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martedì 05 aprile 2016 - 09:03
13 aprile 1997: Spezia-Novara 0-1

La prima vittoria esterna stagionale non si scorda mai… Specialmente se arriva ad aprile inoltrato e rimane come una gemma in un campionato di sofferenze. Inutile ripercorrerle tutte, da quel fax che annunciava le dimissioni di Armani nel luglio 1996 a pochi giorni dalle Olimpiadi di Atlanta… Per farle cogliere ai più giovani basta ed avanza il titolo de “La Stampa” del 13 aprile “Novara, spareggio tra disperati” nella pagina che presentava la trasferta sul campo dello Spezia fanalino di coda. 4 punti di distanza dividevano azzurri ed “aquilotti” prima dello scontro diretto da giocare in terra ligure.

A ripensarci adesso… quella rimane una settimana chiave nel mio percorso da studente universitario. Il giovedì precedente avevo superato (finalmente) lo scritto di diritto amministrativo e mi apprestavo a tentare (il mercoledì successivo) l’ultimo orale della carriera da studente di giurisprudenza. Una persona normale sarebbe rimasta a casa a studiare (ai tempi per me il Virga era un Manuale di Diritto Amministrativo e non un esterno sopravvalutato di proprietà Roma). Io invece per nulla al mondo avrei saltato questa trasferta dopo aver dovuto dare forfait già a Prato 15 giorni prima per cause di forza maggiore (tromba d’aria dove lavorava mio padre).

A rileggerla ora, a quasi 20 anni di distanza, è una settimana di grandi eventi, nazionali e non… L’11 aprile 1997 un incendio nel Duomo di Torino minaccia la Sacra Sindone. Venendo a cose più vicine a noi, il 12 aprile il grande cuore azzurro Mauro Collodel (padre del promettente Riccardo) sposa l’inseparabile Paola. E l’indomani (il giorno della partita) viene alla luce Francesco Sartorio, nipote del “fedelissimo” Alberto e nostro prezioso collaboratore.

Io trascorro il mio sabato sera in un discopub non troppo distante da Malpensa (il nome non me lo ricordo) ma rientro presto (si fa per dire, un po’ prima delle 2…) per prepararmi alla trasferta dell’indomani. I Carabinieri puntualmente fermano la mia auto ingentilita da due amiche a bordo. L’indomani parto verso La Spezia con un pullman “Forza Azzurri” piuttosto vuoto. Ho l’onore e l’onere di accompagnare Daniele Confalonieri “fratellino” dell’affascinante Cristina a cui faccio una corte senza speranze. Sul torpedone non c’è nemmeno il presidente Pier Carlo Barbero che si è messo in viaggio di prima mattina per fare una gita al mare con mamma ed amica di mamma. 

Mangiamo un panino veloce all’autogrill eppoi prendiamo posto sugli spalti. Non c’è la curva ospite e ci fanno accomodare nella tribuna da dove adesso vengono girate le immagini televisive, al riparo dal sole. Poco distante mi pare di ricordare Paolo Molina che sta effettuando la radiocronaca per “Azzurra”. Quando tornerò al “Picco” da giornalista nel settembre 1998 mi faranno sedere, più o meno, nella stessa posizione.

Antonelli ha gli uomini contati. Non c’è Biagianti squalificato e si sono fermati per infortunio in settimana anche il povero Ossari, Danesi e Pani. Granzotto, Hervatin e Cau sono fuori da un po’ di tempo così si fa fatica a metterne insieme 11 da mandare in campo. “Dustin” propone un 4-3-3 con Bini tra i pali, davanti la difesa titolare con Di Muri, Scotti, Casabianca e Tresoldi, a centrocampo Cotroneo in mezzo con Nicolini e Gheller interni. Il tridente offensivo, varato per ovviare alla sterilità in zona gol, prevede Spinelli boa centrale con Giordano e Lanotte ai lati. E’ uno schieramento che libera da assilli di marcatura Giordano ed esalta le qualità di Vincenzo Lanotte, l’uomo più in forma del Novara in questa primavera.

La settimana prima senza Lanotte contro il Siena è stato buio pesto: uno scialbo 0-0 all’intervallo si è trasformato in un mortificante 0-3 casalingo prima dell’inutile gol su punizione di Di Muri. Il sabato di Pasqua lo Spezia ha battuto in casa il Como riaccendendo speranze di play out che sembravano ormai compromesse.

A rileggere i nomi non è uno Spezia poi così scarso. Però è una squadra malfatta che paga la confusione societaria che solo l’arrivo di Sergio Borgo saprà governare. Il presidente è tal Blengino che qualche anno prima era in trattativa con Spinelli per rilevare il Genoa, ma che a La Spezia ha combinato davvero poco. All’andata, ahinoi, i “bianchi” ci hanno rifilato un tremendo 3-0 che è costato a Danova l’ultima panchina della sua vita.

Al ritorno Castelli (autore di una tripletta in Viale Kennedy) è ancora in campo con la maglia numero 11. Ma è il Novara a fare la partita, sospinto dai propri tifosi, non numerosi, ma aiutati nell’acustica dal tetto. Sembra che il gol degli azzurri debba arrivare da un momento all’altro perché gli ospiti fanno il bello ed il cattivo tempo con manovre avvolgenti. E puntualmente è così. Si invertono le posizioni ed al 19’ Spinelli fugge dalla sinistra e crossa in mezzo per la testa di Giordano che fa 1-0. “Giordi” è l’eroe dei tifosi azzurri in questo frangente della stagione. La gente si aggrappa alla sua voglia di fare per sperare in una salvezza che sembra complicata da raggiungere. Il Novara rischia il pareggio solo a pochi minuti dallo scadere quando il solito Castelli va vicinissimo al gol. Bini eppoi Di Muri sulla linea negano al bomber di casa la quarta segnatura stagionale agli azzurri che sembrava ormai inevitabile.

L’allenatore dei liguri (il terzo stagionale) è Gian Piero Ghio, ex calciatore azzurro. Un nome che ai tifosi più giovani (allora) come me rievoca soprattutto la scritta ormai consumata sui muri dell’Alcarotti. Ad inizio ripresa Ghio tenta il tutto per tutto ed inserisce De Mozzi al posto di Garau. Ai “malati di Novara” De Mozzi ricorda una memorabile sconfitta interna contro il Viareggio del telefinanziere Mendella con lo stadio pieno… Poco più tardi entrerà anche Provitali, bomber già sul viale del tramonto dopo trascorsi rilevanti tra Cagliari e Modena.

Stavolta pare esserci solo una squadra in campo, la nostra. Poco dopo il quarto d’ora Giordano e Lanotte si divorano a ripetizione il gol del 2-0 e riaffiorano i fantasmi di tante beffe subite nel corso della stagione. Subito dopo però c’è un istante che potrebbe cambiare il volto alla partita e di fatto cambia la storia del nostro campionato. Di Muri, spezzino a Novara, sta per battere una rimessa laterale sotto la panchina dei bianchi. Dalla panchina di casa si alza un componente, mi pare il massaggiatore, e tira una sberla al nostro giocatore. Si avvicina Nicolini per difendere il compagno e riceve lo stesso trattamento. Ne nasce una rissa quasi inevitabile al termine della quale l’incerto arbitro Ingenito espelle ovviamente il massaggiatore dello Spezia e Vincenzo Lanotte. Perché proprio Vincenzo Lanotte? In un parapiglia che coinvolge 22 giocatori in campo (e le panchine) vien da pensare che l’arbitro l’abbia individuato proprio per le scarpe listate di giallo “uniposca” che lo rendono particolarmente visibile. Non credo onestamente che fosse più colpevole di tutti gli altri…

Sta di fatto che si riprende con un espulso per parte. Lo Spezia perde il massaggiatore… noi il nostro miglior giocatore… La provocazione messa in scena dai padroni di casa ha sortito gli effetti sperati. In quell’istante la nostra stagione, già tribolata, prende una piega bruttissima perché Lanotte rimedierà 3 giornate di squalifica che lo fermeranno nel momento di maggior forma del suo campionato. Sono semplicemente fuori di me. Fanculizzo tutti e tutto e prendo a calci qualsiasi cosa dalla rabbia… Mi placo solo nel vedere che almeno la nostra vittoria non è in pericolo, malgrado l’inferiorità numerica, contro uno Spezia rassegnato ed impotente. Antonelli ha solo ragazzi in panchina ed inserisce Patrick Agazzone al posto di Giordano. Eppoi, in pieno recupero, Fantone al posto di Spinelli. Il Novara si accorcia a protezione della propria area di rigore e non rischia più.

Si festeggia con moderazione una vittoria pagata a caro prezzo. Al momento siamo quartultimi, abbiamo scavalcato Alzano e Pistoiese e giocheremmo i play out con il jolly del ritorno in casa. Un vantaggio non da poco perché nel frattempo il regolamento è cambiato rispetto all’era della beffarda eliminazione con il Saronno. E’ una cosa che non viene tenuta sufficientemente in considerazione da un Novara che sprecherà una marea di punti anche nelle ultime gare, finendo a giocare i play out in posizione di sfavore.

Tutti pensieri che possono essere rimandati di qualche ora. Come la preoccupazione per l’orale di Diritto Amministrativo. Per adesso c’è una sera da gustare con il sapore di una vittoria in trasferta che mancava addirittura da Tempio Pausania (il 5 maggio di un anno prima) quando avevo trascorso il pomeriggio incollato alla voce di Paolo Molina. Torno a  casa velocemente sull’auto di Piercarlo Barbero. Accompagno Daniele eppoi mi ributto fuori a raggiungere gli amici…

Per assistere ad un altro successo del Novara in C1… dovremo attendere il 2-0 alla Pistoiese del settembre 2003… Stanno per cominciare gli anni più bui del nostro già lungo medioevo calcistico, ma per fortuna non lo sappiamo ancora…

Massimo Barbero

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