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domenica 10 aprile 2016 - 10:04
di Massimo Barbero

Stavolta voglio essere, in tutto e per tutto, dalla parte del “mio” (nostro) Novara. Ieri siamo andati a La Spezia a giocarci uno scontro diretto (a pari punti al fischio d’inizio) contro una squadra che nell’era Volpi si regge su numeri ed investimenti di primissimo piano. Ed indirettamente sprintavamo (sprintiamo) con il Bari dei 30 mila del “San Nicola” e con quel Cesena che dal 2010 fa la spola tra B e A. Sono orgoglioso di quello che il Novara ha saputo costruire negli ultimi dodici mesi. Il 10 aprile di un anno fa eravamo al Tribunale Federale Nazionale a  mettere i nostri destini sportivi nelle mani di tal Lo Giudice. Un mese dopo  vincevamo un campionato che nessun altra squadra al mondo avrebbe saputo vincere in quelle condizioni. E ci siamo riproposti al tavolo della serie B nella maniera migliore, mostrando progetti, idee calcistiche, gioco  e credibilità. 

Al “Picco” abbiamo subito una sconfitta probabilmente meritata, ma non una disfatta. E soprattutto la “partita” non è finita. Terminerà solo la sera del 20 maggio quando conosceremo la griglia definitiva dei play off. Dunque accetto le critiche degli innamorati in azzurro, di coloro che erano al “Picco” a prendersi acqua ed un po’ di freddo. Ed anche di quelli che un anno fa erano al “Piola” ad esibire l’orgoglio di sventolare i vessilli azzurri in una sfida apparentemente senza speranza contro la Giana Erminio Ma non le prediche, superficiali e scontate, di chi si limita a sbirciare qualcosa su Sky, dopo aver passato una settimana a pontificare su Bonucci ed Higuain ed in attesa di incendiarsi per Milan-Juventus.

Io vorrei che fosse già sabato pomeriggio. Per tornare al “Piola”a riprendermi quello che abbiamo lasciato lì nelle ultime due gare casalinghe. Orgoglioso di sventolare i nostri colori azzurri davanti ad una piazza importante (ed adesso sofferente) come Livorno. Per aiutare il Novara a rioccupare il posto che merita dopo un campionato vissuto quasi sempre nelle prime posizioni di classifica, dall’alto di un gioco propositivo e coinvolgente. Spero che la stessa adrenalina ce l’abbiamo anche gli indecisi, coloro che allo stadio ci vengono solo se il tempo è bello, se non si gioca all’ora di cena, se non ci sono gite da fare e magari… se il Novara è reduce da almeno tre vittorie consecutive.  E soprattutto che ce l’abbia la squadra perché in fondo l’ultima parola spetta a chi va in campo. E che adesso ha il dovere di difendere, innanzitutto per orgoglio personale e carriera futura, quello che ha costruito in mesi di lavoro e risultati.

Facciamo un passo indietro. Ieri nel complesso lo Spezia è stato superiore a noi. Gli “aquilotti” mi sono parsi davvero la squadra più convincente del campionato (persino più del Crotone) per qualità tecniche, determinazione, organizzazione ed un pizzico di sano realismo che quando devi difendere un prezioso 1-0 non guasta mai.

Sapevamo che i pericoli maggiori sarebbero giunti dalle sgroppate di Piccolo che è sicuramente l’uomo in più nella rimonta dei liguri. Davvero un test molto probante per la prima volta di Dickmann da esterno basso di sinistra. Lorenzo è scivolato in mezzo al campo dopo pochi secondi di gioco lasciando spazio alla prima discesa dell’ex del Lanciano e da quel momento ne ha sofferto l’intraprendenza, fino al cambio di fascia.

Ma tutta la squadra sembrava in difficoltà sul fondo del “Picco”, innaffiato ad arte proprio pochi minuti prima del fischio d’inizio. Quasi tutte le azioni pericolose dei locali sono nate a seguito di problemi di equilibrio per i nostri giocatori. Dopo l’1-0 di Calaiò giunto già all’8’ (siamo rimasti sorpresi e colpevolmente fermi dopo il palo di Catellani) c’era davvero il rischio di prendere un’imbarcata memorabile. Anche perché errori e scivoloni (e qualche insolita dormita sulle palle inattive) ci avevano tolto sicurezza e convinzione. A centrocampo faticavamo a far gioco per il pressing asfissiante dei padroni di casa. Davanti, dopo qualche spunto iniziale promettente, è mancata la coralità necessaria per combinare qualcosa di buono.

Lo Spezia, dopo una mezzora a mille, si è accontentato di un “giro palla” curato ed elegante per rifiatare un po’. Quasi allo scadere del primo tempo Chichizola ha compiuto una parata decisiva su Faragò. Tutto sommato, pur nel contesto di una gara giocata a grandi livelli, la truppa di Di Carlo ha vinto grazie anche al proprio portiere che ha sfoderato due interventi determinanti.

La ripresa è stata decisamente diversa. I padroni di casa si sono messi ad amministrare il prezioso vantaggio, ma onestamente mi aspettavo qualcosa in più dal Novara. Gonzalez sta vivendo un momento tutto particolare. Ha i numeri e la condizione per scardinare le difese avversarie, però troppo spesso si fa prendere dalla frenesia, dalla voglia di risolvere tutto con una giocata individuale. Quando ciò non gli riesce diventa nervoso ed improduttivo. Galabinov ha cominciato maluccio. Eppure nel momento di maggiore difficoltà dei suoi ha tirato fuori l’orgoglio e si è messo a lottare da par suo. Sino a quel cartellino giallo per simulazione che ha segnato un pericoloso spartiacque nella sua partita perché è tornato ad innervosirsi.

Purtroppo i cambi ci hanno dato poco. Nadarevic è stato più impalpabile del Corazza visto sino a quel momento. E l’uscita di Galabinov ci ha tolto l’unico uomo che, con i ripiegamenti ed il gioco di sponda, poteva creare spazi importanti per gli inserimenti dei compagni. Dopo il brivido dell’occasionissima creata e sciupata da Gonzalez a metà ripresa, lo Spezia non ha più rischiato niente. I padroni di casa hanno guadagnato metri e campo senza permetterci quel forcing nella loro area che era nei progetti di Baroni al momento dell’ingresso in campo di Evacuo.

Nel complesso, se dovessi indicare una favorita per i play off… metterei lo Spezia visto ieri sopra tutte le altre. Non c’è paragone con il distratto Pescara di Oddo… O con il Bari graziato al “Piola” dai nostri errori. Ma nelle sfide secche di fine campionato tutto viene rimesso in discussione. Ancor più di quello che accadeva quando si giocavano “solo” semifinali e finali. La promozione del Como in Lega Pro e l’ascesa di Avellino e Pescara nell’ultima serie B sono esempi da tenere bene a mente. 

Purtroppo continuiamo a pagare con gli interessi quegli sbagli sottoporta che non ci hanno permesso di chiudere per tempo la partita con il Bari. Avevamo riacciuffato il nostro campionato con il successo di Cagliari che ci aveva consentito di rilanciarci dopo un periodo buio ed invece sconfitta casalinga con i pugliesi (nel giorno in cui avremmo potuto affossare la squadra di Paparesta) ha intaccato un po’ le nostre certezze. A volte basta un episodio per cambiare una stagione… L’incredibile gol di Gatto che la Salernitana ha trovato al “Piola” quando non ci sperava più è servito ieri a Menichini per ribaltare una gara di fondamentale importanza come forse non le sarebbe riuscito con addosso la zavorra di un’altra sconfitta esterna.

Al netto degli episodi, comunque, il Novara non mi pare certo la “meno in palla” del gruppo delle 9 formazioni (ci metto anche il Perugia, almeno fino a domani sera) che si contenderanno i 6 posti play off. L’importante è non smarrire la fiducia, non scoraggiarsi per una giornata andata male perché tutto può tornare in gioco già la settimana successiva. Non dimentico la beffa dell’anno di Notaristefano quando dopo le rimonte subite con Venezia e Cesena pensavamo che il nostro campionato fosse già finito. Ed invece ai play off (eppoi in B) ci era andato il Padova che stava ancora alle nostre spalle e che aveva avuto il merito di crederci in ogni caso, fino alla fine.

Al “Piola” Colomba (se Spinelli non deciderà un altro “ribaltone” prima di sabato) potrà permettersi di fare l’unica cosa che nella sua carriera da allenatore (sopravvalutato) ha sempre saputo fare: difendersi e ripartire. Dunque ci vorranno occhio, attenzione, pazienza e finalmente freddezza in zona gol. Con la consapevolezza che abbiamo comunque il vantaggio di una serenità maggiore rispetto ad un avversario che vede davanti il baratro della Lega Pro e che rischia di “sbroccare” da un momento all’altro, a fronte di un episodio negativo. Io continuo a crederci… e voi? Forza Novara sempre!

Massimo Barbero

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