L'editoriale Azzurro
domenica 04 ottobre 2015 - 10:21
di Massimo Barbero
C’era una volta il primo Empoli di Sarri… Nel 2012 dopo 9 partite in serie B aveva 3 punti in classifica (4 sul campo ed 1 di penalizzazione). All’indomani dello 0-3 interno del 14 ottobre con l’Ascoli di Zaza tutti davano per scontato l’esonero del mister che già veniva da un esonero a Sorrento in Lega Pro… Invece il presidente Corsi (che nell’anno precedente aveva cambiato 3 allenatori eppoi richiamato Aglietti) difese a gran voce il proprio tecnico… ribadendo che sarebbe stato con lui fino alla fine. Da questa fiducia incondizionata ed irrituale, urlata così forte da far notizia la sera nei commenti tv, si è consolidata una delle realtà italiane più belle degli ultimi anni.
La coerenza non è quasi mai una colpa nel calcio. Baroni è coerente con un progetto tecnico sul quale ha lavorato per tutta l’estate. Anche il Novara dev’essere coerente con le scelte fatte in primavera quando è stato allontanato un allenatore che aveva appena vinto un campionato (in circostanze molto particolari) per compiere un percorso diverso. Che ora non può essere rinnegato alle prime difficoltà.
Sostengo da anni che il giocattolo Novara si sia rotto nell’estate-autunno 2012 quando è stato confermato Attilio Tesser con la riserva mentale di poterlo allontanare poi ai primi risultati negativi perché non più gradito ai neo direttori Faccioli-Giaretta e forse alla proprietà. Ricordo bene l’amarezza provata ad Ascoli quella sera in cui il ds proveniente dalla Caratese disse in diretta radio che il modulo con cui giocava la squadra non era quello giusto… Tesser forse non è il migliore allenatore del mondo e nemmeno l’unico allenatore possibile. Ma rappresentava una certezza su cui costruire ancora qualcosa di solido nel tempo. Per i risultati che aveva raggiunto, per la sua serietà, per il feeling che aveva cementato con una piazza alla quale era pronto a dare tutto sé stesso. In quell’istante della “sparata” di Giaretta rinunciavamo a delle certezze per rimpiazzarle con un casino che è proseguito in un biennio caratterizzato da confusione dei ruoli a Novarello ed, alla lunga, anarchia sul campo. Il Novara società da prendere ad esempio era diventato un club come tutti gli altri, pronto a cacciare gli allenatori al primo vento contrario.
Per questo ho apprezzato molto l’equilibrio con cui è stata gestita da Teti e dalla proprietà la minicrisi dell’inizio dello scorso campionato (prima di Venezia eravamo quasi in zona play out) quando in molti già volevano la testa di Toscano. Se avessimo esonerato l’allenatore dopo la sconfitta di Sassari… tutto sarebbe naufragato. Nemmeno Mourinho sarebbe riuscito a portarci su… in una stagione caratterizzata da eventi tanto singolari…
Mi obietterete che Toscano però, proprio dopo Sassari, ha cambiato modulo… Vero, ma non è stata una scelta imposta (il tecnico calabrese non l’avrebbe mai accettato) è stata una riflessione fatta sottovoce, nelle quattro mura dello spogliatoio. Toscano non ha rinnegato sé stesso, né la difesa a tre sulla quale aveva lavorato sin da luglio. Ha semplicemente apportato un correttivo simile a quello che aveva attuato due anni prima in B quando era alla guida della Ternana.
Torniamo al presente e cerchiamo di essere razionali. Questo Novara finora ha sbagliato una sola partita, quella di lunedì sera contro il Como. Contro l’Avellino abbiamo avuto un po’ di fortuna, ma contro il Latina abbiamo avuto anche tanta sfiga. Ed a Crotone ed a Terni non abbiamo fatto risultato pieno non per mancanza di grinta o altre amenità del genere… Ma semplicemente perché nella prima ora di gioco abbiamo fallito l’incredibile a tu per tu con il portiere avversario.
Dunque mi pare evidente il problema principale. Al mercato estivo abbiamo comprato bene in difesa (portiere compreso) ed a centrocampo, ma non abbiamo fatto il necessario salto di qualità in avanti, specialmente nell’ottica di un attacco a tre. A Corazza-Evacuo-Gonzalez abbiamo aggiunto un Manconi ancora in cerca di consacrazione ed un Rodriguez che finora non ha certamente convinto. Finchè Galabinov ha fatto la differenza ci siamo esaltati, ma ora che il bulgaro pare l’ombra di sé stesso… son dolori... Questa è l’unica riflessione oggettiva che può ispirare un cambio di modulo, non le frasi fatte che si sparano dopo ogni sconfitta. L’altra considerazione è che 6 partite di campionato ormai hanno dettato delle gerarchie ed è tempo di ripartire dalle certezze (anche per evitare che tutti si sentano sempre sotto esame) ed evitare un turn over esasperato.
Ieri per un tempo c’è stata una sola squadra in campo. La Ternana si affidava alle ripartenze ed a qualche palla persa da noi. Dopo i rischi corsi nei primissimi minuti i padroni di casa sono stati abili ad indietreggiare, per limitare il nostro raggio di azione. Ma anche in un contesto siffatto nell’ultimo quarto d’ora del primo tempo siamo riusciti a proporre delle manovre ben congegnate, palla a terra.
La ripresa è stata diversa, con il Novara un po’ sfiduciato dalle troppe occasioni sciupate e la Ternana finalmente convinta di poter cercare il colpaccio. Se analizziamo la cronaca però Da Costa, gol a parte, non ha mai compiuto veri interventi. Breda è stato bravo ad apportare dei correttivi giusti dalla panchina (ed ad azzeccare la mossa Falletti) e Baroni forse ha tardato troppo ad intervenire con dei cambi per far rifiatare qualcuno. Ma nel complesso la storia della gara ha visto un Novara padrone del campo ma sprecone al cospetto di una Ternana cinica e fortunata.
Come si esce da una situazione del genere? L’ispirazione me l’ha data ieri sera Paolo Molina, quando ero ancora maledettamente lontano da casa. Quest’inizio campionato ricorda molto quello del settembre 2006 quando dopo 3 giornate avevamo 0 punti in classifica in serie C1. Mentre tutti invocavano ribaltoni di ogni genere… io scrissi un “editoriale” nel quale ribadivo che il Novara di Vieri ed Espinal era certamente superiore a quella Pro Sesto che pure ci aveva appena battuto a domicilio con tanta fortuna. Da quella professione di fede ad oltranza… nacquero i “Pazzi e visionari” ed il loro incrollabile ottimismo. Vieri ed Espinal non si trasformarono d’incanto in bomber da doppia cifra… ma a Natale avevamo 26 punti (in 17 gare) ben lontani da quelle paure di inizio autunno. Ed il primo mattoncino verso la risalita lo riuscimmo a mettere in una trasferta a Pavia che, per ovvie ragioni, ci ricorda molto il viaggio a Vercelli di sabato prossimo… L’esperienza insegna che pensare positivo in certi frangenti è molto più utile che ostinarsi ad improvvisarsi supertecnici ad oltranza… Forza Novara sempre!!!
Foto by www.umbriaon.it
Massimo Barbero
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