L'editoriale Azzurro
mercoledė 20 aprile 2016 - 09:10
di Massimo Barbero
Adesso è soprattutto una questione di testa. E di motivazioni. Quelle che hanno permesso al Lanciano di travolgerci nei minuti inziali della partita di ieri. Noi siamo entrati in campo in punta di piedi contro una squadra affamata di punti e terrorizzata dalla penalizzazione in arrivo. Dalla tv la sfida del “Biondi” mi ha ricordato quella vista dal vivo a Pordenone un anno fa, più o meno di questi tempi, quando la colpa era tutta di Toscano. In Friuli i padroni di casa, a rischio retrocessione diretta, non ci avevano fatto capire nulla per una mezzora buona. Poi era uscita la nostra supremazia con la solita messe di palle gol sprecate. Con la differenza che il Lanciano può contare su giocatori di qualità dal gol facile che la squadra cara a Franz non aveva. E che l’attuale Novara, salvo già a dicembre, ha perso per strada un po’ dell’umiltà e della rabbia agonistica sfoggiate in autunno.
Sbollita la rabbia in una notte agitata da cattivi pensieri, la prima cosa da fare è crederci. Ci deve credere innanzitutto la squadra, è ovvio. Ma ci deve credere anche il pubblico, la gente, quellicheèsemprecolpadiBaroni, persino gli occasionali. Lunedì sera giochiamo in casa nostra, in un giorno privo quasi per tutti da impegni lavorativi, contro un avversario di prestigio e blasone come il Perugia allenato da quel “simpaticone” di Bisoli. Mettiamoci anche che il tempo non dovrebbe incoraggiare giornate in spiaggia… e che la società ha concesso l’ingresso in curva a 5 euro (il costo di una birra). Cosa manca per rendere di nuovo il “Piola” quel catino caldo ed accogliente che mandava fuori giri anche avversari di grido? Ci vogliamo provare ad agganciare questi play off o è già cominciata la lunghissima primavera-estate dei rimpianti e dei “se”? Ci restano 3 partite da giocare in casa nostra con 9 punti in palio determinanti per rimanere nelle prime 8 in classifica. Anche perché non sarà facile andare a prendere a Trapani e Cesena quello che dovessimo lasciare ancora tra le mura amiche.
Scrivevo nell’editoriale post Livorno che purtroppo questa squadra non può permettersi di rinunciare ad alcuni elementi chiave. E’ successo a Lanciano per acciacchi assortiti e per un turn over reso inevitabile dagli impegni ravvicinati ed i risultati purtroppo si sono visti. E’ bastato poi rimettere Corazza al posto di un Nadarevic confinato nel suo angolino per far ritrovare alla squadra almeno un po’ di quello spirito battagliero e di quelle sovrapposizioni sulle corsie esterne che rappresentano da sempre caratteristiche imprescindibili per il Novara di Baroni.
Ho impresso nella mente l’istante che ha cambiato la nostra partita. Quello in cui Mantovani ha buttato frettolosamente in angolo il pallone al primo assalto rossonero. Da lì è nato il gol del vantaggio di Marilungo (che contro di noi segna sempre) ma non è questo il punto. La questione è che da un calciatore d’esperienza come l’ex del Vicenza ci si aspetterebbe la lucida capacità di ragionare anche nei momenti più caldi della gara quando l’avversario ti assale ed è comprensibile che i giovani vadano un po’ in apnea. Ci sta di soffrire nei minuti iniziali in trasferta perchè i padroni di casa di solito provano a partire forte per trascinare dalla loro parte il pubblico. Ricordo il primo quarto d’ora a Bari a fine ottobre quando pareva che la squadra di Nicola dovesse segnare da un momento all’altro. Allora però la nostra retroguardia (che non prendeva mai gol nel primo tempo) aveva certezze granitiche che ha smarrito strada facendo. E con questi chiari di luna (e tanti guai fisici sulle corsie esterne) appare poco comprensibile la rinuncia a Vicari che aveva fatto maluccio ad inizio girone di ritorno, ma che rimane un ragazzo in orbita Under 21 da far crescere e valorizzare.
Ancora una volta non siamo riusciti a raddrizzare un risultato sfavorevole malgrado, dopo il 2-1 di Galabinov, ci fosse più di un’ora davanti per farlo. Le uniche nostre rimonte sono confinate ai botta e risposta contro Como e Pro Vercelli quando lo svantaggio era durato pochissimo tempo. Al di là di caratteristiche e limiti della nostra rosa, credo stia diventando anche un problema di testa. Quando cominciamo a sprecare palle gol in serie ci prendono affanno e sfiducia, come se cominciassimo a pensare di avere davanti una porta stregata e ci venisse meno quel pizzico di disperata convinzione che ti permette di risolvere anche le mischie più irrazionali. L’esatto contrario di ciò che accade quando sai di avere la rimonta facile. Ripenso a quella carambola strana con cui Rubino pareggiò la partita (mal giocata) di Frosinone nel dicembre 2010, 15 giorni dopo l’1-1 di Gigliotti a Siena a tempo scaduto. Ieri verso la mezzora della ripresa pareva davvero che il Lanciano fosse alle corde e ci è mancata solo la zampata per portare a casa un punticino davvero prezioso. Una sola considerazione da salotto… va bene mettere Evacuo per sperare di sfruttare una delle mischie in area… ma perché togliere Dickmann che dopo un inizio da brividi, libero da assilli difensivi, stava dimostrando di poter essere uno dei pochi nostri uomini in grado di creare superiorità numerica nell’uno contro uno?
Nell’ottica del confronto a distanza con l’Entella, ieri abbiamo perso dove la squadra di Aglietti aveva vinto non più tardi di 10 giorni fa. Però, per contro, i liguri sono stati sconfitti sul campo di un Brescia che non ci aveva impensierito più di tanto il sabato di Pasqua. Dunque ogni partita fa storia a sé e la lotta rimane apertissima con tanti scontri diretti ancora da giocare. Piuttosto vi voglio sottoporre un dato statistico. Sono andato a guardare la classifica degli ultimi due campionati (gli unici con i play off allargati) ed ho notato che l’anno scorso l’Avellino è giunto ottavo con 59 punti in classifica. E due anni fa lo Spezia aveva giocato i play off dopo aver chiuso a 62 punti. Quest’anno la quota spareggi promozione si è decisamente alzata anche per l’incredibile serie di successi nel girone di ritorno del Trapani di Cosmi che ha aggiunto una concorrente agguerritissima (probabilmente la più in forma di tutte) al lotto delle pretendenti.
Basta con numeri e classifiche avulse… Servono voce, tifo ed entusiasmo… Abbiamo il dovere di pensare positivo, almeno fino alla notturna di lunedì sera da giocare in uno stadio il più possibile azzurro… Forza Novara sempre!
Massimo Barbero
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