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lunedì 11 aprile 2016 - 08:09
25 settembre 2010: Novara-Livorno 4-1

All’epoca soffrivo di un complesso di inferiorità nei confronti del Livorno. Più che quello stadio pieno anche in serie C2 avevo ancora in testa lo 0-3 di Coppa nella sera della folle trasferta Lido delle Nazioni-Livorno con il compagno di mille avventure Luca Biolcati… Gli amaranto parevano davvero di un altro pianeta… e mi chiedevo se sul serio fossimo già riusciti a colmare quel gap in poco più di un anno di successi…

Il derby con il Torino “pilotato” da Baracani ci aveva lasciato scorie emotive e reali. Era arrivata l’attesa squalifica per Ludi e Porcari, sostituiti rispettivamente da Centurioni e Drascek. Ed a disposizione non c’era nemmeno l’acciaccato Morganella, rimpiazzato da un Gheller pimpante e motivato.

Vivo la sera della vigilia di Novara-Livorno a Galliate in zona “Due Colonne” con la compagnia di Bicio… rallegrandomi perché il Siena vince a Piacenza tenendo lontana la squadra di Madonna, ancora a 2 punti in classifica. La mia testa è proiettata solo ad una salvezza il più possibile tranquilla e dopo 33 anni di serie C non potrebbe essere che così.

Il mio sabato mattina scorre via un po’ malinconico perché è l’ultimo sabato nello studio di Via Canobio che ho amato più di qualunque altro… per quei colori struggenti che quando il sole l’illumina rendono il palazzo di proprietà della famiglia Formaggi un piccolo gioiello. Per il fine settimana successivo (sfruttando il posticipo della partita di Varese…) ho programmato il trasloco definitivo nell’attuale ufficio in Via Magnani Ricotti, a pochi metri di distanza.

Sono teso come sempre mi capita quando devo fare la prima voce.  Non mi sono ancora liberato del tutto del tarlo di quel “ma allora porti sfiga!” urlatomi da Francesca Giusti a Benevento mentre imperversava il temporale quando l’amico Paolo Molina mi aveva ceduto l’onore di raccontare quella che sarebbe dovuta essere la partita della promozione. Una fama “alla Pizzul” (in negativo) che sfaterò con gli interessi proprio nell’anno dell’incredibile salto in A. Per adesso ho cominciato nel migliore dei modi: due radiocronache ed altrettante vittorie contro Triestina e Grosseto. Però sento la partita ancora di più proprio perché coinvolto e responsabilizzato dal fattore “cabala”.

Non abbiamo ancora preso l’abitudine di pranzare al “Triathlon” dall’amico Alberto come facevamo regolarmente la domenica in Lega Pro… Per il momento… ognuno a casa propria a rimuginare su quel che sarà. Vado a bere il caffè, ovviamente non per caso, nello stesso Bar di Corso Milano del pomeriggio del 2-1 al Grosseto. Là dentro la gente parla solo del Novara (che differenza rispetto ai giorni nostri!). Io firmerei per un pareggio per riprendere la marcia, ma c’è un signore che dice “Vedrai che non perdiamo. E magari…”.

In tribuna siede Donadoni, ex allenatore del Livorno. Molina lo avvicina, si presenta come il figlio di uno dei dentisti che l’hanno curato dopo il terribile scontro di Belgrado nel 1988 e gli chiede di fare un intervento per “Radio Azzurra”. L’ex C.T. della Nazionale rifiuta con cortesia. Più simpatico quello che accade in tribuna d’onore dove si rivede Claudio Achilli, ex presidente di entrambe le società. Achilli senior si premura di fare le presentazioni tra Accornero e Spinelli, ma quest’’ultimo non accetta di stringere la mano al massimo dirigente azzurro “perché porta male”. In cabina a parlare viene Luciano Foschi che abbiamo etichettato come un altro degli amuleti di quel magico inizio stagione. Sugli spalti ci sono quasi 3000 paganti che si aggiungono ai 2269 abbonati per un colpo d’occhio non disprezzabile.

Nel nostro attacco (assente Ventola dopo l’erroraccio di Torino) gioca per la prima volta dall’inizio Rubino, in coppia con Bertani. Sull’altro fronte non ci sono ex, ma quattro giocatori che vestiranno presto la maglia azzurra: Perticone, Salviato, Lambrughi e (in panchina) Barusso. In avanti Danilevicius e Dionisi relegano tra le riserve l’atteso Tavano. Salviato ci mette meno di un minuto a rimediare il primo cartellino giallo. La difesa ospite è tutt’altro che impenetrabile ed al 14’ Gemiti dalla sinistra smarca Rubino che, tutto solo, calcia malamente sopra la traversa. La partita sembra stregata al 22’ quando Motta si gira in area di rigore e colpisce in pieno il palo. Simone potrebbe rifarsi cinque minuti più tardi, ma stavolta è lui a sbagliare, con una conclusione debole a tu per tu con De Lucia, sulla precisa imbeccata centrale di Rubino.

E il Livorno? Le prime avvisaglie amaranto si registrano al 39’ quando Pagano brucia Gheller e crossa per Dionisi che di testa sfiora il montante. Tre minuti dopo arriva l’inatteso vantaggio ospite: la tattica del fuorigioco azzurra non funziona, Dionisi si trova a tu per tu con Ujkani e lo supera. Il Novara è stordito e nel recupero potrebbe capitolare ancora, ma Ujkani respinge con i pugni la conclusione di Surraco.

Nell’intervallo sono smarrito e sfiduciato. La partita l’abbiamo fatta noi senza capitalizzare ed adesso sta uscendo il Livorno. Già avrei firmato per il pareggio prima di cominciare… figuriamoci adesso! E’ vero, anche due settimane prima con il Grosseto avevano capovolto il risultato nella ripresa (quando nel “rettilineo” già fischiavano Motta) ma i miracoli mica sempre si possono ripetere. Ed invece il Novara in questo momento è talmente più forte delle avversarie da saper rimediare anche alle false partenze.

La partita di Rubino finisce con un colpo di testa a lato su assist di Marianini. L’ingresso di Gonzalez, esattamente come accadeva in Lega Pro, rompe definitivamente gli equilibri del match. Subito il Novara pareggia con colpo di testa di Rigoni sugli sviluppi di un angolo dalla destra sotto una Sud quasi deserta. La squadra di Tesser, a differenza del sottoscritto, per fortuna non è paga e spinge ancora alla ricerca del sorpasso. Gonzalez fa il diavolo a quattro e De Lucia deve superarsi per sventare, in rapida sequenza, le conclusioni di Bertani e Motta. Il 2-1 è solo rimandato di pochi secondi: Motta controlla in area e trafigge De Lucia con un diagonale: “Simone in areaaa… deve girarsi Simoneee Goool Goool di Mottaaaa!!!” urlo in diretta radio.

Qui comincia un’altra partita. Il Livorno si getta in avanti con tutti gli effettivi come se fossimo già all’ultima azione di gioco (invece manca quasi mezzora). E così Bertani e Gonzalez vanno a nozze nei generosi spazi concessi dagli avversari. Cristian dà a Pablo la palla del 3-1 al 23’. Pablo ricambia il favore sette minuti più tardi e consente a Cristian di finalizzare una bella triangolazione per il 4-1 che alla mezzora mi mette finalmente tranquillo. “Davvero molto bello” dice in diretta radio Renato Ambiel che mi ha raggiunto in cabina per un commento flash.

Tesser fa rifiatare i suoi uomini ed inserisce Shala ed il Gigliotti argentino per Motta e Bertani. Poco prima era entrato Tavano per l’ultimo assalto livornese. La mia tranquillità viene scossa soltanto dal secondo cartellino giallo a Lisuzzo che in realtà aveva colpito il pallone e non Barusso. Un bel regalo al Varese di Sannino che affronteremo la settimana successiva nel famoso match disputato in 48 ore. In ogni caso non c’è più partita ed a riequilibrare anche gli uomini in campo ci pensa Perticone che si fa espellere nel recupero.

Negli spogliatoi Pillon se la prende con il sintetico. “Non è reale” dice in conferenza stampa riferendosi ai rimbalzi e qualcuno dei presenti capisce “non è leale”. Spinelli lo caccerebbe subito, ma lo farà solo prima della gara di ritorno quando dirà: “se avessimo avuto Novellino anche a Novara non ci avrebbero ripreso nemmeno allora…”.

E’ una dolce serata che comincia con un bel the caldo, salutare per le mie corde vocali, preparato a casa di Paolo De Luca dalla fidanzata Manu. In città tutti parlano del Novara. Anche chi non c’era… s’informa, chiede, partecipa, rievoca i tempi dell’“Alcarotti” quand’era ovviamente tifosissimo degli azzurri… La “solitudine” vissuta da noi superappassionati nei lunghi 33 anni di C pare già un ricordo.

L’indomani ascolto le prime battute della trasmissione “Diretta Punto a Punto” su Punto Radio 96 dove debutta l’affiatata coppia Marco Foti-Daniele Faranna. Danny comincia con una serie di “non ci credo” che racchiudono tutta la piacevole sorpresa di un cuore azzurro per questa serie B più bella delle aspettative.

Poi vado al battesimo della piccola Martina. Anzi Martina Azzurra… Il papà Carlo, ovviamente tifosissimo, ha voluto chiamarla così perché è nata proprio il 12 maggio dell’anno della nostra rinascita…

Massimo Barbero

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