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domenica 14 febbraio 2016 - 08:59
di Massimo Barbero

Ha ragione Paolo Molina… quello di ieri è stato un 1-1 interlocutorio nel contesto di un turno interlocutorio, caratterizzato da tanti pareggi. Sapevo che ci sarebbe stato da soffrire al cospetto di un Como che non perde da 7 turni. La compagine lariana non è più quella di inizio campionato. E non tanto per gli innesti invernali (sono comunque partiti a gennaio uomini-cardine come il roccioso Borghese, il pendolino Jakimowski, il sempre insidioso Ebagua). Perché nel frattempo Festa è riuscito finalmente a plasmare la squadra in corsa come non aveva potuto fare Sabatini ad agosto che per il debutto in Tim Cup aveva appena una dozzina di calciatori a disposizione. Il Como di Sabatini andava in campo per neutralizzare il gioco altrui (e contro di noi c’era riuscito benissimo) ma quando era chiamato a fare la partita faticava tremendamente. Il Como di Festa, con tutti i suoi limiti (altrimenti non si farebbe rimontare sempre…) è una buona squadra, vivace ed efficace. Se non si scoraggerà troppo presto di fronte alle vittorie sfumate… lotterà per la salvezza fino alla fine.

Sapevo che ci sarebbe stato da soffrire anche perché il Novara attuale non è più quello d’autunno e nemmeno il 4-1 all’Avellino mi aveva illuso oltremisura. Ci mancano l’intensità e la coralità dei tempi migliori. E ieri, mi è parso, anche un pizzico di brillantezza fisica. Prima andavamo in trasferta per chiuderci in maniera ermetica e ripartire, implacabili, in velocità. Adesso rimaniamo un po’ a metà del guado… Con in campo Evacuo, Lanzafame e Nadarevic, tutti assieme, non possiamo limitarci ad aspettare gli altri. Non riusciamo ad essere incisivi in avanti. E finiamo col subire quelle ripartenze che vorremmo infliggere a chi ci sta di fronte. Chi non c’è è spesso il migliore in campo… e stavolta ho rimpianto molto quel Faragò acciaccato in  tribuna. E persino il Corazza di ottobre che si sfiancava rincorrendo come un indemoniato gli avversari. Per fortuna Baroni è bravissimo nell’insegnare la fase difensiva ai propri uomini. E così, senza Poli, d’un tratto s’inventa Dell’Orco centrale quasi all’altezza, almeno nelle prime due gare, del suo predecessore.

Il primo tempo di ieri è stato di una noia mortale… e Guido Ferraro mi ha ricordato giustamente quella volta in cui Beppe Viola aveva iniziato una corrispondenza da Como… dicendo che durante la gara si era messo a sbadigliare persino il Lago…

Ad inizio ripresa il Como è partito meglio di noi e Baroni ha rotto presto gli indugi. Fuori Faraoni che stava facendo fatica per tornare al centrocampo a tre del lontano settembre (seppur ora privo degli interni designati in estate Signori, Pesce e, per l’occasione, Faragò). Sono onesto, anch’io avrei voluto vedere Faraoni in una posizione più avanzata. Pensavo che potesse sfruttare con maggiore libertà le sue micidiali accelerazioni. Invece ha fatto tanta fatica, ha preso subito un cartellino giallo ed a quel punto della gara è stato prudente toglierlo. Passando a tre il Novara ha ripreso il controllo delle operazioni per qualche minuto ed ha sprecato un clamoroso contropiede con Nadarevic. Pensavo fosse l’inizio di un finale tutto azzurro-novarese contro un Como un po’ stanco ed allungato. Invece le cose sono cambiate nuovamente nel giro di pochissimi minuti. La formazione di casa ha cominciato ad allargare intelligentemente il gioco ed a sfondare sulle corsie esterne dove c’era più spazio. L’ingresso di Galabinov ha portato il nostro schieramento a spaccarsi pericolosamente in due tronconi. Nell’azione che è sfociata nel gol annullato a Pettinari avevo visto i 3 nostri uomini avanzati disinteressarsi della fase difensiva. E’ stato un campanello d’allarme non raccolto in tempo. Quando Ganz ha portato in vantaggio i suoi la rete del Como era “matura” da una manciata di minuti. Per fortuna stavolta ci è bastato un lampo per acciuffare il pareggio. Ed a quel punto sinceramente ho pensato che avremmo anche potuto vincere la gara. Evidentemente è la stessa illusione che ha indotto gli azzurri in campo ad allungarsi ancora pericolosamente. Siamo andati vicini al colpaccio, ma nel finale abbiamo anche rischiato seriamente di perdere. Curiosa la tattica di Festa che ha lesinato cambi per tutta la gara per poi inserire due uomini freschi dopo aver subito l’1-1. Malgrado la rinuncia finale a Pettinari e Ganz il Como si è reso molto pericoloso con un Gerardi motivatissimo. Onestamente ai punti la squadra lariana avrebbe persino meritato qualche cosa di più… ma dopo i regali dello scorso marzo (assistente Opromolla) e dello scorso settembre… obiettivamente eravamo un po’ in credito con i nostri avversari…

Eravamo in credito anche con tal Federico Gerardi che deve aver stramaledetto il destino… per quella respinta di Da Costa su una rovesciata da copertina… Incassare un gol del genere dall’ex Cittadella all’ultimo secondo di recupero… dopo il suo memorabile rigore alla Reggina dell’aprile 2014 e le beffe verso il pubblico all’uscita dal campo al “Piola” lo scorso settembre… sarebbe stato difficilmente sopportabile… Per fortuna gli dei del pallone… hanno guardato giù, verso il “Sinigaglia”…

Una tirata d’orecchi la merita anche Galabinov che pure ci ha levato, ancora una volta, le castagne dal fuoco. Ma come Andrey… segni un gol decisivo davanti ai tuoi tifosi e non esulti? Ma lo sai che in quella curva c’è gente che vive ogni giorno di “pane e Novara” e fa tanti sacrifici ogni settimana per seguirvi in ogni parte d’Italia? Passi (vero Felice?) per coloro che non esultano per rispetto verso la propria ex squadra… anche se è una moda che non condivido… ma almeno negli altri casi perché negare ai propri supporters più veri (quelli da trasferta) anche la magia di dividere assieme per qualche secondo una gioia autentica?

Nel complesso ieri abbiamo giocato forse meno bene che non a Latina o Chiavari, ma a differenza delle ultime due trasferte un punticino l’abbiamo portato a casa… Al di là degli episodi, davanti adesso abbiamo maggiore qualità rispetto a qualche settimana fa. Ci esprimiamo solo a sprazzi, ma abbiamo tanti uomini in grado di risolvere la partita, anche dalla panchina, in qualsiasi momento. Per il resto Baroni dovrà lavorare ancora un po’ per ritrovare equilibri ed automatismi. E forse la migliore condizione. In B nessuno riesce a giocare bene per sempre e da questa considerazione dobbiamo ripartire, senza farci travolgere da un pessimismo fuori luogo.

Sabato prossimo Novara e Ternana si ritroveranno al “Piola” a meno di 5 mesi da quell’assurdo 3 ottobre… In questo lasso di tempo le due contendenti hanno messo assieme 68 punti in 20 gare (39 noi, 29 gli umbri). Al “Liberati” si era visto che quella di Baroni era già una squadra. Nel frattempo anche Breda ha plasmato una Ternana solida, implacabile in contropiede e con qualche individualità importante… Dovremo avere testa, equilibrio e quella mira che ci era tanto mancata in Umbria…  Forza Novara sempre!!!

Massimo Barbero

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