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mercoledì 22 aprile 2015 - 09:50
9 ottobre 2002: Pordenone-Novara 2-6

La trasferta di Pordenone per me ha sempre evocato ricordi e sensazioni particolarmente “sinistre”. Non ero mai stato al “Bottecchia” prima di quella magica sera del 9 ottobre 2002, ma dalla radio e dai racconti di mamma e papà che molto spesso si erano recati sul posto… ne avevo tratto l’idea di uno stadio quasi inespugnabile. Vi avevamo perso nel 1983, nel 1985, nel 1987 e nel 1989. Quando vi avevamo pareggiato (nel 1986) la gara era stata turbata dalla morte (per infarto) di uno spettatore locale nella tribuna occupata dal pubblico di casa.

Anche nell’hockey non conoscevamo mezze misure: spesso abbiamo vinto a Pordenone di goleada, ma molte altre volte le abbiamo prese di santa ragione (contro la squadra di Parasuco, Pablo Cairo e Leste ad esempio) al di là del pronostico.Il Pordenone era sparito dal calcio professionistico nel 1989 per farvi rientro solo ad inizio anni 2000 con al timone Setten, quello della grande scalata del Treviso. Avevo tifato per il Pordenone nelle stagioni in cui era allenato da Bruno Tedino (e con un certo Simone Motta là davanti… che la metteva sempre…) ma la promozione in C2 era giunta nel campionato successivo.

Quello del 9 ottobre 2002 in realtà è solo un recupero. La prima giornata, con annesso Pordenone-Novara, era in programma il 1 settembre ma chissà perchè i presidenti di ogni serie avevano deciso di far slittare il via del campionato… non ricordo con quali pretese… Si recupera, dunque, di mercoledì con buona pace dei tifosi che in settimana vanno a lavorare. E si gioca di sera almeno per le squadre che possono permettersi un impianto di illuminazione. Gli altri vanno in campo alle 14.30 o giù di lì…Di questi tempi vedere il Novara in notturna è un abitudine, anche in Lega Pro. Allora era un ipotesi eccezionale (pure le gare casalinghe di coppa le disputavamo nei pomeriggi di agosto) che dà all’evento il sapore di qualcosa di speciale. Sfide di Vigevano (coppa) a parte, è la prima radiocronaca serale della mia carriera… 

Ma non è solo questo a mettermi agitazione. Pordenone mi pare lontana ed irraggiungibile, specialmente in un pomeriggio di pieno lavoro e traffico.Dovete sapere che l’incubo più grande per un radiocronista (almeno per me) è quello di non riuscire ad arrivare in tempo allo stadio. Ci sono volte in cui ciò accade per eventi obiettivamente non prevedibili ed insuperabili (vedi gli incidenti sulla strada di Bergamo quando peraltro sono arrivato in orario). Ma l’ansia di non esserci… per una strada sbagliata… per un amico non puntuale… o per un banale contrattempo è davvero insopportabile. Perché faresti letteralmente la figura del fesso… agli occhi di chi aspetta la tua radiocronaca. 

Perché girando l’indomani in centro troverai comunque lo stesso signore che il giorno prima ti aveva detto: “Ma perché parte così presto?” pronto a rimbrottarti: “Doveva partire prima… glielo avevo detto…”. Dovete tener presente che all’epoca non vi erano “Sportube”, social network, dirette on line o live score… Chi era interessato al risultato del Novara poteva semplicemente accendere la cara, vecchia, radio. O attaccarsi al televideo e sperare che non vi fossero errori… Un onore ed una responsabilità.Sta di fatto che vivo l’ansia di questa vigilia a Pordenone in maniera particolare. 

La sera prima faccio tardi confezionando l’intero “Novara Calcio Magazine” lasciando una sola pagina libera: quella per risultato e classifiche.Il Novara di Foschi ha passato quasi indenne l’estate terribile del primo ritiro ad Haskovo e del divorzio Borgo-Di Chiara. Sergione è riuscito a tenere la squadra al riparo dagli umori ballerini della famiglia Mastagni che ad un certo punto non voleva nemmeno iscriversi al campionato. Dopo lo 0-0 con l’Alessandria di Boiardi… abbiamo battuto abbastanza facilmente Meda e Pro Sesto. E dopo l’1-1 di Biella abbiamo superato in casa l’ostico Thiene (3-1) con uno strepitoso gol di Egbedi nel finale.Ma a Pordenone manca l’uomo in più di quella squadra: Max Palombo, letteralmente immarcabile in quelle prime giornate di campionato. E non c’è nemmeno Aldo Monza, appena tesserato dall’Alessandria che perde i pezzi, ma non ancora impiegabile.Per questo il Pordenone dell’ex Adriano Fedele fa paura. Ci sono giocatori di categoria come Calvio, Stancanelli e Pittana. Ed un fantasista capace di colpi a sensazione come Pasa. Non è difficile immaginare che Fedele avrà caricato la partita contro la sua ex squadra di significati particolari.Si parte per Pordenone verso le 14. Al volante c’è mio padre con accanto gli amici “storici”, quelli delle trasferte belle ed impossibili: Cassina e Margara, in rigoroso ordine alfabetico. 

Verso Cormano il primo brivido… con un rallentamento che si dissolve in un istante “Tranquilli, noi la coda non la facciamo…” mi rassicura il buon Umberto. Non ricordo se all’epoca per arrivare a Pordenone si dovesse superare il casello di Mestre o meno… Sta di fatto che, viaggiando senza soste, attorno alle 17.30 siamo già nella sede della partita. Fermiamo un passante dall’abbigliamento un po’ strano e dalla voce non troppo mascolina… “Scusi dov’è lo stadio?” “Ma no… non c’è lo stadio a Pordenone…” è la raggelante risposta di chi inviterebbe volentieri a cena almeno uno di noi… Ed allora raggiungiamo il “Bottecchia” senza chiedere altre indicazioni... Le luci ancora spente ci fanno sperare in un guasto all’impianto di illuminazione che varrebbe lo 0-2 a tavolino. Della serie… siamo sportivi… Incrociamo Borgo che è appena andato a spiare la Valenzana (nostro prossimo avversario) che ha vinto a Mestre e già centellina le parole come quando è teso per quello che sta per accadere.Individuiamo un Bar per mangiare un panino (o forse più d’uno) con degli ottimi salumi locali ed un avventore elegantemente ci provoca: “Siete di Novara? Ma lo sapete che i vini delle vostre parti sono in ribasso…” Macchè vini… io ho in testa solo Morgan Egbedi. 

Ritorniamo al “Bottecchia” dove c’è Vincenzo D’Ambrosio che ci rassicura con la sua chiacchiera fluente. In realtà non tutto va così bene e le rescissioni di Lussjen Corti e Baldini (entrambi preferiscono i dilettanti ad un posto in panchina nel Novara) ne sono un’indiretta conferma.Ma è il momento di pensare alla partita, solo alla partita. Raggiungo la mia postazione con largo anticipo e posso studiare le formazioni con l’agio necessario per prepararmi bene. Foschi schiera Bini tra i pali e la difesa titolare (Polenghi-Cioffi-Ciuffetelli-Colombini). A centrocampo ci sono Brizzi e Dal Moro sugli esterni con Braiati e Belluomini in mezzo. Davanti, a far coppia con Egbedi, c’è l’esperto Fermanelli, voluto fortissimamente da Foschi. E’ un attaccante ormai sul viale del tramonto, ma una sorta di vice allenatore in campo. Ed un jolly portafortuna: in carriera ha vinto un’infinità di campionati, chissà che non accada ancora… Nelle file del Pordenone c’è in campo un giocatore che mi pare colpito da squalifica. Cerco (invano) Mauro Collodel… che è l’amico con maggiore dimestichezza con internet che mi venga in mente in quel momento…Accanto a me ci sono soltanto persone estremamente gentili che mi coccolano con cioccolatini e qualsiasi tipo di attenzione. 

C’è una signora che mi racconta con orgoglio che il figlio sta seguendo la partita dalla gradinata degli ultras di casa. C’è un vetro che mi ripara dalla brezza già autunnale (sulla panchina del Novara in realtà sono tutti in maglietta come fossimo ad agosto…). Quando Pippo Dal Moro porta in vantaggio il Novara segnando nella porta più lontana il mio cuore sembra impazzire per l’emozione. E’ il primo gol azzurro su azione al “Bottecchia”, prima di allora avevamo trasformato solo un inutile rigore con Mazzeo. Ma non c’è nemmeno il tempo di gioire che Baiana fa 1-1 sorprendendo la nostra difesa già sul calcio d’angolo seguente. Mentalmente ho fissato come obiettivo… il pareggio. E’ presto per fare discorsi di classifica ed un pari mi ripagherebbe ampiamente degli sforzi di questa lunga trasferta infrasettimanale. Ma nel finale di tempo Egbedi sigla il 2-1 facendoci capire che si può puntare al colpo grosso. Nell’intervallo sono preoccupato soprattutto di non aver visto male qualcosa (non ci sono altri colleghi novaresi sul posto) e mi confronto con mio padre su ciò che ho raccontato in diretta.La partita svolta definitivamente ad inizio ripresa quando a Baiana salta la centralina. Il numero 11 di casa si fa espellere per un brutto fallo su Colombini. L’arbitro Zanardo di Conegliano Veneto scaccia di colpo i sospetti di una direzione filo friulana estraendo il rosso diretto… La squadra di Fedele riparte all’assalto con la rabbia di un leone ferito e si fa sorprendere in contropiede. 

Egbedi scatta in maniera perentoria, scarta anche il portiere e depone in rete il pallone del 3-1. “Egbedi, Egbedi Egbedi!!!!” urlo in una progressione crescente alla radio. La signora a fianco non si spazientisce, anzi mi porge una mentina per placare i primi bruciori di gola. E’ una partita intensa ed imprevedibile. Il vetro neutralizza gli effetti sonori e mi fa credere che si tratti soltanto di un bellissimo sogno. Lo penso davvero mentre vedo anche Fermanelli infilare il portiere avversario. “Gol del Novara, Gol del Novara… 4-1… Fermanelli… è stato Fermaneelliiiii”. Quando Dal Moro firma la sua doppietta personale per un rassicurante 5-1 per noi… mi metto il cuore in pace: la vittoria è davvero in cassaforte! Il campo principale su Radio Abc (oggi Radio Onda) diventa il “Dal Lago” dove gioca la Cimberio raccontata dalla voce del compianto Armando Patrucchi. Seguo una partita del Novara in silenzio come non mi capitava da parecchio tempo e la cosa mi fa un certo effetto… Dal Moro si guadagna la doccia anticipata ed entra al suo posto Bresciani. C’è spazio anche per Mariani, un ragazzo romano su cui Di Chiara puntava molto. Intervengo solo per segnalare il 5-2 del Pordenone firmato da Pittana. 

Poi la partita di basket finisce e riprendo la linea. Giusto in tempo per raccontare in diretta il sesto gol: “Lancio di Ciuffetelli… Egbedi, Egbedi… gol… 6-2!” Morgan si infila nella difesa di casa con una facilità disarmante. Non urlo più anche per rispetto della gente che mi sta a fianco e che accetta la sconfitta con una sportività che fa onore ai presenti.Negli spogliatoi arriva un’altra bella notizia: il Mantova non è riuscito a battere la Biellese in casa ed il Novara è da solo in testa alla classifica! Sul proscenio sale Fedele che in diretta radio ripete insistentemente: “Loro avevano là davanti quel negro… Oh ma quel negro è un negro di quelli bravi…”. Oggi un’espressione del genere farebbe scoppiare un putiferio. Allora venne qualificata per quello che era: un mix di superficialità ed ignoranza, senza nulla di peggio.L’entusiasmo fa sembrare il ritorno a casa brevissimo, esattamente come dopo La Spezia nel 2013. Ed in effetti tocco il letto molto presto, poco dopo le 2. Alle 8 sono già in tipografia a finire il “Novara Calcio Magazine”. 

Poi vado a lavorare, quindi a “Tribuna” a passare gli articoli e di nuovo a lavorare. La sera mi addormento presto, spossato e felice.In realtà vittorie così nette ad ottobre fanno più male che bene. Abbiamo gettato la maschera e da quel momento nessuna squadra ci lascerà più l’arma del contropiede, nemmeno sul proprio campo… Ed Egbedi, etichettato dalla “Gazzetta” come nuovo Weah non segnerà più per tanto tempo…. Ma dopo anni di stenti e sofferenze è stato bello vivere e narrare una notte del genere…

Massimo Barbero

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