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lunedì 16 maggio 2016 - 22:15
29 maggio 2011: Novara-Modena 2-3

Dove andiamo a giocare giovedì pomeriggio, festa nazionale del 2 giugno? A Torino o a Padova? Per capirlo ci ritroviamo domenica pomeriggio alle 3 a casa mia ad assistere allo scontro diretto Torino-Padova che assegnerà l’ultimo posto play off. Il “quartetto da viaggio” dell’epoca si ripropone, compatto, sul divano di casa Barbero. In rigoroso ordine alfabetico Jean Paul Bonomi, Daniele Faranna e Paolo Molina. Jean Paul si intrattiene a lungo a giocare con Kira (il mio boxer che ha vissuto tutta la scalata… dai play out di Fiorenzuola al sogno serie A) e si lamenta bonariamente con me: “ma perché in tante trasferte non mi hai mai parlato di lei? E’ dolcissima…”.

Il debuttante (alla presidenza) Abodi aveva varato una sorta di “spezzatino”, approfittando della prima domenica libera dal campionato di A. Le partite con in palio qualcosa si sarebbero giocate alle 15, quelle “inutili” alle 18. Novara-Modena, inizialmente fissata proprio alle 15, era stata poi rinviata alle 18 dopo la sconfitta del Varese a Siena che aveva reso matematico il nostro terzo posto.

La vigilia di Torino-Padova era stata avvelenata dal “caso El Shaarawy” con i biancoscudati imbufaliti perché al gioiellino di proprietà del Genoa non era stato concesso il permesso di lasciare la Nazionale per giocare la sfida decisiva con il proprio club di appartenenza.

La squadra di Lerda deve assolutamente vincere, ai veneti basta un pareggio per conservare un posto nei play off. Il Toro parte forte per cercare di sbloccare il punteggio e spreca occasioni in serie, ma a due minuti dal riposo è Cuffa a far precipitare nel dramma il popolo granata con il gol dello 0-1. A quel punto io azzardo: “Ma lo sapete che il Padova vincendo diventerebbe quinto e che a noi così toccherebbe affrontare la Reggina?” Danny scaccia i cattivi pensieri: “Ma no tanto la Reggina vince a Sassuolo…”. In effetti avevamo lasciato i calabresi in vantaggio a Modena. Il tempo di finire la frase…. ed appare sullo schermo un Martinetti festante. Il Sassuolo ha già capovolto il punteggio contro una Reggina che schiera ovviamente le seconde linee! Si profila un viaggio a Reggio Calabria, in una delle città meno servite per via aerea (quasi tutti i voli sono diretti a Lamezia) in un “ponte” da esodo collettivo come quello del 2 giugno…

Nella ripresa si gioca una doppia partita. C’è quella del Toro che insegue la vittoria che vorrebbe dire play off. E la nostra che tifiamo per un pareggio di Rolando Bianchi e compagni per scongiurare la seconda trasferta a Reggio Calabria in meno di 40 giorni. Quando De Paula segna il gol del raddoppio comprendiamo due cose: 1) saremo i grandi favoriti di una lotteria play off senza big annunciate; 2) per andare a Reggio Calabria ci toccherà un esborso economico non indifferente. E’ brutto a dirsi, ma in questi frangenti la paura di non esserci prevale su qualsiasi considerazione tecnica.

Lasciamo casa Barbero per andare allo stadio prima della fine delle partite e del gol di Nadarevic che regala al Varese un inutile successo sul Piacenza. E’ un rimbalzo di telefonate per scovare la soluzione migliore per raggiungere il “Granillo”. Si narra che la prenotazione più veloce l’abbia fatta l’insuperabile duo Londinese-Tano che si sarebbero accaparrati un biglietto aereo senza aspettare nemmeno il triplice fischio finale in un “Olimpico” imbufalito. E se il “vecchio cuore granata” avesse compiuto il miracolo nei pochi minuti da giocare?

Ancor prima che Candussio dia il via al più inutile Novara-Modena che la mia memoria ricordi… Jean Paul Bonomi ha già compiuto la prodezza: 3 biglietti aerei andata e ritorno (con partenza da Malpensa e rientro l’indomani su Linate) per il trio Barbero-Bonomi-Molina. Il generoso Ugo Ponzio ci darà il consueto contributo, il resto ce lo metteremo noi. Danny, suo malgrado, pare sul punto di rinunciare, ma si rinfranca alla notizia dell’allestimento di un “volo charter” con costi più contenuti. 

Vinta la partita più importante (esserci comunque a Reggio Calabria) quella tra Novara e Modena è una formalità quasi inutile da espletare. Sugli spalti c’è un po’ di gente (1600 paganti) con la nostra curva (ancora di dimensioni ridotte) quasi piena. Si festeggia l’eliminazione granata canticchiando “Il Toro in serie A col c… che ci va…” con una giusta dose di sollievo per il mancato derby. 

Tesser schiera una formazione ampiamente “sperimentale” e non avrebbe senso fare diversamente visto che tra quattro giorni ci si gioca tutto. Tra i pali c’è Fontana; Gheller e Morganella sono gli esterni con Centurioni e Ludi centrali. Parola, Shala e Drascek costituiscono la cerniera di centrocampo con Pinardi rifinitore alle spalle di Lanteri e Rubino. Peraltro qualche titolare in campo c’è comunque perché il “Komandante” non vuole mandare allo sbaraglio un Primavera nemmeno in queste occasioni.

Ci pensa Mazzarani a svegliarci subito dal torpore con un pallonetto che scavalca e batte Fontana. Poco dopo la scena si ripete, ma la palombella di Cani stavolta si stampa sulla traversa. “Jimmy” sembra irriconoscibile e non è un bel segnale perché Ujkani dovrà saltare quantomeno la semifinale di ritorno per rispondere alla convocazione della nazionale albanese. Rubino e Drascek ridestano i compagni con qualche conclusione pericolosa.  Subito dopo la mezzora il Novara pareggia: Drascek smarca Pinardi che da posizione defilata scavalca Alfonso con un elegante pallonetto. Alex alza la mano per scusarsi con i 124 tifosi del Modena presenti in curva Sud. La squadra di Bergodi però non ci sta e continua ad attaccare. Fontana si riprende dagli errori dei primi minuti e compie un paio di interventi determinanti. Shala comincia a litigare con Giampà e rischia ripetutamente l’espulsione.

La ripresa prosegue con emozioni alterne. Cerco di stimolare la mia spalla (per l’occasione) Paolo Molina che con la sua naturale sincerità risponde: “Onestamente non me ne frega nulla. Mentalmente sono già a Reggio Calabria…”. Tesser avvicenda Morganella con Coubronne che in B ha giocato pochissimo. E subito dopo, per evitare guai, toglie Shala e rilancia Juliano tornato a fine gennaio dal Brasile.

La partita pare incanalata sull’1-1 quando Coubronne dalla sinistra prova uno strano tirocross che inganna Alfonso. Siamo in vantaggio e la gente dagli spalti per la prima volta urla “Serie A! Serie A!”

Il 2-1 per noi dura però pochi secondi perché il Modena sembra un leone ferito e pareggia subito con Mazzarani che, in sospetta posizione di fuorigioco, riprende una respinta di Fontana e fa 2-2. I “canarini” non sono ancora paghi e l’imbattibilità interna degli azzurri vacilla. Nemmeno l’ingresso in campo di Lisuzzo ha restituito solidità alla nostra retroguardia. Il risorpasso ospite è nell’aria ed arriva a 7’ dal termine per merito di Greco.

La sconfitta non piace al Novara che si ributta in avanti. Lisuzzo non trova lo specchio della porta su angolo di Porcari. Poi è Rubino ad avere il pallone del 3-3 su assist di Juliano, ma ad Alfonso battuto, sulla linea di porta c’è Gozzi a salvare.

Raggiungo la sala stampa un po’ seccato per la sconfitta. Perdere non mi piace anche se in palio c’è meno di nulla. Persino una battuta d’arresto inutile basta ai profeti del “tantolovedichenonvoglionosalire” che romperanno di sicuro le scatole l’indomani. I giornalisti al seguito da Modena esagerano un po’ con le lodi verso la loro squadra. L’inviato di una Tv, ancora esaltato per la finale di Champions della sera precedente, si infiamma raccontando che al “Piola” si è visto un altro Barcellona. Tesser è più concreto e dice che anche una partita del genere ha dettato delle gerarchie in vista dei play off. Tradotto significa che Drascek sarà la prima riserva a centrocampo perché ha convinto più di Shala e Parola. Coubronne si rammarica del fatto che il connazionale Lanteri non sia riuscito a segnare “lo meritava davvero”.

Corro in studio a scrivere di fretta gli articoli per il “Corriere” del giorno dopo eppoi attendo la chiamata dei colleghi per andare a mangiare la pizza con loro. Lo schermo proietta le immagini di una finale di Coppa Italia che sarebbe affascinante per i tanti tifosi del Palermo giunti all’Olimpico, ma non ho proprio voglia di guardare una partita. Nemmeno la pizza va giù. Il mio stomaco e la mia testa sono già al “Granillo” con quattro giorni di anticipo. Vivrò due settimane intere di tensione quasi ininterrotta, fino a Padova-Novara.

Rientrando a casa un gatto nero mi taglia la strada. Non se ne parla… faccio inversione… e ritorno a Sant’Agabio dall’altro cavalcavia. Poi penso che una cosa del genere (inversione compresa) mi era capitata la sera prima di andare a Fiorenzuola per i play out nel 2001. In quella squadra con la maglia rossonera giocava un certo Drascek. Sono passati ormai 10 anni ed è giunto il momento di completare un ciclo incredibile…

Ps: dopo due campionati intensi la rubrica “mi ricordo quella volta che…” va in naftalina per la gioia di molti e la nostalgia di qualcuno. Forse ci ritroveremo quando cambieranno di nuovo le avversarie e le storie da raccontare…

Massimo Barbero

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