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martedì 21 aprile 2015 - 14:52
di Massimo Barbero

La vittoria di ieri sera è stata soprattutto la vittoria di un pubblico fantastico che ha trasformato la rabbia e lo sconcerto per il verdetto di mercoledì scorso in infinito amore da riversare sulla propria squadra sin dalla rifinitura della vigilia. Niente isterismi, piagnistei, contestazioni… solo tanto tifo per gli azzurri in campo, dal primo all’ultimo minuto. Né domenica pomeriggio, né ieri sera ho sentito cori contro le istituzioni, piuttosto che avverso Tizio, Caio o Sempronio… 

Signori del pallone… questo è il Novara Calcio, questa è la sua gente che contro il Cesena nel maggio 2012 ha applaudito una squadra appena retrocessa come se avesse vinto un campionato. Che ieri ha acclamato a lungo un avversario (Polenghi) che ha lasciato Novara da oltre 10 anni, ma qui non verrà mai dimenticato perché ha sempre giocato col cuore. E questo è Pablo Gonzalez, un attaccante che Zamparini aveva pagato a peso d’oro, ma che un anno e mezzo fa ha accettato di ridursi e spalmare l’ingaggio pur di continuare a vestire quella maglia azzurra che tanto sente sua. Quando Pablo scatta a volte sembra voler correre ancora più forte… proprio per scrollarsi di dosso… il peso sul cuore di quella retrocessione di cui si sente responsabile. Come gli altri, più degli altri. Perché lui è l’uomo simbolo di questa altalena del Novara Calcio. Una squadra capace di ridicolizzare l’Inter o di soffrire con la Giana Erminio sempre con la stessa dignità di chi può viaggiare con orgoglio a testa alta in questo calcio italiano di pastrocchi e silenzi compiacenti.

Tavecchio, Abodi, Macalli, Lotito, Lo Giudice e compagnia bella… fatevi un giro al “Piola” o a Novarello… In qualsiasi giorno della settimana annuserete il profumo sano di una passione autentica di appassionati veri… che vivono e soffrono 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 per la propria squadra del cuore… E che non meritavano di venire umiliati dall’arroganza del più forte come invece è successo lo scorso agosto. E purtroppo ancora, nuovamente, pochi giorni fa…

Ieri nell’intervallo pativo in maniera particolare il parziale di 0-0. Perché temevo fortemente che la settima vittoria casalinga non sarebbe arrivata. Sarebbe stato un premio meritato per la partita diligente che la Giana aveva giocato sino a quel momento. Ma un castigo sin troppo severo per gli oltre 4 mila bardati di azzurro, nonostante tutto. Ed anche per una squadra che, pur non brillando, stava comunque giocando con il cuore. Come ha sempre fatto il “Pole”, ancora avversario degnissimo. In quel quarto d’ora di attesa ho mandato a quel paese un collega che già aveva capito tutto… Ripeteva che non eravamo in vantaggio semplicemente perché Toscano aveva schierato Tizio piuttosto che Caio… Ed invece chi ha avuto la fortuna di viaggiare in questi mesi lungo tutta la penisola sa bene che questo Novara è una squadra, un gruppo, un collettivo. Si vince o si perde in undici. Sempre.

La Giana ci ha affrontato in maniera decisamente diversa rispetto all’andata. Allora la tattica “sbarazzina” della truppa di… “Jacomuzzi”… ci aveva messo in difficoltà per oltre un tempo. Ed alla lunga li avevamo infilati in contropiede. Stavolta gli ospiti hanno giocato una gara estremamente prudente con i due esterni a sfiancarsi nel far la spola tra fase difensiva e fase offensiva. Per almeno 45 minuti i nostri tre attaccanti hanno sbattuto contro il muro degli avversari. Forse non ha pagato la scelta di partire subito con il tridente, ma Toscano voleva dare un premio a chi ha segnato tanto nel corso di questa stagione. Ed un’esclusione iniziale di Corazza poteva sembrare un’impropria punizione per il rigore fallito a Mantova. Giocando a 4 in mezzo al campo non potevamo permetterci gli inserimenti dei centrocampisti (o di Dickmann) che sono la nostra arma migliore quando Gonzalez non trova gli spazi per le sue iniziative personali. Nella prima frazione, schierandoci in quella maniera, abbiamo patito anche l’assenza di un trequartista vero e proprio in grado di scombinare l’organizzazione della Giana, come aveva fatto Gustavo a Monza. Proprio per questo Toscano, quando vedeva che non c’erano spiragli, ha spostato Corazza dietro le punte con risultati almeno discreti. 

Nella ripresa la Giana ha cominciato ad allungarsi e l’ingresso di Garofalo (forse uno dei giocatori che più di tutti voleva fare un regalo sul campo alla “sua” gente) ha fatto la differenza. Si dirà che è assurdo lasciare in panchina un Garofalo così. Se ci pensate, però, Ago ha disputato le sue prestazioni migliori quando è subentrato a gara in corso, quando il suo ingresso ha dato alla squadra il cambio di passo in grado di stendere gli avversari. La gestione delle forze è il compito più delicato che spetta a Toscano in questo sprint finale. Giocheremo contro un Pordenone che ha riposato 72 ore in più di noi. In primavera è un aspetto che può risultare non secondario. 

Con una Giana più “lunga” anche Pablo ha trovato gli spazi che prima gli erano mancati. Su quella respinta di Paleari, dopo il tiro al volo di Evacuo, l’argentino si è gettato sul pallone come un rapace: voleva il gol, solo il gol… per spezzare l’incantesimo. Sull’1-0 la partita è finalmente diventata divertente perché anche Gasbarroni e compagni hanno cominciato a spingersi in avanti. E si sono immolati di fronte all’arma del nostro contropiede che li ha presi d’infilata per altre 4-5 volte. Complimenti alla Giana che si salverà senza problemi con alcuni singoli che hanno scalato le categorie a partire dal campionato di Promozione. Ma il Novara ha elementi in grado di fare la differenza in qualsiasi momento e per questo ha vinto i due confronti stagionali.

Ora ci attende l’avversario peggiore possibile in questo frangente del campionato. Preferirei giocare a Bassano (almeno avremmo la chance di un ennesimo faccia a faccia con la capolista “artificiale”…) piuttosto che andare a Pordenone alla terzultima. Quella friulana è una società seria che ha fatto il passo lungo quanto la gamba in estate. E che non ha esitato ad intervenire sul mercato a gennaio quando la stagione pareva compromessa. Rossitto ha svolto un grande lavoro da dicembre in poi e fare punti al “Bottecchia” è diventato difficile per tutti nella seconda parte del campionato. Bassano, Pavia (entrambe in casa) ed Alessandria hanno vinto soltanto per 1-0 con i neroverdi e comunque con degli episodi favorevoli dalla loro parte. Sarà dura e non aspettiamoci di andare in Friuli a dominare l’avversario. Non potrà essere così. L’obiettivo dev’essere quello di saper soffrire e colpire al momento opportuno dall’alto di una qualità individuale indubbiamente superiore.

Siamo riemersi, squadra ed ambiente, dal baratro di un -8 che avrebbe ammazzato chiunque. Ci siamo, ci siamo ancora… ed adesso non abbiamo più paura di nulla… perché abbiamo avuto la conferma di essere in grado di combattere contro qualsiasi cosa… Finchè vedrai sventolar quella bandiera… non smetteremo di crederci… Forza Novara sempre!!!

Ps: dopo Maspero… è salito sul proscenio anche Londrosi. D’altronde visti i suoi ben noti trascorsi nell’Alessandria di Boiardi… eppoi nel Varese di Turri… chi meglio di lui può dire, a buon diritto, di conoscere a fondo e per presa diretta, la gestione di società inadempienti…? Come si suol dire.. da che pulpito… 

Massimo Barbero

 

 

 

 

 

 

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