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domenica 12 luglio 2015 - 20:02
di Massimo Barbero

Era un caldo sabato mattina di inizio novembre, eravamo reduci da un interlocutorio 2-2 allo “Scida” e Danny Faranna, al momento di imboccare un sentiero di montagna che ci avrebbe permesso di scoprire la realtà ancora noi sconosciuta delle “Valli Cupe”, mi disse: “Meglio fare dei campionati come il Crotone che costruisce la squadra con pochi soldi e tanti giovani, ma si salva regolarmente…”.

Era finita da tempo l’estate 2013, quella passata a sperare che Gonzalez non andasse a Verona che Rigoni e perfino Lazzari resistessero alle offerte di categoria superiore pur di rimanere in azzurro. I tre big non erano partiti, ma della squadra della “remuntada” era rimasto solo il ricordo; alcuni protagonisti determinanti, ma soprattutto l’unità d’intenti ed il carattere dei giorni migliori non ci appartenevano più. In terra calabrese avevamo salvato la pelle quasi esclusivamente grazie al fatto che i padroni di casa avevano giocato più di un tempo in dieci. Però nemmeno in vantaggio di un gol (prodezza di Lazzari) e di un uomo a 20 minuti dal termine… eravamo riusciti a portare a casa la vittoria. Anzi, nel finale avevamo addirittura rischiato un kappao in rimonta simile a quello dell’anno prima. Il seguito della storia lo sapete: quel Crotone è rimasto fino alla fine nelle zone alte della classifica per poi arrendersi nei play off giocati in casa contro il Bari risorto dal fallimento. Su quel Novara meglio stendere un velo pietoso… Per tutta la stagione abbiamo sentito la litania di allenatori avversari che nella conferenza stampa della vigilia ricordavano: “Ha elementi abituati a ben altre posizioni di classifica…”. Poi in campo le cose andavano quasi sempre in maniera diversa…

Quest’attacco mi serve per ricordare che la serie B è il campionato in cui “i nomi” fanno ancor meno la differenza che dalle altre parti. In A è difficile sovvertire certi valori. In C se compri un Evacuo, o un Gabionetta sei sicuro di stare regolarmente nelle primissime posizioni della classifica. La B è quasi sempre un lungo mistero difficilmente decifrabile. Il Palermo che vince in carrozza secondo le aspettative estive… è la classica eccezione che conferma la regola. Quest’anno tutti avrebbero pronosticato Bologna e Catania una spanna sopra le altre e sapete benissimo come è andata. Ricordate le sofferenze per risalire di Toro e Sampdoria? E soprattutto avete presente le variazioni di rendimento da una stagione all’altra (vedi l’Empoli quasi identico da Aglietti a Sarri) oppure nel corso di una stessa stagione (ancora il Novara 2012-13)?

Se non fosse per gli scandali ripetuti (e per la brutta pagina del ripescaggio del Vicenza dello scorso agosto) la serie B meriterebbe solo complimenti. Il format attuale, con i play off allargati, ha garantito sfide quasi tutte incerte fino all’ultima giornata e spareggi promozioni divertenti ed appassionati. Mentre in A ci si annoia regolarmente (e da marzo in poi c’è  un gruppo di squadre senza più obiettivi) in B regna puntualmente l’incertezza fino alla fine. Nel campionato e nella singola partita dove può sempre succedere di tutto. La componente tecnica è fondamentale. Il lavoro di direttori sportivi ed allenatori viene esaltato, nel bene o nel male. Perché quasi sempre risulta ancor più determinante degli investimenti della proprietà. Il confine tra un brillante quinto posto ed una soffertissima quint’ultima piazza è sottilissimo. Basta sbagliare una mossa o subire un infortunio in un ruolo chiave (di solito nell’asse centrale della squadra) ed il gap è presto annullato.

Per questo mi accosto al prossimo campionato di B con grandissima umiltà. E, parafrasando il  Faranna d’annata, non disdegnerei un Novara capace di diventare nei prossimi anni quello che è stato il Crotone dal 2009 in poi. Soltanto nell’ultima stagione la compagine rossoblu ha rischiato davvero i play out (o peggio) ma è riuscita puntualmente a risalire la china grazie all’abitudine a soffrire (propria quella che ci è mancata nel momento chiave due anni fa). Spero che Teti e Baroni riescano a plasmare una squadra organizzata, umile, ma altrettanto determinata e consapevole nei propri mezzi. Voglio vedere un collettivo equilibrato e capace di fare rendere i singoli, anche i giovani, nella maniera migliore. Due anni fa, per fare un esempio, Nava aveva fatto vedere cose interessanti nel mese d’agosto. Poi quando è rientrato da un infortunio e si è trovato catapultato nei marosi di una crisi senza via di uscita ha disputato un proseguo di stagione decisamente insufficiente. Per colpa dei suoi limiti, è chiaro.

Ma anche perché vittima di un contesto generale di squadra che metteva i brividi ai più giovani. Lo stesso Crescenzi era stato eccellente nel campionato precedente ed ancora protagonista nelle primissime partite a gennaio in coincidenza con il suo ritorno. Poi era andato in continuo calando, in evidente affanno, malgrado l’innegabile voglia di fare.

Nel calcio quando non ci sono i soldi bisogna cavarsela con le idee. L’attuale realtà pallonara italiana è chiara: i campionissimi non arrivano più qui e quando ci sono vengono presto venduti al miglior offerente. E’ un discorso che vale per le big ed a scalare per quasi tutte le società delle categorie a scendere. La serie B, più degli altri, è il campionato delle idee. Seferovic a Novara si è rivelato un attaccante degno di ben altri palcoscenici… ma fino a poche settimane prima era soltanto una promessa della Fiorentina, scartata perfino dal Lanciano... Se date un’occhiata attenta al mercato cadetto attuale a fronte di un 10 per cento di nomi roboanti destinati a fare la differenza c’è un 90 per cento di calciatori in arrivo che quasi tutti sulla carta (per trascorsi, età ed esperienze recenti) possono equivalersi. Chi saprà individuare il nuovo Seferovic in un panchinaro di A che ha visto il campo appena due volte o in un bomber che sinora ha assaggiato solo la C avrà fatto la differenza.

Dunque mi aspetto un Novara capace di conservare lo spirito battagliero della precedente stagione con della qualità in più data dai nuovi innesti e dai miglioramenti dal punto vista tattico-organizzativo (altrimenti perché non tenere Toscano?). Dobbiamo abituarci ad un tourbillon di giovani e/o giocatori in prestito e di passaggio perché questo è il calcio moderno e sarebbe assurdo pensare di sovvertire regole contingenti. Però a Teti ed a Baroni chiedo di individuare uno zoccolo duro di giocatori su cui costruire la base per un ciclo di assestamento nella categoria. Perché è importante avere dei punti di riferimento da offrire a giocatori, magari inesperti o comunque non radicati, che transitano da Novara per dieci o anche solo per cinque mesi. Penso a Buzzegoli che può essere un leader carismatico, dentro e fuori dal campo, per la sua capacità di gestire con raziocinio anche i momenti più difficili. Ma anche a Freddi che nel passato campionato è stato il trascinatore della difesa nei giorni più caldi. Ed a Garofalo per le sue innegabili qualità e per il suo feeling quasi naturale con i tifosi azzurri che è nato sin dalle sue prime settimane a Novara. E perché no… a Paolino Faragò che a soli 22 anni si appresta a giocare il suo quarto campionato con i grandi, dopo esperienze formative come quella alle Universiadi (in bocca al lupo per domani mattina!) con l’orgoglio tutto novarese di vestire la maglia azzurra…

Non conosco i nuovi arrivi e non azzardo giudizi. Penso che il ritiro serva a Baroni anche a valutare le potenzialità di qualche giovane (mi aspetto ancora molto da Jacopo Manconi…) ed ad intervenire di conseguenza. Con tanti elementi in rosa non serve altra quantità, ma qualità: due-tre innesti in grado davvero di farci fare il salto in avanti.

Chiudo con una domanda da rivolgere ai frequentatori del “muro”: in un anno da direttore sportivo del Novara Domenico Teti ha realizzato almeno una quindicina di acquisti in entrata; quanti di questi si sono rivelati non azzeccati sul campo? Forse Miglietta che però era stato fortemente voluto dal mister che lo conosceva bene… e poi? Ottimismo e fiducia dunque… E corsa a fare e/o rinnovare l’abbonamento perché la serie B è un campionato bellissimo da vivere allo stadio… Forza Novara sempre!!!

Massimo Barbero

 

 

 

 

 

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