La Stampa - Novara, attacco alla cittā. Sentenza premeditata
domenica 19 aprile 2015 - 18:34
l'editoriale di Michele Brambilla, Vice Direttore de La Stampa
Quanto conta una squadra di calcio per la crescita di una città?
Evidentemente moltissimo, se a Novara oltre centomila abitanti, secondo centro del Piemonte si rischia una rivolta per la penalizzazione che la Giustizia sportiva ha inflitto agli azzurri, mettendo in pericolo una promozione che pareva ormai cosa fatta. Oddio: rivolta è una parola grossa. Novara è una città tranquilla. Quando, nel 2011, la squadra è tornata in serie A dopo mezzo secolo, si è festeggiato ma senza esagerare; e quando, un anno dopo, è retrocessa, ci si è rammaricati ma sempre senza esagerare. Quindi non c' è da aspettarsi un' insurrezione armata. Però la rabbia è tanta. La penalizzazione di otto punti (per un' irregolarità amministrativa) è considerata un' ingiustizia che addirittura grida vendetta al Cielo, se anche un prete come don Franco Finocchio, responsabile della pastorale sportiva della Diocesi, arriva a dire: «C' è tristezza perché ogni volta che, anche grazie al calcio, la città sembra ripartire, succede qualcosa che regolarmente spegne l' entusiasmo». Novara infatti sospetta di essere vittima di un accanimento particolare. È convinta che in un mondo lercio come quello del calcio, dove a grandi società si è perdonato di tutto, una città di provincia sia usata come capro espiatorio. Ma per capire il perché di tanto orgoglio ferito, bisogna fare qualche passo indietro.
La rinascita dunque del Novara Calcio, società fondata nel 1908, fino a una decina di anni fa si erano dimenticati quasi tutti. L' ultima serie A era stata nel 1955'56; l' ultima B nel 1976'77. Dopo di che, aveva vivacchiato in serie C1 o C2. Nel 2006 la società viene rilevata da Massimo De Salvo, patron di un gruppo proprietario di dieci ospedali, con un fatturato di 250 milioni di euro all' anno: e la squadra rinasce. Promossa in serie B nel 2010 e in serie A nel 2011. De Salvo pensa in grande e fa costruire un centro sportivo, Novarello, che ha pochi eguali in Italia: campi di allenamento in erba e in sintetico, due hotel, un centro benessere, un palazzetto dello sport, un ristorante, una sala congressi da 450 posti. L' idea è quella di farne una base anche per le grandi squadre europee che vengono a giocare in Champions a Torino o a Milano. Novarello ha una cinquantina di dipendenti. Insomma un lusso anche per la serie A: ma un' opportunità importante per una città che punta a rilanciarsi soprattutto con il turismo.
La tegola nel 2012 la squadra retrocede in B, l' anno dopo fallisce per un soffio il ritorno in A e nel 2014 addirittura scende in Lega Pro, la vecchia serie C. Però il Siena fallisce e il Novara chiede il ripescaggio in serie B: ma gli viene negato perché la società sarebbe moralmente segnata da una vicenda di scommesse che aveva coinvolto, un anno prima, un suo calciatore: vicenda per la quale il Novara era già stato punito all' epoca con alcuni punti di penalizzazione. La società si rassegna dunque a cercare di tornare in B sul campo e allestisce una squadra di buon livello, affidata all' allenatore Domenico Toscano. L' 11 aprile scorso il Novara vince a Mantova ed è primo con tre punti di vantaggio sulla seconda: mancando quattro partite, la promozione è vicinissima. Ma tre giorni dopo arriva la legnata: otto punti di penalizzazione per aver pagato in ritardo i contributi Irpef del 2014. Il Novara scivola così a cinque punti di distacco dalla vetta. «È una condanna che non riusciamo a capire», mi dice il presidente Massimo De Salvo, «Avevamo tardato a pagare perché vantavamo un credito d' imposta. E comunque abbiamo poi versato quanto richiesto». Soprattutto, appare incomprensibile l' entità della pena: la Procura federale aveva chiesto tre punti di penalizzazione e quattro mesi di inibizione per De Salvo; i giudici hanno inflitto otto punti e quindici mesi. «Paghiamo regolarmente gli stipendi ai giocatori e non abbiamo debiti con lo Stato, eppure ci hanno trattato peggio del Parma», dice De Salvo.
Insomma: in estate il nonripescaggio per un vecchio illecito già punito, adesso otto punti per un ritardato pagamento: ecco perché a Novara temono che sia in un atto una sorta di persecuzione. Sport significa sviluppo Ma quanto perderebbe Novara se saltasse la serie B? «Di certo la città ci tiene molto», dice il sindaco Andrea Ballarè: «Proprio in questi giorni abbiamo saputo di essere il capoluogo del Piemonte che è maggiormente cresciuto per il turismo: più 22 per cento. L' anno prossimo ospiteremo i Mondiali di pattinaggio artistico e l' Igor Volley è in lizza per vincere il campionato: la serie B del Novara sarebbe un tassello importante. Sport e cultura sono valori di attrazione economica».
Domani sera gli azzurri di mister Toscano giocano contro il Giana Erminio di Gorgonzola, e vedremo se i ragazzi hanno accusato il colpo. Ma la partita più importante si giocherà venerdì 24 o martedì 28, quando si discuterà l' appello. E allora vedremo se davvero Novara è la pecora nera del mondo del calcio. |