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18 aprile 2004: Novara-Arezzo 3-2

Quando verrete a Novara per la partita di ritorno sarete già in B. E ci lascerete vincere…” Dopo la gara di andata, prima di salire in macchina, avevo salutato così un giornalista di Arezzo che mi aveva preso in simpatia. Il mio pronostico (augurio) si era rivelato non del tutto sballato. 

Al “Piola” si presenta un Arezzo che ha bisogno di soli 3 punti per la matematica certezza di ritrovare la serie cadetta dopo 15 anni. Al Novara incerottato di Foschi forse un pareggino contro la capolista potrebbe anche stare bene. Abbiamo perso per strada Palombo (grave incidente a Pavia), Carlet (serio guaio muscolare). E stavolta non ci sono nemmeno Colombini, Braiati, Lorenzini, Dal Moro. Insomma si fa fatica a metterne assieme undici… Per essere certo della promozione, però, l’Arezzo deve fare lo stesso risultato del Lumezzane che ospita in casa la pericolante Torres con i favori del pronostico dalla sua. Dunque i 1000 tifosi giunti dalla Toscana si aspettano qualcosa di più di una semplice gara di attesa. Vogliono brindare… 

Il Novara ha lasciato nel match casalingo con il Pisa le ultime speranze di lottare fino alla fine per un posto nei play off. E si è trovato, di colpo, invischiato in paure che sembravano non appartenergli più: 4 punti di vantaggio sulla Torres (quintultima) rimasti tali anche dopo il kappao annunciato di Lucca. 

Soffro in maniera terribile la tensione del momento per una serie di ragioni. La prima è che non disputiamo due campionati di C1 consecutivi dall’inizio degli anni ottanta. Nel 1996-97 abbiamo perso la C1 appena riconquistata in modo assurdo e se dovesse ricapitare una cosa del genere… la sopravvivenza del Novara Calcio sarebbe in serio pericolo… La seconda è che la rosa azzurra è praticamente a pezzi, sicuramente non pronta ad un finale da battaglia, tantomeno alla disputa di play out inattesi. Ed anche condizionato dalle polemiche interne “pro Borgo-anti Borgo” che hanno rovinato l’ambiente…  La terza, del tutto personale, è che so che dovrò saltare Novara-Cittadella del 2 maggio (causa concomitante matrimonio dell’avvocato Cucciatti) e non sopporterei di stare lontano dal “Piola” mentre si gioca una gara determinante per i nostri destini. La salvezza voglio conquistarla prima, assolutamente prima. 

Il mio Sabato Santo dopo l’1-0 al “Porta Elisa” scorre ansioso tra tabelle e classifiche avulse ed ipotesi di formazione con cui io e Paolo De Luca mettiamo a dura prova la sopportazione di Luca Biolcati, più preoccupato della concomitante vittoria del Milan contro l’Empoli a riscattare la beffa di un anno prima. 

Mentre io ho in mente solo Novara-Arezzo, la nostra città è immersa in una volley-mania per la finale scudetto (la terza consecutiva) Asystel-Foppa. Il tricolore sfuma in maniera incredibile il sabato pomeriggio della vigilia ed alla sera al “Dal Lago” (che ai tempi ospitava basket di A2, volley di A1 e tre formazioni di hockey in A1) rimangono solo i coriandoli della festa mancata. 

Alla domenica a mezzogiorno sono tesissimo e tormento il mio povero boxer Kira con le ansie e gli amuleti della vigilia. L’attesa è lunga perché si gioca alle 16. Un temporale quasi estivo si abbatte su Novara verso le 15 facendomi sperare che il campo inzuppato favorirà almeno un nulla di fatto. 

Ed invece, una volta salito in tribuna, una signora all’epoca nota come “la maga” mi rassicura: “Mi hanno insultato mentre venivo allo stadio… non la passano liscia… oggi perdono… vedrai che perdono”. Mi pare di ricordare che in studio per Radio Abc ci fosse Alessandro Bovio (al palazzetto per tutti “il pargolo”) precettato da Daniela Baracchini nonostante la concomitanza di un invitante Parma-Juventus. E che allo stadio non fosse presente Flavio Bosetti per impegni lavorativi, ma sono dettagli su cui posso sbagliarmi. Paolo Molina sta per diventare papà (Marco nascerà tra una settimana esatta) ma sono pronto a scommettere che fosse allo stadio con gli occhi puntati sul cellulare. 

Quel che è certo è il tabellino della gara… Foschi piazza davanti a Bini la collaudata coppia centrale Cioffi-Ciuffetelli con Polenghi e Morganti (adattato sulla sinistra) a fare gli esterni. In mezzo al campo il tandem centrale è Monza-Belluomini con Bigatti sulla destra e Brizzi sulla corsia mancina. Davanti a far coppia con Pinamonte c’è Omolade che non ha mai segnato al “Piola”. L’Arezzo, ripescato a sorpresa come l’attuale (allora per il casino piantato dal Catania di Gaucci e dal Genoa di Preziosi) ha tanti reduci della Triestina del doppio salto di categoria pronti a stappare un’altra bottiglia di champagne. Tra questi c’è il nostro Paolone Scotti, uno degli eroi della promozione del 1996. 

Si comincia a temporale ormai esaurito con il Novara che attacca sotto la Sud gremita di tifosi aretini. Sono passati appena 88 secondi quando Bigatti fa partire un’azione di contropiede e lascia l’incombenza del lancio a Belluomini che pennella per la testa di Pinamonte il quale scavalca un Pagotto leggermente fuori dai pali. Chi volesse rivedere questa rete (e riascoltare la voce di Armando Patrucchi può attingere qui 
https://www.youtube.com/watch?v=H2iLPMD3QNM dalla sempre ricca videoteca di “Depa”). Non esulto in maniera particolare perché è troppo presto per illudersi. Contro lo Spezia Pinamonte ha fatto gol al primo minuto eppoi abbiamo perso 4-2. Il “Pina” invece non ci pensa e corre sotto la sua ex curva che l’ha riempito di insulti anche durante il riscaldamento portandosi le mani alle orecchie. Poi scatta verso la propria panchina per abbracciare, assieme, Borgo e Foschi nel tentativo estremo di ritrovare un’unità di intenti ormai perduta. Il primo tempo scorre via abbastanza veloce. Il Novara si limita a contenere un Arezzo incapace di creare seri pericoli. Soltanto le punizioni di Gelsi creano qualche brivido alla nostra porta. “Per il Novara sarebbe importante arrivare al riposo con questo vantaggio…” ripeto in diretta radio mentre la frazione si sta per chiudere. 

Dopo l’intervallo la capolista si getta in avanti con convinzione ancora maggiore. Ma all’11’ Pinamonte serve Omolade che insacca con un gran tiro proprio sotto la Nord. Ho ancora negli occhi l’esultanza di Luciano Re a bordocampo. L’Arezzo è forte, ma il Novara di Foschi ha sempre saputo gestire comodamente il doppio vantaggio, almeno in casa. Stavolta il tecnico di Albano Laziale però ha un po’ il braccino. Sa che la sua squadra ha già dato tutto, con tanti giocatori offensivi che si sono sfiancati anche in fase di contenimento, e si cautela. Fuori Bigatti e dentro Cusaro con Morganti che sale a fare l’esterno di centrocampo. Ma c’è un episodio che cambia la storia del match. Serafini stende con una gomitata Morganti. Paolino è a terra ed i compagni si fermano pensando che i giocatori dell’Arezzo butteranno fuori il pallone (allora era prassi molto più diffusa di adesso). Invece Pasqual serve Abbruscato che fa 2-1. In campo succede di tutto, in tribuna anche. Quando si riprende a giocare il Novara sbanda pericolosamente di fronte ad un Arezzo ora padrone del campo. Il pari sembra inevitabile e puntualmente arriva al 28’ per merito di Serafini. Il pubblico è imbestialito ed urla “Ladri-Ladri” all’indirizzo degli ospiti. 

La rabbia dei propri supporters ridà carica al Novara che ritorna sorprendentemente in vantaggio: Pagotto buca un intervento fuori dalla propria area di rigore consentendo ad Omolade di insaccare con una giocata di classe autentica. E’ la rete del 3-2!!! Adesso sono davvero impazzito in radio: “Omoladeeeeee… Gol di Omoladeee” riecco il tormentone di Prato quando il ragazzo nigeriano aveva siglato il 2-2 in 9 contro 11. C’è un signore accanto a me che richiama la mia attenzione (anche per questo penso che Flavio non ci fosse) “Guarda che hanno espulso il portiere…” Penso al peggio, ad un rosso per Christian Bini. Invece ad essere stato cacciato è Franzese che ha esagerato con l’esultanza in panchina. 

Somma inserisce tutti gli attaccanti (ed esterni offensivi) che ha a disposizione. Foschi risponde facendo legna con gli innesti di Serao e persino di Soncin, ormai caduto nel dimenticatoio. Comincia un assalto incessante da parte dei toscani, ma il Novara non concede spazi. Non vuole lasciarsi scappare la preda. Le radioline annunciano che Lumezzane e Torres sono ancora sullo 0-0. Dunque basterebbe un pari all’Arezzo per festeggiare la promozione “Serie B-Serie B” urlano incessantemente dalla curva ospite prima dell’ennesimo corner, ma il 3-3 non arriva. Ed in effetti sarebbe stato un peccato gioire lontano da casa per una promozione tanto meritata in una domenica macchiata da un episodio non limpido come quello che ha portato al gol di Abbruscato… E’ una vittoria decisiva in chiave salvezza per noi ed anche la mia assenza con il Cittadella adesso fa meno male. La tranquillità matematica arriverà però solo all’ultima giornata di campionato, dopo la discussa sconfitta con il Prato. 

Mannaggia, nemmeno oggi siamo riusciti a festeggiare la promozione. Non vedo l’ora di andare allo stadio sereno, senza pensieri di classifica…” mi confida uno dei tanti giornalisti giunti da Arezzo che si è fermato a scrivere nel dopogara. “Come vorrei essere io al tuo posto, ad un solo punto dalla B” replico io, comunque pago per i tre punti insperati. 

Ed il destino mi permetterà proprio di vivere le stesse, identiche, sensazioni provate dai colleghi aretini in quella magica primavera. Il 18 aprile del 2010 (esattamente 6 anni dopo!) ci presenteremo, alla faccia del vulcano, a Benevento convinti di tornare a casa con il punto promozione che invece arriverà solo sette giorni dopo contro la Cremonese… E chiuderemo le nostre trasferte con un tranquillo viaggio ad Arezzo, lasciando ai toscani (con Miglietta in campo) tre punti facili e determinanti per agganciare i play off… 

Massimo Barbero


 

 

 

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