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domenica 08 novembre 2015 - 09:22
di Massimo Barbero

Magnus Troest parlando ai microfoni di “Azzurra” in un italiano più che apprezzabile ha ripetuto un paio di volte la parola “equilibrio”… Lo stesso vocabolo su cui si era soffermato mister Baroni qualche secondo prima…  Guai a perdere l’equilibrio dopo una giornata del genere! Dobbiamo continuare a guardare la classifica considerando che abbiamo 7 punti di vantaggio sulla zona play out. Con la stessa umiltà e fame di punti che avevamo dopo Terni. O anche dopo il derby vinto a Vercelli, alla vigilia del terribile ciclo di ferro (che ci è valso 10 punti su 12). La B è una bestia strana… forse non è del tutto un caso che il primo scivolone del Brescia sia giunto all’indomani dell’intervista in cui il giovane Coly parlava, con il comprensibile entusiasmo dato dai suoi vent’anni, di serie A… E che il Pescara del presidente dal palato fine Sebastiani, dopo il poker al Crotone, sia incappato in due sconfitte di fila!

Sgombriamo il campo da equivoci. Ieri il Novara si è dimostrato più forte del Brescia in tutto e per tutto, sin dal primo tempo. Ma a rendere la differenza così netta ci ha pensato un episodio, scaturito da quella grande giocata di Gonzalez che ha mandato in cortocircuito la coppia centrale delle “rondinelle” ed obbligato Minelli ad un fallo da rigore e da espulsione. Dall’1-0 in undici contro undici siamo passati in pochissimo ad un 2-0 in undici contro dieci. E da quel momento non c’è stata davvero più partita.

Forse Baroni ha cominciato a vincere questa sfida con la squadra di Boscaglia nel momento in cui ha scelto di far rifiatare Pablo nel turno infrasettimanale con il Pescara. Le accelerazioni dell’argentino si sono rivelati letali per un avversario discreto dalla cintola in su, ma estremamente fragile nel proteggere la propria retroguardia andata ripetutamente in tilt di fronte all’incedere degli azzurri con palla a terra e tocchi in profondità. Ha ragione Dado… il cambio di modulo ha giovato soprattutto all’attaccante di Tandil che dal Cagliari in poi (a Vercelli aveva giocato ancora esterno) è tornato ad essere imprendibile. Fondamentale per lui anche il supporto di Felice che nelle prime giornate si era visto in campo solo per un pericoloso (per gli altri) scampolo di gara ad Avellino.

Già al 3’ l’assist di Gonzalez ha permesso ad Evacuo di sbloccare il risultato rendendo la gara in salita per Caracciolo (Antonio) e compagni. D’accordo, anche altre volte il Brescia era passato in svantaggio subito eppoi era riuscito anche a capovolgere il risultato. Ma stavolta l’assenza del vero Caracciolo (Andrea) e del capocannoniere (ma con 4 rigori!) Geijo rendeva (anche psicologicamente) meno semplice la rimonta per i nostri avversari. In quel frangente siamo stati bravissimi nel contenere l’arma più pericolosa della formazione di Boscaglia: gli inserimenti dei tre centrocampisti che agivano alle spalle di Abate. Grande l’applicazione di Faraoni e Dell’Orco, ma ottima anche la dedizione di Faragò e Rodriguez nell’evitare quelle infilate che talvolta prendevamo nelle primissime gare di campionato. Anche Signori è stato molto diligente nel non far rimpiangere più di tanto Casarini. Dunque gli ospiti si sono mossi benino dalla tre quarti campo in su, ma raramente riuscivano ad essere pericolosi. Non dimentichiamo che questa è una squadra che aveva segnato 3 gol sul campo del Como ed altri 3 sul campo dell’Avellino! Per contro, nel primo tempo, non abbiamo sfruttato a dovere tante situazioni interessanti al momento di ripartire con un Gonzalez fin troppo frenetico.

Fino al 45’ avevamo comunque giocato una partita alle soglie della perfezione: colpendo alla prima occasione eppoi rischiando pochissimo a fronte della reazione avversaria. Però all’intervallo ero un po’ preoccupato. E non tanto per quello che avevamo visto sino a quel momento. Ma perché temevo che alla lunga sarebbe uscita la stanchezza del recupero infrasettimanale (mi pare che anche lo spettacolare Pescara qualche problema l’abbia avuto…) nei muscoli di un collettivo che stava interpretando la partita in maniera estremamente generosa.

Ed invece siamo riusciti a chiudere presto i conti in contropiede. Dapprima Evacuo ha sprecato il pallone del 2-0 offertogli da Dell’Orco. Poi Pablo ha propiziato il massimo risultato possibile con una sola azione: espulsione del portiere avversario e rigore della tranquillità. Novara-Brescia è finita nell’esatto istante in cui Evacuo trasformava il penalty del raddoppio. Ma siamo stati bravi nello spingere subito sul piede dell’acceleratore. Pavia ci ha insegnato che in frangenti del genere bisogna dare allo sfidante il colpo del kappao prima che ritrovi energie, in quel momento, insospettabili.

Sono molto contento anche per il gol di Galabinov e per l’abbraccio dei compagni che l’hanno sommerso sotto la curva. Come il Novara di metà settembre non poteva fare a meno di Evacuo, così questo Novara non può rinunciare a cuor leggero a cercar di ritrovare il Galabinov delle prime 2-3 partite di campionato. Non è un discorso meramente retorico… La B è una lunga maratona… anche nel magico 2010-11 i gol di Rubino furono determinanti nel tenerci a galla quando Bertani era kappao e/o Gonzalez pareva aver finito la benzina.

Ieri Danny Faranna in diretta radio, con la sua straordinaria naturalezza, ha centrato una domanda che ha fatto uscire il vero Baroni che ha replicato prontamente: “Talvolta nel calcio il mio atteggiamento equilibrato viene scambiato per altro… In realtà io sono mosso dentro dal fuoco della passione e lo trasferisco ai miei giocatori”. Vogliamo proseguire ancora con la leggenda del “camomillo”? O renderci conto che un Novara del genere può esistere solo grazie ai valori caratteriali che sa infondere il suo allenatore (dedizione, determinazione, applicazione)? Oppure preferite chi fa i teatrini alla Eziolino Capuano? E’ forse dalle dichiarazioni in sala stampa che si percepisce se un allenatore trasmette davvero la grinta ai suoi? Non lo si dovrebbe misurare dall’atteggiamento dei giocatori in campo? L’era degli imitatori dei Mourinho e dei Sannino (fermo restando il valore degli “originali”) sta pian piano finendo. Preferisco chi dimostra di saper insegnare calcio a chi sbraita davanti a microfoni e telecamere per far vedere al mondo intero che è capace di sbraitare anche negli spogliatoi…

A fine agosto avevo scritto che non riuscivo a giudicare questa squadra dalle amichevoli (Tim Cup compresa) giocate al netto dell’intensità che in campionato avremmo ragionevolmente messo. Ed in effetti (ricordate la sgambata con il Como disputata sotto il sole cocente alle 3 di pomeriggio?) sembravamo lenti, prevedibili, monotoni. Per fortuna, dopo qualche “stecca” iniziale, il calcio da tre punti (e qualche sconfitta di troppo) ci hanno trasmesso quel “fuoco sacro” che è il grande valore aggiunto dell’attuale Novara. Se lo manterremo e solo se lo manterremo (e se conserveremo una condizione atletica sufficiente per supportarlo) potremo pensare a stare in pianta stabile in posizioni di classifica simili all’attuale. Ma per adesso prendiamo questi punti come graditissimo fieno in cascina…

Per finire… So che è un argomento impopolare…  ma devo fare i complimenti alla tifoseria del Brescia che negli ultimi anni mai avevo visto così compatta e numerosa, anche nelle trasferte vicine. Evidentemente da quelle parti sono bastati due mesi di buon livello per dimenticare la retrocessione dello scorso campionato e ritrovare l’entusiasmo perduto. E dire che dal 1985 in poi le rondinelle hanno sempre fatto “quantomeno” la B! Per contro ho la sensazione che a Novara si considerino questi risultati (avevo fatto un discorso del genere anche in occasione dei play off con l’Empoli del 2013) come un qualcosa di scontato, quasi il minimo sindacale dovuto (?) dall’attuale proprietà. Nell’autunno 2010 sentivo gente in giro (che probabilmente mai era stata al “Piola”) organizzarsi per l’arrivo dell’Atalanta… Adesso, per contro, battere in rapida sequenza Cagliari, Pescara e Brescia… viene considerata una cosa del tutto normale…

Ed invece l’essere rientrati in cadetteria (e su questi livelli) dopo un solo anno va visto come un motivo di grande orgoglio. Un Novara-Brescia del genere giocato in un pomeriggio di sole quasi primaverile… meritava una cornice di pubblico un pochettino più importante, a sostegno di una squadra reduce da 4 vittorie ed 1 pareggio. D’accordo, io ho vissuto per anni con il complesso di inferiorità anche nei confronti dell’Ospitaletto… e non è certo questa la dimensione dell’amato Novara! Però credo che la nostra città (e la nostra provincia) debbano dare qualcosina di più a livello di presenze e di partecipazione. Per non rimpiangere un giorno quello che stiamo vivendo adesso… come noi “figli della C2” abbiamo rimpianto a lungo i ruggenti anni settanta raccontati da padri e fratelli maggiori. L’invito a tutti i novaresi è quello di portare il proprio figlio allo stadio per un pomeriggio comunque distante dalle tensioni che si vivono in altre realtà. Al massimo il piccolo imparerà qualche parolaccia o qualche gesto che comunque ha già visto fare a scuola. Ma si divertirà molto di più che stando davanti alla tv! E forse nascerà in lui l’orgoglio di tifare per la squadra della propria città… quella che può anche retrocedere o riservare delusioni in serie… Ma che è capace di trasmettere emozioni e (talvolta) gioie inimmaginabili per chi vive la passione del calcio solo tramite il filtro della pay tv. Riproviamoci tra due settimane con lo Spezia! E’ così bello andare allo stadio a tifare e sventolare i nostri vessilli azzurri… al grido di… Forza Novara sempre!!!

Massimo Barbero

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