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domenica 15 maggio 2016 - 09:03
di Massimo Barbero

La sconfitta di ieri è troppo simile a quelle rimediate a La Spezia, Lanciano ed in parte anche Latina per essere considerata episodica, casuale, fortuita. Purtroppo tre indizi fanno una prova ed alla resa dei conti a questo Novara manca sempre qualcosa per a portare a casa dei punti pesanti. A Cesena abbiamo messo in scena la solita partenza da incubo con gli avversari padroni della situazione. Per poi non riuscire a raddrizzare il punteggio nemmeno quando la gara ce l’avevamo in pugno noi per colpa della solita “messe” di occasioni sprecate in area di rigore bianconera. Nel complesso abbiamo creato decisamente di più rispetto ai padroni di casa. Ma se paragoniamo la prestazione (e la prodezza) di Ragusa con quella dei nostri terminali offensivi (ripensando in particolare a certe palle sprecate malamente da Pablo nella ripresa…) alla resa dei conti la vittoria del Cesena ha un senso logico. La squadra di Drago ci ha messo cinismo, cattiveria, malizia. Noi soltanto un po’ di gioco, nel secondo tempo, ma solo fino ai limiti dell’area di rigore romagnola.

Come a La Spezia ed a Lanciano, siamo andati sotto prestissimo. Ci siamo fatti infilare su di un lancio lungo, vanificando tutti i buoni propositi della vigilia. Per una ventina di minuti ci abbiamo capito poco con i bianchi abili a scavalcare il centrocampo mediante le aperture di Magnusson. Davanti Ragusa e Ciano facevano venire il mal di testa ai nostri difensori, specialmente allargandosi sul versante di uno spaesato Dell’Orco.

Per fortuna la squadra di Drago non ha capitalizzato al meglio un periodo di cotanta supremazia e pian piano il Novara è rientrato in partita. Specialmente dal momento in cui si è affidato ad un attaccante vero consentendo a Gonzalez e Corazza di sfondare ripetutamente sulle corsie esterne. Nei primi 40 minuti l’atteggiamento di Pablo e di un Lanzafame indisponente era stato francamente troppo passivo per giustificare quella scelta del “falso nueve” che onestamente pure io stesso avevo caldeggiato nel commento di una settimana fa.

Nel cuore della ripresa pareva proprio che il pareggio dovesse arrivare da un momento all’altro. Il Cesena era alle corde di fronte all’incedere azzurro e Drago, come al “Piola” a dicembre, si è rintanato nella propria area di rigore a protezione del prezioso risultato. Purtroppo la prestazione dei nostri attaccanti non è stata all’altezza della situazione. Evacuo ha combinato poco, Gonzalez ha sprecato con colpevole sufficienza almeno un paio di palloni d’oro piovuti dalle sue parti, Galabinov ha finito solo con l’innervosire tutti, Pinzani compreso. Finora il Cesena è l’unica squadra a cui non abbiamo segnato nemmeno una rete tra andata e ritorno e questo “zero” nella casellina dei gol fatti nei due confronti diretti rappresenta una macchia per le nostre punte (considerate lo occasioni sprecate) che rischia di risultare determinante.

A preservare la squadra di casa dai rischi dell’ultimo assalto azzurro ci ha pensato proprio il fischietto di Empoli con quel secondo cartellino giallo a Dell’Orco apparso troppo severo in rapporto al metro usato per tutta la gara (solo da quel momento ha cominciato ad ammonire anche giocatori del Cesena, quasi volesse giustificare a posteriori cotanta rigorosità) e con il solito “minirecupero” che è quasi diventato una regola per la classe arbitrale quando è il Novara ad inseguire.

Ma guai a cercare alibi… la partita l’abbiamo persa noi con un atteggiamento complessivo che non è stato quello di una squadra che si giocava in 90’ un intero campionato. Quando affronti uno spareggio da dentro o fuori (e quello di ieri lo era) non basta giocare benino. Devi buttarla dentro e fare risultato. A qualsiasi costo. Solo negli occhi e nei gesti di Da Costa ho visto nei minuti finali quella rabbia per un sogno che stava sfuggendo.

Ora dobbiamo battere il Modena, senza calcoli o altro. E senza pensare a cosa faranno i nostri ex Tesser ed Aglietti a loro tempo giudicati “colpevoli” (proprio come oggi accade per Baroni) da una piazza tanto indulgente con attaccanti che sbagliano gol da un metro quanto inflessibile nel condannare il mister di turno.

Non ce ne vogliamo gli amici emiliani, ma questa squadra deve battere il Modena innanzitutto per fare un regalo a sé stessa. Per concludere nella maniera più degna un cammino che comunque, sbollita l’emotività del momento, non potrà essere giudicato negativo se parametrato con gli obiettivi estivi e le operazioni compiute durante il mercato invernale.

Dobbiamo battere il Modena per dimostrare ad Abodi e C che noi andiamo sempre in campo per vincere in un campionato in cui forse paga più la legge non scritta del “non facciamoci del male” e gol come quello di Valjent della Ternana rappresentano l’eccezione in una realtà in cui i “casi Cittadella” del non lontano 2014 costituiscono la regola che è sconsigliabile persino provare a censurare.

“Sono cazzi vostri” direbbe forse Juric parafrasando la famosa frase pronunciata due settimane fa dal tecnico del Crotone ad un giornalista emiliano che gli chiedeva impegno anche contro il Latina, avversario dei gialloblu nella corsa salvezza. Certamente lo sono mister… ed è solo colpa nostra se ad una giornata dal termine siamo qui ad aspettare regali (e professionalità) altrui. Però, da inguaribile sognatore, mi piace immaginare un Crotone capace di chiudere il campionato più bello della propria storia con una vittoria davanti ad uno “Scida” stracolmo e festante.

“Per avere certe ambizioni bisogna esserne all’altezza” tweettava Abodi con il Novara ancora al terzo posto della classifica. Di certo ad esserlo era proprio quel pubblico che lui ha censurato e invece che ha seguito gli azzurri, in casa ed in trasferta, con una passione, un calore ed una sportività da prendere ad esempio. Probabilmente non lo sono il presidente di Lega ed una classe arbitrale mediocre, ma questo discorso, trito e ritrito, ci porterebbe davvero fuori strada. Di sicuro non lo è stata, da quel momento in poi, la squadra azzurra che ha vinto solo 2 partite nelle ultime 9 sprecando occasioni ed opportunità inenarrabili. Ma purtroppo non lo è stata nemmeno una città che ha abbandonato il Novara ed i suoi tifosi più fedeli concedendosi al massimo qualche sbirciatina su Sky per poterci rompere le scatole al lunedì al  bar con i soliti commenti superficiali e prevenuti.  D’accordo, due anni fa di questi tempi giocavamo ad Empoli in un “Castellani” con 5000 spettatori scarsi, malgrado la squadra di Sarri fosse ad un passo dal secondo posto… Però con tutta onestà (ed un po’ di umanissima invidia per altre piazze) dobbiamo riconoscere che in questo campionato raramente abbiamo avuto un seguito degno di una rincorsa alla serie A.

L’importante è considerare i risultati ottenuti quest’anno, comunque vada a finire, come un punto di partenza e come non l’occasione per buttare anche il bambino assieme alla famigerata acqua sporca. Dobbiamo ripartire dalle cose buone (e ce ne sono state) per proseguire nel percorso di crescita cominciato nell’estate del 2014 sulle macerie dei play out con il Varese e della crudele illusione ripescaggio. Una crescita che deve ovviamente partire dal campo con una rosa da migliorare e completare per poi allargarsi alla società (per continuare ad imporre uno stile in un calcio italiano sempre meno affascinante e competitivo) ed al seguito ci auguriamo sempre altrettanto passionale ma finalmente un po’ più numeroso sugli spalti. In fondo meglio i 4000 “veri cuori azzurri” che venerdì sera applaudiranno genuinamente i loro beniamini per le emozioni che ci hanno regalato che gli 8191 attratti due anni fa contro il Varese dal biglietto a prezzi stracciati e dal brivido del rischio retrocessione.

Dalla partita di venerdì sera mi aspetto ancora una cosa… un grande applauso (l’ultimo?) da giocatore del Novara per “Charlie” Ludi capitano nel comportamento di questa squadra e bandiera autentica dell’era De Salvo. La storia non si cancella e da queste parti ne è stata scritta tanta da quei giorni lontani del suo primo ritiro azzurro a Cantalupo Ligure. Con lui in campo magari solo per pochi minuti… sarà ancora più bello venire al “Piola” per gridare comunque… Forza Novara sempre!

Massimo Barbero

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