L'editoriale Azzurro
domenica 27 marzo 2016 - 08:51
di Massimo Barbero
In Tribuna e Tribuna Stampa ieri ho captato solo complimenti (di marca bresciana) per il Novara visto all’opera al “Rigamonti”. “Sono proprio una bella squadra”; “Non sprecano una palla”; “Hanno una difesa che non sbaglia un colpo”; “E dire che oggi gli manca la punta, quella forte”; “Questo è un punto d’oro per noi…”.
In effetti la prestazione azzurra sul campo di una formazione che tra le mura amiche aveva perso una sola volta (e travolto Cagliari e Crotone) è stata autorevole e convincente. Vorrei giocare i play off domani… Perché in questo momento la squadra di Baroni è in condizioni eccellenti. Nei tre scontri diretti ravvicinati ha raccolto 1 vittoria, 1 pareggio ed 1 sconfitta, ma paradossalmente ha ottenuto i tre punti proprio a fronte della superiorità meno netta espressa (mi riferisco ovviamente a Pescara) in questo “miniciclo” giocato con la serenità dei 50 punti ormai in tasca.
Ho visto un Novara solidissimo in difesa, tosto e determinato in mezzo al campo, convinto nell’andare a cercare la vittoria fino alla fine. C’è mancato solo il gol (e non è poco) e probabilmente un pizzico di lucidità e cattiveria anche al momento dell’ultimo passaggio. Senza dimenticare un paio di rigori clamorosi negati agli azzurri che nel determinare il risultato finale hanno sempre il loro peso... Il Brescia è partito forte, come spesso gli capita quando gioca in casa, caricato dal poter attaccare sotto una curva rimpicciolita nel 2012, ma proprio per questo compatta e gremita. Il Novara ha risposto sin da subito colpo su colpo, senza farsi intimorire troppo da un avversario che all’andata aveva castigato già in apertura di partita.
Il nostro momento peggiore è coinciso con l’uscita per medicazione obbligatoria di Faraoni che, anche quando è tornato in campo (dopo aver rimediato l’ennesimo taglio in testa di una stagione non fortunatissima) ha patito per qualche minuto l’intraprendenza di Embalo. Poi ci siamo assestati bene ed abbiamo rischiato nel primo tempo solo su un paio di imbucate centrali di Geijo. Per conto le “rondinelle” hanno esibito l’ennesimo giovane portiere di grandi prospettive di una serie, almeno da Leali in poi, decisamente azzeccata. Minelli è stato strepitoso nel negare la gioia del primo gol “pesante” di questo campionato a Dickmann… e comunque bravissimo in tutte le uscite. Dopo mezzora equilibrata, la bilancia ha cominciato a pendere decisamente dalla nostra parte. Con il passare dei minuti Faragò e Dickmann hanno trovato la posizione migliore impedendo agli esterni di casa di rendersi minacciosi. Centralmente c’è sempre stata poca storia con Casarini e Viola una spanna sopra i loro dirimpettai. Ne è uscito un bel primo tempo con tante ripartenze e pochi fischi da parte di un direttore di gara che lasciava correre quasi sempre.
In molte occasioni in casa (ed anche a Latina settimana scorsa) il Brescia ha cambiato marcia proprio nella ripresa, qualche volta aiutato da evidenti orrori arbitrali (ricordate Pezzuto contro il Cesena?). Stavolta invece non c’è proprio stata partita perché la supremazia del Novara è diventata sempre più evidente con il passare dei minuti. Il secondo cambio di Boscaglia (Andrea Caracciolo per Morosini) è stato un segnale di palese resa a fronte della supremazia azzurra nella fase nevralgica del campo. Siccome non riusciva ad avere la meglio con i propri trequartisti, di solito determinanti specialmente al “Rigamonti”, l’ex tecnico del Trapani ha pensato di poterla risolvere inserendo una seconda torre in attacco (con lo spauracchio dell’ex per noi…) per costruire qualcosa anche buttando palloni lunghi. Una scelta logica, vanificata però dall’eccellente prestazione del nostro pacchetto arretrato che ha messo ripetutamente in fuorigioco gli attaccanti di casa. L’ammonizione a Da Costa per perdita di tempo… è stato un paradosso consumato con il Novara tutto proiettato in avanti a caccia della vittoria… ed il pubblico di casa preoccupato dai 4 minuti di recupero accolti con un brusio…
Davvero molto positiva la prestazione di Mantovani che sembra essersi inserito nei meccanismi difensivi quasi perfetti preparati da Baroni e dal suo staff. Fa ben sperare anche la crescita di condizione di Casarini, Faragò e Viola. Specialmente nel cuore della ripresa ho visto una squadra determinata nella zona nevralgica del campo ad andare a caccia del pallone, convinta nei propri mezzi e nelle proprie possibilità fisiche.
Ed allora perché non abbiamo segnato prolungando un digiuno che dura da quasi 180 minuti peraltro giocati benissimo? Troppo banale rimpiangere l’assenza di Pablo dopo averne magari invocato la sostituzione nella ripresa contro il Bari… però più volte ho ripensato a quell’azione in cui all’andata aveva deciso la partita provocando rigore ed espulsione del portiere avversario ad inizio ripresa (come avevano detto i colleghi in radio si era letteralmente “smaterializzato” imbucandosi nella difesa bresciana schierata). Galabinov ha dato una sensazione di strapotere nei confronti dei centrali della formazione di casa che raramente si è tradotta in qualcosa di concreto, come se gli mancasse una valida spalla a cui appoggiarsi (o quantomeno la capacità di dialogare validamente con i compagni di reparto). Ad un certo punto avrei provato Lanzafame al posto di un Corazza che pure ha terminato in crescendo, come spesso gli capita. Mi aspettavo qualcosina in più da Nadarevic subentrato in un frangente in cui Dickmann stava creando grattacapi sempre maggiori al compagno di Nazionale Venuti. Il bosniaco ha qualità tecniche superiori alla media dei compagni di reparto, ma troppo spesso si assenta dalla partita… come gli altri hanno imparato a non a fare quasi mai.
Nel complesso le indicazioni date dalla gara di ieri sono estremamente confortanti in termini di condizioni fisiche e determinazione nell’andare a caccia di questi play off che la squadra di Baroni merita ampiamente. Per raggiungerli sarà determinante vedere come sapremo interpretare anche le gare casalinghe più delicate, quelle contro avversarie con l’acqua alla gola (Salernitana, Livorno ed Ascoli) decisamente inferiori da tutti i punti di vista, ma con motivazioni, fame e (forse) rabbia agonistica adesso ben superiore a quella di tutte le altre compagini.
I risultati di ieri hanno rilanciato anche Trapani e Perugia nella corsa play off. Non è una bella notizia perché si tratta di due avversarie che affronteremo in rapida sequenza nell’ultima settimana di aprile quando avremmo sperato di ritrovarle senza particolari stimoli di classifica.
Ma è solo un dettaglio in una Pasqua che migliore (in chiave azzurra) non poteva essere… Due anni fa (malgrado il 3-1 al Trapani) ed anche l’anno scorso (dopo lo 0-0 con l’Albinoleffe e prima del processo sportivo) vivevamo ansie ben differenti… Sembra di essere tornati nella magica primavera del 2013 quando avevamo messo in cassaforte il discorso salvezza con una serie incredibile di vittorie… e ci apprestavamo a vivere un finale di stagione caratterizzato da sogni comunque bellissimi da cullare… In un mondo che ci propina notizie sempre peggiori ed inquietudini ogni giorno più terribili, teniamoci stretto il nostro microcosmo di una piccola-grande passione che ci fa vivere momenti comunque spensierati e divertenti con amici veri… Buona Pasqua a tutti i cuori azzurri e comunque agli appassionati di calcio di ogni latitudine e… Forza Novara sempre!!!
Ps: chissà se ieri davanti alla tv alle 18 c’erano anche Questore, Prefetto e tutti i responsabili che impongono severissime norme di sicurezza allo stadio “Piola”… Avrebbero visto la curva del Brescia piena di fumo e petardi. Evidentemente la legge non è uguale per tutti, nemmeno a pochi chilometri di distanza...
Massimo Barbero
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