero

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