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L'editoriale della gioia azzurra!
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lunedì 11 maggio 2015 - 20:55
Massimo Barbero e il ritorno in serie B

La gioia di oggi per me è decisamente superiore a quella del 25 aprile 2010. Allora non sapevo cosa volesse dire SERIE B… Non avevo patito la frustrazione di quei 33 anni lontano dai riflettori del grande calcio perché per me il Novara era semplicemente quello: la squadra del cuore da amare e seguire a Fiorenzuola o a Lumezzane. Notti come quella di Marassi 2006 rappresentavano l’eccezione in un contesto fatto di viaggi a Busto, Pavia, Vercelli, Alessandria. O al massimo a Mantova…
 

Stavolta era diverso. La luce che aveva riacceso la squadra di Tesser (a proposito, ieri il Komandante è stato uno dei primi a mandarmi un sms di felicitazioni rivolto a tutti i tifosi azzurri) si era spenta di colpo. E quando l’avevamo riaccesa lontano dal campo (con il ricorso vinto al Coni) qualcuno aveva staccato la presa della corrente con l’arroganza del “qui comando io”. E quando Toscano ed i suoi ragazzi l’avevano riaccesa nuovamente e stavolta sul campo (con il successo di Mantova) dall’alto ci avevano imposto l’ennesimo black out. Pareva un circolo vizioso senza fine… un tombino cieco nel quale ci eravamo infilati per colpe nostre… e dal quale non riuscivamo ad uscire, anche e soprattutto per abusi altrui.

Oggi il più grande errore sarebbe quello di dedicare tempo e spazio a tutti coloro che si sono iscritti al partito degli “anti-Novara” dal 6 giugno 2014 in poi: mischiare Abodi e Logiudice, Pavoletti e Pavoloso, Londrosi, Maspero e Giuanin, Rosso ed alcuni colleghi “ultras” che infiammano altre piazze con articoli grotteschi nella loro faziosità. Oppure soffermarsi ancora sul quotidiano rosa che inietta ogni giorno pillole “anti-Novara” ai suoi lettori distratti da ben altre faccende.

Faremmo un torto. Un torto a Teti ed a Toscano ed ai ragazzi. Perché metteremmo in secondo piano quello che hanno realizzato dal 1 luglio in poi: un autentico capolavoro. L’11 maggio di un anno fa il Novara non aveva più un cuore. L’aveva lasciato sul campo di Modena nell’esatto istante in cui “Charlie” Ludi era stramazzato a terra tra dolori lancinanti. 40 giorni prima era successa la stessa cosa a “Buba” con la Ternana. Marianini era stato messo inspiegabilmente ai margini di una squadra a pezzi. Altri senatori stavano combattendo una battaglia personale con il mister che avrebbe portato inevitabilmente alla deriva comune.

Teti e Toscano sono ripartiti da lì. In attesa di “Charlie” e “Buba” hanno restituito presto un cuore a questo Novara. Hanno spedito subito altrove i superstiti presuntuosi e svogliati della passata stagione. Anche quando vinceva di rado… la gente aveva colto che questo Novara aveva di nuovo un cuore. Ed un progetto. Ed ha colorato Venezia di bandiere azzurre malgrado un distacco dal Bassano (7 punti) che avrebbe fiaccato qualsiasi ottimista. I giovani hanno fatto il resto. Nel momento più delicato hanno portato entusiasmo, umiltà e fame ad un Novara che nelle prime giornate talvolta si era specchiato su sè stesso. Quando una squadra ha un cuore (ed un progetto) può resistere a tutto.

Agli infortuni a catena, alla bastardata di un deferimento a 2 ore da una partita, a quella di 8 punti di penalizzazione a 4 giornate dal termine, proprio quando stai spiccando il volo. Dopo la mazzata del Tribunale Federale… qualcuno ha tirato un sospiro di sollievo con l’ormai celebre “Il Novara non c’è più…”. 

Convincersi di una cosa del genere è stato un po’ come… scavarsi la… buca da solo... per il mister poi ripudiato dai cinesi stessi. Perchè è successo l’esatto contrario. Quel pomeriggio del 15 aprile ha cementato ancora di più squadra ed ambiente. Siamo diventati un tuttuno. Fino al traguardo.

Credo che su una cosa non si possa discutere nemmeno bardandosi gli occhi con la sciarpa di una squadra diversa dal Novara. Ha vinto la squadra migliore, quella che ha espresso maggiore costanza di rendimento e solidità (anche mentale) nel reggere alle avversità. Il Bassano ha mostrato (a tratti) un gioco più divertente, ma nei due scontri diretti non c’è stata storia. 

Ieri in tribuna autorità, sotto di me, c’era un signore che verosimilmente non aveva pagato il biglietto… (e certamente non ha fatto alcuna coda per ritirarlo) che ha cominciato ad inveire contro Toscano a metà del primo tempo… Per forza… l’illustre contestatore, con ogni probabilità, non c’era a Monza quando il Novara di Toscano, pur perdendo, dominava il “vero Monza” a nemmeno 48 ore dalla mazzata del mancato ripescaggio. E non c’era a Monza neanche quando il Novara di Toscano, senza una dozzina di giocatori, batteva la Giana Erminio a domicilio, adattando Galassi a fare il centrale difensivo e con in campo una manciata di “Primavera”. Ai tempi non era più di moda… farsi vedere in tribuna d’onore con una sciarpa azzurra addosso… Il problema è che se non hai seguito, passo per passo, il cammino di questa squadra non puoi comprendere appieno limiti, grandezza e coraggio di questo gruppo e di questo allenatore. Se ti siedi in Tribuna d’onore pensando di riammirare il Novara dei primi mesi del primo campionato di serie B… resterai puntualmente deluso. Perché il Novara attuale non è questo. E’ qualcosa di diverso. Ed in un certo senso qualcosa di molto più grande. Perché le vittorie ottenute controvento sono le più sofferte, ma anche le più gratificanti.

Chi conosce la storia del Novara Calcio oggi non può che urlare forte un grazie a Massimo De Salvo… I numeri non mentono. Prima di lui in 30 anni abbondanti non c’eravamo nemmeno riavvicinati alla serie B perduta nel 1977. Con lui siamo tornati in serie B in soli 11 mesi. E’ vero è stato un cammino ad ostacoli, irto di difficoltà e di qualche rischio, forse, evitabile. Ma i meriti del Presidente per quello che ha realizzato da quella maledetta notte del 6 giugno 2014 ad oggi superano di gran lunga tutto il resto. Ripartire dopo una retrocessione in Lega Pro è difficilissimo. Tanto più se la base è rappresentata dai costi da serie B di prima fascia. Molte società sono cadute in un precipizio dopo una caduta del genere. Altre hanno agonizzato a lungo in cerca di uno spiraglio. Mds non ha indugiato lavorando sin dal 14 giugno dell’anno scorso per costruire un Novara in grado di vincere. Al resto ci hanno pensato Teti, Toscano ed i ragazzi.

E’ il momento dei ringraziamenti. Il più sentito va ovviamente ai compagni di viaggio di questo ennesimo anno di trasferte azzurre: per ovvie ragioni cito solo i più assidui… l’immancabile Daniele Faranna, la “new entry” Marco Foti ed ovviamente Paolo Molina, sempre presente (e spesso vincente) nelle giornate che contano. Con loro ringrazio Radio Onda che con grandi sacrifici mi ha permesso di raccontare in diretta streaming questo avvincente campionato azzurro. E tutti i tifosi azzurri che sono stati davvero fantastici in questi 12 mesi in cui siamo passati molte volte dal paradiso all’inferno (e viceversa) quasi sempre senza nemmeno transitare dal purgatorio. La maturità della piazza novarese nei momenti più delicati ha rappresentato un valore aggiunto determinante per questa promozione.

Ognuno di noi avrebbe una dedica particolare da fare in questo momento… Ognuno di noi porta nel cuore almeno un Angelo Azzurro a cui ha pensato ieri pomeriggio quando è arrivato il triplice fischio finale di Rapuano. Ed allora rivolgo un pensiero a quello che è l’Angelo Azzurro di tutti noi… il “Carlone” che da lassù ci ha guidato ad una rimonta… che nei tristissimi giorni della sua scomparsa sembrava pura utopia. Anche in sua memoria non smetteremo di urlare... “Arbitro disonesto!”. E soprattutto… 

Forza Novara sempre!!!

Massimo Barbero

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