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lunedė 16 novembre 2015 - 22:49
16 maggio 1982: Novara-Spezia 1-0

Non tutti siamo nati con la maglia azzurra addosso sin dalla culla… E non è mai troppo tardi per scoprire qual è la “vera” squadra del cuore, quella che sa trasmetterti emozioni uniche. Domenica 16 maggio 1982 è una data che rappresenta uno spartiacque abbastanza netto nella mia crescita da tifoso, a nemmeno 10 anni.

Avevo debuttato allo stadio “Marmo” quasi 5 anni prima, per un Novara-Spal ultima gara interna di B… Ma da bambini si tifa sempre per la squadra che vince… e risultava per me difficile appassionarmi ad una formazione ultima in classifica in B eppoi quasi ultima in C1… Il primo vero coinvolgimento era arrivato solo nel campionato ’81-82 grazie alle radiocronache di Gianni Milanesi che “alla Nicolò Carosio” raccontava partite ogni volta e comunque emozionanti, ricche di “quasi gol”. Avevo cominciato a chiedere, con sempre maggiore frequenza, di essere portato allo stadio. In autunno potevo accedere alle gradinate per soli 45 minuti “per non prendere freddo”, d’inverno ero sempre a casa con il mal di gola. Ma l’arrivo della primavera mi aveva permesso di vedere partite del Novara dal vivo per intero. A cominciare da un Novara-Savona di Coppa finito (male per noi) ai rigori il sabato di Pasqua. Da quel giorno avevo assistito a tutte le gare casalinghe successive, ormai ininfluenti per un campionato già compromesso. Quasi sempre però ero più attento alle notizie che arrivavano dalle radioline che non a quanto succedesse sul campo verde di Viale Kennedy.

Eh si, perché all’epoca ero juventinissimo. La prima squadra di Trapattoni (51 punti su 60 in campionato) rappresenta per me un mix insuperabile di qualità tecniche e personalità degli interpreti. Crescendo avevo preso contatto con le prese in giro dei compagni di scuola e con la possibilità (timore) che anche la Juve perdesse qualche partita di campionato. Così avevo seguito la stagione ’81-82 con un ansia domenicale resa magica dalla sacra contemporaneità delle partite. Allora si giocava tutti alla stessa ora, qualsiasi Lega (dalla A alla terza categoria) faceva iniziare le proprie sfide all’orario imposto dalla Federcalcio. In meno di un paio d’ore cominciava e finiva tutto…

Quella domenica 16 maggio 1982 si sarebbe deciso moltissimo. Innanzitutto il duello scudetto Juve-Fiorentina con le due squadre appaiate in testa alla classifica, a soli 90 minuti da un epico spareggio. Ma in cartellone c’era anche una crudele lotta per non retrocedere che coinvolgeva club di blasone assoluto come Bologna, Genoa ed addirittura Milan. Emozioni che potevano far dimenticare agli sportivi italiani, almeno per un po’, la tragedia di una settimana prima quando a Zolder l’idolo Gilles Villenueve era morto a seguito di un assurdo incidente a pochi minuti dalla fine delle prove.

La C2 aveva pochissimo da dire, quantomeno in chiave promozione. La Carrarese di Orrico aveva già festeggiato da tempo il salto di categoria. La Pro Patria l’avrebbe fatto quel pomeriggio stesso: le sarebbe bastato battere la “cenerentola” Casatese” allo “Speroni”. “La Stampa” di quella mattina dava più spazio all’Omegna a caccia di punti salvezza che non al Novara in cerca del platonico terzo posto.

Il vociare e la battute da stadio mi sarebbero servite per assorbire meglio l’ansia da radiolina. La domenica precedente mio padre mi aveva portato a fare un giro in bici a Monticello, ma il ritorno a casa era stato amarissimo con la notizia, tutta d’un fiato, dello 0-0 casalingo della Juve e dell’aggancio della Fiorentina. Con tanto di sfottò di un tifosissimo viola, collega di lavoro del nonno. Stavolta mentre imbocchiamo Corso Vercelli Barbero senior prova a prepararmi a reggere la delusione di una possibile sconfitta bianconera… con un lungo discorso che si regge su una filosofia di base “vincere sempre non è poi nemmeno bello…”

Allo stadio ci sono 555 paganti (record negativo stagionale) e tante radioline accese. Fa un caldo ormai estivo sui gradoni dei distinti. Galbiati schiera una squadra quasi tipo: tra i pali è tornato Pietro Villa anche per l’infortunio del promettente Beccari che aveva giocato le ultime gare. In difesa agiscono i giovani Elli e Brustia con il veterano Lugnan e Pari libero. Flavio Gioria è l’uomo di spinta di un Novara che ha in campo entrambi i Masuero (Cristiano e Luciano). Davanti non c’è Ramella acciaccato e così Antonelli e Morgia sono gli uomini che dovrebbero innescare Severino Zanotti. Oreste Morgia è l’uomo in grado di infiammare i tifosi perché con le sue giocate può risolvere in qualsiasi momento una partita bloccata. La sua stagione era iniziata in maniera promettente, ma si è trascinata con tanti alti e bassi che fanno pensare che non sarà riscattato dal Pavia nel prossimo mercato. Zanotti è il bomber che abbiamo rimpianto per diversi campionati di C2, l’uomo capace di arrivare a quota 15 gol già prima della fine dell’inverno… Il problema è che una volta giunto a 15… da lì non si è più schiodato… ed il Novara ha lasciato punti in casa determinanti, perdendo con Omegna e Legnano e pareggiando a fatica con il Lecco. Lo Spezia non dovrebbe avere più assilli di classifica eppure ha cambiato l’allenatore in settimana (probabilmente optando per una soluzione interna). Nelle file degli “aquilotti” gioca l’ex Paolillo e quell’Alberto Boggio che nell’era Borgo sarà l’allenatore della nostra “Berretti”.

Sfumata la promozione, il Novara ha cominciato a vincere almeno le partite interne per allontanare gli spettri della contestazione. Fuori casa sono giunte invece sconfitte in serie quasi indolori per una squadra già condannata ad un altro anno di C2.

Nel primo tempo gli azzurri attaccano svogliatamente verso la Curva Sud con gli ospiti che si rendono minacciosi in contropiede. Il caldo fiacca ulteriormente ritmi che già di per sé non sarebbero altissimi. Le emozioni arrivano dalla radiolina e tutte dalle zone basse della classifica. Il Bologna passa subito in vantaggio ad Ascoli e si illude di una rimonta che avrebbe del miracoloso. Ma anche il Genoa è avanti a Napoli grazie ad un guizzo di Briaschi. Il Milan vede le streghe a Cesena per un gol di Oliviero Garlini proprio prima del riposo. E Juventus e Fiorentina? Entrambe bloccate sullo 0-0, a Catanzaro ed a Cagliari. Lo spettro dello spareggio si sta materializzando!

Ad inizio ripresa il Novara comincia ad attaccare con sempre maggiore convinzione. L’ingresso di “Cavallo pazzo” Guidetti al posto di un Cristiano Masuero ormai demotivato (si rifarà con gli interessi l’anno successivo con la maglia del Fanfulla…) rende più pericolosa la manovra offensiva dei nostri. Ma il gol azzurro arriva soltanto a seguito di un classico episodio. E’ il 27’ quando Alessandro Antonelli tenta un tirocross dalla destra che passa in mezzo ad una selva di gambe ed inganna il portiere Menconi che si aspettava una deviazione. Zanotti invoca un suo tocco che dagli spalti nessuno ha visto (ma allora non c’erano le telecamere!)

Ma poco dopo… accade l’episodio davvero memorabile di quella domenica… C’è una punizione nei pressi dell’area di rigore dello Spezia… quando l’arbitro di gara (il non ancora celebre Werther Cornieti di Forlì) stramazza improvvisamente al suolo… Tutti noi siamo stati abituati a vedere direttori di gara bloccati in campo da guai muscolari… ma è ben più rado vedere un arbitro colpito da un vero e proprio malore! Sta di fatto che con Cornieti a terra soccorso dai sanitari… lo stadio si infiamma improvvisamente… C’è un calcio di rigore a Catanzaro e qualcuno urla… “Rigore per il Catanzaro!”. Mi avvicino tremante ad una radiolina… e sento invece la voce di Ciotti gracchiare: “Tira Brady… rete”. Il penalty era per la Juve ed il buon Sandro l’ha raccontato come se fosse un gol in una partitella del giovedì, senza alcuna enfasi! In pochi minuti succede di tutto in serie A! Il Milan passa da uno 0-2 che sa di condanna inesorabile ad un 3-2 che avrebbe il significato di salvezza miracolosa. Anche perché adesso il Bologna è sotto ad Ascoli ed il Napoli vince contro il Genoa… E Cornieti? Si rialza e porta a termine il match senza troppo recupero anche per non abusare delle proprie cagionevoli forze. L’indomani Renato Ambiel scriverà su “La Stampa” di “spasmo gastrico”. Nelle file degli azzurri entra anche il giovane Rocca al posto di Morgia ed il Novara porta a casa la vittoria senza penare troppo.

Ed in serie A? Il finale è amarissimo per il Milan… perché il Napoli si rilassa un po’ troppo e concede il 2-2 al Genoa che condanna i rossoneri in B assieme al Bologna (ed al Como rassegnato da tempo). E’ l’inizio della grande amicizia tra le due tifoserie. Enrico Ameri da Cagliari annuncia lo 0-0 al “Sant’Elia” che vuol dire ventesimo scudetto della Juventus… che dunque ha appena pareggiato i conti con l’Hockey Novara. Dei veleni per un gol annullato a Graziani e per un rigore non dato al Catanzaro non c’è ancora traccia… Tiro un sospiro di sollievo… lo stress è finito… il triangolino tricolore rimarrà per un altro anno sulle maglie bianconere… Di lì a qualche chilometro, a Busto Arsizio, si esulta per il gol promozione firmato da Maruzzo.

Pregusto già l’ultima gara casalinga del Novara con il Pergocrema quando potrò divertirmi ascoltando le battute dei frequentatori dei distinti… senza più dovermi preoccupare delle notizie che arrivano dalle radioline… Ed invece proprio contro il Pergocrema accade una cosa strana… sul 2-1 per noi… il mio cuore comincia a battere forte, come e più per una partita della Juventus… E’ una partita che conta pochissimo per la classifica… ma che è diventata importantissima per me… voglio vedere vincere ancora il Novara… La scintilla è scoccata e le magie di Fabio Scienza all’inizio della stagione successiva faranno il resto. Da quell’istante per me il risultato più importante di ogni domenica calcistica sarà sempre e soltanto quello degli azzurri… A quasi 10 anni ho scoperto finalmente qual è la mia vera squadra del cuore…

Massimo Barbero

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