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lunedė 01 febbraio 2016 - 22:33
di Massimo Barbero

Era tempo che, al rientro da una trasferta a tarda ora, non faticavo così ad addormentarmi per il nervoso accumulato. Da dove si comincia? Dal livello penoso degli arbitri che ogni settimana rovinano il campionato di serie B con errori che, per evidenti ragioni, sfuggono alla gogna mediatica. In questo senso il salto di categoria non si sente, anzi. E’ vero, anche in Lega Pro si vedevano sviste macroscopiche, ma quasi sempre occasionali nel contesto di una direzione. In cadetteria invece ci si imbatte in direttori di gara comunque mediocri che si sentono già al top della loro carriera e si godono la loro fetta di protagonismo dimenticando negli spogliatoi il buonsenso. Una svista con annesse proteste diventa spesso l’occasione per una successiva prova di forza a senso unico. Non voglio parlare di cose trite e ritrite che tutti a Chiavari hanno visto e giudicato. Ieri Manganiello ed i suoi assistenti mi hanno fatto davvero uscire dai gangheri quando, a pochi secondi dal 90’, hanno fermato a scoppio ritardato Galabinov che si stava involando verso la porta avversaria…

C’è anche da riflettere sulle diverse reazioni delle società di fronte ai torti subiti. Due settimane fa il Cesena (sempre nel posticipo delle 17.30 della domenica… all’ora in cui Abodi si distrae per andare a giocare a calcetto con gli amici…) era stato killerizzato a Brescia dal solito Pezzuto. Il giorno prima al Novara erano stati negati due rigori solari a Latina, a casa di Leonardi. Foschi ha fatto il diavolo a quattro negli spogliatoi (rimediando una lunga squalifica) ed il Cesena ha piantato un casino infernale sui giornali nazionali. Ma nelle 2 settimane successive ha avuto 2 calci di rigore a favore e sabato l’Ascoli è rimasto in 9 al “Manuzzi” ancor prima della mezzora. Non si può pretendere una condotta del genere da De Salvo, Morganti e Teti che sono persone serie ed a modo (e di questo va certamente reso loro merito) e non “i furbetti del quartierino” che spopolano nel calcio italiano… Però qualche volta una reazione (civile) decisa e diretta sarebbe meglio di editoriali “trasversali” che prestano sin troppo facilmente il fianco allo scontato rilievo di legami famigliari. Così anche vicende che meriterebbero quantomeno un’inchiesta federale (il caso Gerardi-Coly o il caso Leonardi) vengono comodamente ridotte a presunto gossip di provincia. Apprezzo lo stile del presidente azzurro nella lettera aperta appena pubblicata sul sito ufficiale. E’ una strada lodevole (non so se sia davvero proficua, ma indubbiamente è lodevole) che una volta intrapresa però va portata avanti con coerenza sempre e comunque, evitando che a strillare siano social network o siti comunque vicini alla società.

Difficile parlare di Entella-Novara di ieri senza soffermarsi sugli episodi perché si è trattato della classica gara da 0-0 che poteva essere indirizzata, da una parte o dall’altra, proprio da una situazione avulsa da un contesto di una reale supremazia. Poteva esserlo l’occasione fallita da Corazza in apertura, cosiccome le palle gol liguri che Tozzo ha sventato ad inizio ripresa. Ed ovviamente il pallone che Troest aveva spinto in porta quand’eravamo ancora sul punteggio di parità… Mi spiace per Vicari che sino al momento dell’espulsione aveva giocato una partita impeccabile e si è comunque fatto tradire dalla troppa foga. Io credo che si debba ancora avere fiducia in lui perché è un ragazzo con la testa sulle spalle che può crescere ancora proprio imparando dai propri errori.

Al Novara di Chiavari imputo soprattutto di non aver cercato a dovere (fin quando siamo rimasti in 11 contro 11) di allargare il gioco come lo schieramento scelto da Baroni imponeva. Non ho visto sincronismi né sovrapposizioni tra gli esterni. Faraoni non si è mai proposto in avanti, malgrado potesse contare sulla protezione di Faragò in caso di suoi sganciamenti in proiezione offensiva. Un Nadarevic un po’ avulso dal contesto (ma pericoloso nei paraggi dell’area avversaria) ha lasciato Dell’Orco in balia degli avversari visto che Costa Ferreira spesso si defilava da quella parte. Nel complesso siamo stati un po’ più “belli” della squadra di Aglietti, ma decisamente meno concreti dei padroni di casa al momento di sfruttare le cosiddette “palle sporche”. Ho poi la sensazione che Evacuo stia patendo la stessa flessione invernale post sosta di un anno fa e la rinuncia al Galabinov visto nelle ultime settimane (per quanto sprecone in zona gol) appare in questo momento difficilmente comprensibile.

Sono tra coloro che pensano che se quella maledetta porta del mercato invernale non si fosse mai riaperta… ora avremmo comunque qualche punto in più. Ci siamo buttati sulle trattative di gennaio come se fossimo una squadra al di sotto delle aspettative e non una compagine che aveva chiuso il girone d’andata con 13 punti in più (15 sul campo) rispetto all’obiettivo iniziale. Troppe voci, incertezze, possibilità. Eppure la situazione a fine dicembre era delineata. Ci servivano un esterno più forte di Corazza (Rodriguez o Manconi) che però garantisse la stessa dedizione alla fase difensiva ed un vero rincalzo di Casarini da affiancare a Viola (o Buzzegoli) in caso di flessioni o guai fisici dell’ex del Bologna (Signori aveva dimostrato di non essere adatto a quei compiti). Ed a voler abbondare… un Bergamelli un po’ più forte del simpatico e duttile Dario… in grado di svolgere in maniera almeno dignitosa il ruolo di centrale sinistro e quello di esterno nei momenti di necessità.

Una rosa dev’essere composta da titolari e riserve ed i titolari sono tali perché unanimemente considerati un pelino più forti delle riserve. Per questo non è sbagliato a gennaio andare a cercare proprio il Drascek di turno per garantirsi un elemento sempre pronto in caso di bisogne, ma senza particolari aspettative (proprie ed altrui). Torno al presente per spiegarmi un po’ meglio:  se prendi Lanzafame vuol dire che credi in lui e devi dargli il tempo di inserirsi. Ha senso ingaggiare una sola settimana dopo anche Nadarevic e mandare uno dei due in panchina? Non sarebbe meglio rimanere con un Rodriguez forse meno talentuoso, ma certamente pronto al sacrificio in caso di bisogno? Bolzoni è un acquisto eccellente, anche in prospettiva, ma ha certamente bisogno di giocare con continuità dopo il lungo stop. E noi possiamo permetterci di rinunciare a cuor leggero al duo Viola-Casarini ammirato in autunno? Non sarebbe stato più saggio rifiutare la “proposta indecente” del Carpi per Poli a costo di rinunciare all’ingaggio del giocatore del Palermo che in tanti volevano?

Il “turn over” delle primissime settimane di campionato ci aveva fruttato pochi punti e tante polemiche. Fino allo 0-2 interno con il Como che aveva delineato delle gerarchie ben precise, diventate definitive contro il Cagliari quando, senza lo squalificato Signori, Faragò ha convinto tutti. Rimanevano in piedi solo due ballottaggi destinati a non stravolgere il volto della squadra: Evacuo/Galabinov davanti e Corazza/Manconi/Rodriguez sulla sinistra. Gli altri cambi erano dettati solo da squalifiche, infortuni o rotazioni per impegni ravvicinati. “Una squadra non si costruisce in pochi giorni…” ripeteva soddisfatto Baroni nei momenti più felici. Si era venuta a creare un’alchimia tattica e caratteriale che adesso sembra onestamente già smarrita. Ci vorranno tempo e pazienza per ritrovarla ed in questo senso non ci aiutano gli episodi negativi delle ultime settimane che rischiano di toglierci anche una bella fetta di serenità. Forse da questo “miniribaltone” di gennaio uscirà un Novara persino più forte e completo di quello ammirato in autunno, ma so che nel frattempo ci sarà ancora da soffrire… Sarà il sonno perduto o la rabbia per come è maturata la sconfitta di ieri… ma onestamente stamattina io sono meno ottimista di quanto non lo fossi all’indomani dello 0-2 di Terni quando tutti già vedevano nero… In ogni caso più forte di prima ed a testa alta di fronte alle ingiustizie… Forza Novara sempre!!!

Massimo Barbero

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