L'editoriale Azzurro
lunedė 16 novembre 2015 - 07:17
di Massimo Barbero
C’è una sola cosa peggiore di un viaggio di ritorno dopo una sconfitta. E’ essere a casa a ripensare ad una sconfitta senza neanche poter dividere l’amarezza con i propri compagni di sventura… Almeno dopo Crotone o Terni avevamo avuto una domenica davanti… per smaltire la delusione… prima della sveglia del lunedì…
Questa battuta d’arresto però è diversa rispetto a quelle maturate allo “Scida” o al “Liberati”. Allora davvero gli azzurri non avevano nulla di che rimproverarsi… se non una serie incredibile di errori sottoporta… Stavolta abbiamo colpevolmente atteso di pigliare uno schiaffo prima di reagire. Peccato perché la Salernitana vista oggi non era certo un avversario insuperabile. Non a caso aveva sempre preso gol nelle 12 partite disputate. Una fragilità difensiva confermata anche dal convulso finale nel quale siamo andati comunque ripetutamente vicini al pareggio.
Certo, vale anche il rovescio della medaglia… Stavamo gestendo bene la gara, senza correre troppi rischi, perché svegliar can che dorme? In fondo la squadra di Torrente ha comunque un parco giocatori (almeno tra centrocampo ed attacco) di tutto rispetto per la categoria. E l’Arechi con è lo stadio di Meda, con tutto il rispetto… Baroni però nel dopogara ha dato una lettura non entusiastica della partita. Ed io dall’esterno me ne approprio. Non possiamo permetterci di abbassare i ritmi perché ciò ci porta, quasi sempre, a correre rischi ben maggiori di quelli che toccano ai nostri avversari. In fondo il gol di Donnarumma non è arrivato del tutto come un fulmine a ciel sereno, ma al culmine del miglior momento dei padroni di casa. La squadra di casa non stava facendo cose trascendentali, ma da inizio ripresa aveva innegabilmente cominciato a spingere di più…
Sta diventando il nostro tallone d’Achille… l’incapacità di dare una spallata determinante a formazioni in crisi. Abbiamo fatto resuscitare il Crotone, la Ternana, persino il Como (per una sera) ed ora la Salernitana. Soltanto con i lariani la sconfitta è il frutto di una partita in cui l’avversario ci ha messo effettivamente in difficoltà (nel senso che è riuscito a bloccare il nostro gioco). Nelle altre occasioni siamo stati noi a non saper dare il colpo di grazia ad un avversario traballante. Per errori in zona gol, per qualche errore arbitrale (in Calabria intendo) ed un difetto di personalità che riemerge nelle partite apparentemente più alla nostra portata.
Forse, per assurdo, sarei meno arrabbiato (e preoccupato) se avessimo giocato male a Salerno. Perché ci sta di giocare male qualche volta. In serie B capita a tutti, persino alle grandi. E quando giochi male la sconfitta è una conseguenza quasi fisiologica (salvo episodi o giocate estemporanee). Ma noi, mannaggia, riusciamo anche a perdere partite in cui giochiamo bene. O almeno bene quanto l’avversario, come è successo a Salerno. Mica sempre potremo giocare bene… Che cosa ci capiterà quando avremo un’inevitabile flessione? Riusciremo a riportarci a casa almeno qualcuno dei punti lasciati per strada in quest’autunno di sprechi?
Se nelle interviste dopo Brescia la parola d’ordine era “equilibrio” dopo Salerno la parola d’ordine è diventata “autocritica”. Baroni, Faragò e Poli hanno avuto un atteggiamento davvero positivo davanti ai microfoni. Niente piagnistei o imprecazioni alla sfortuna. Se abbiamo perso vuol dire che dobbiamo fare meglio a partire dalla prossima sfida. Migliorare non vuol dire non sbagliare più (nemmeno i top player non sbagliano mai, nè sottoporta nè nella propria area di rigore). Migliorare vuol dire cercare di avere sempre di più l’atteggiamento giusto in settimana e nelle varie situazioni che si presentano nel corso di una partita. Gli errori di Corazza e Galabinov in zona gol sono eclatanti. Ma a mente fredda mi arrabbio di più per quel pallone non difeso da Simone nell’azione del vantaggio campano… E per quel contropiede vanificato da Andrej con un eccesso di egoismo davvero fuori luogo in un periodo in cui le cose non girano benissimo per lui.
La B è una corsa a tappe massacrante. Il valore di una squadra lo si ricava dalla media tra le giornate positive e quelle non. E più si va avanti nelle giornate più il giudizio diventa attendibile. Non bisogna esaltarsi più di tanto quando le cose vanno bene, né deprimersi eccessivamente durante le serie negative. Prima o poi il vento cambia ed è soprattutto allora che ci si può rendere conto di quanto valga una compagine. La capacità di rialzarsi dopo uno scivolone è un indice quasi infallibile per capire come andranno le cose. Il Novara di Tesser in B si risollevava quasi sempre dopo le (poche) battute d’arresto. Dopo la sfortunata sconfitta di Torino avevamo rifilato 4 pere al Livorno, dopo il brutto doppio tempo di Varese (pioggia e non) eravamo riusciti a sotterrare a domicilio il Portogruaro. Altrettanto… è fondamentale saper dare continuità ai risultati quando il vento gira finalmente a proprio favore… Nel 2012 con Aglietti era bastata una vittoria (col Padova) per ripartire di slancio… Un anno dopo ad ogni successo dicevamo che sarebbe stato finalmente quello della svolta che in realtà non è mai arrivata…
Per questo la partita con lo Spezia di sabato prossimo diventa di fondamentale importanza per capire di che pasta siamo fatti. Dalla prestazione azzurra (ancor più che dal risultato) potremo cogliere che cosa ci attende da qui a maggio. Non eravamo una squadra materasso dopo la sconfitta di Terni… non siamo diventati una corazzata dopo i 6 risultati utili consecutivi che l’hanno seguita…
Non è mai simpatico parlare di singoli, ma almeno dall’esterno possiamo permetterci di farlo. Vista l’assenza di Viola, spero di vedere in campo Buzzegoli. Non ha certo convinto né nel primo tempo con l’Avellino né nell’intera gara con il Como. Ma Daniele merita un'altra chance, importante, da sfruttare nelle condizioni più congeniali. Un anno fa di questi tempi eravamo qui ad applaudirlo per il suo rientro in campo, tenendo le dita incrociate ad ogni contrasto. “Buba”, insieme a tutti i compagni, ci ha riportato a casa. Con l’umiltà e lo spirito di sacrificio che lo contraddistinguono da sempre. Ammiro la classe di Viola (cresciuto molto da quando ha Casarini al suo fianco) ma tifo per Daniele. Come per tutti gli azzurri che adesso giocano meno...
Ho seguito 5 minuti del primo tempo di Spezia-Cagliari e sono rimasto colpito dalla manovra degli “aquilotti” che stavano mettendo alle corde la capolista… Contro Pro Vercelli ed Entella avevo visto una squadra (lo Spezia intendo) molto più dimessa e perforabile. Ho riacceso la tv… ed il punteggio era di 2-0 per gli ospiti (che poi hanno incrementato su autogol)… a conferma che il calcio è talvolta indecifrabile… La partita di sabato… Bjelica o non Bjelica… sarà difficile ed insidiosa… Dunque tanta fame (di punti) in campo e voce in abbondanza sugli spalti… Forza Novara sempre!!!
Massimo Barbero
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