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venerdė 03 aprile 2015 - 12:37
a firma di Massimo Barbero

Ci sono diverse strade che portano ad un pareggio… e quella imboccata giovedì sera dal Novara appare decisamente la meno convincente. 

L’1-1 di Bolzano (con seri rischi di sconfitta) era stato la conseguenza di una serie di errori individuali (in difesa e sottoporta) che avevano parzialmente vanificato una prestazione positiva dal punto di vista tattico e propositivo. A Bergamo non abbiamo mai rischiato di perdere. Ma, palo di Corazza a parte, non abbiamo nemmeno mai rischiato di vincere una partita che invece avevamo il dovere di provare a far nostra a tutti i costi.

Ci siamo adeguati al ritmo lento e compassato dell’Albinoleffe in un ambiente reso da match a porte chiuse dall’assenza (per almeno tutto il primo tempo) di una gran parte dei tifosi del Novara bloccati in un A4 da incubo. A proposito, vorrei stringere la mano al genio che ha partorito l’idea di più partite da giocare in contemporanea alle 19.30 del Giovedì Santo. Che vogliano gli stadi vuoti lo sappiamo ormai da anni. Ma solo i tifosissimi si metterebbero davanti al computer all’ora di cena per guardare una sfida di Lega Pro… Ed i tifosissimi di solito sono comunque sugli spalti… Forse giocando ad orari più normali (in prima serata? Al sabato pomeriggio di Pasqua?) anche l’audience ne beneficerebbe… oltre che il nostro equilibrio nervoso provato da certi viaggi massacranti…

Tornando alla partita… salvo solo la prova del reparto arretrato (compreso un Tozzo inoperoso) la buona volontà degli esterni e l’impatto di Corazza al momento del suo ingresso sul terreno di gioco. Giocando a cinque non possiamo permetterci un regista arretrato come Miglietta che non rischia mai nulla, che nella migliore delle ipotesi azzarda un passaggino laterale, se non addirittura all’indietro. Poteva essere la valida diga di un Novara a trazione anteriore (come era quello delle prime settimane di campionato) non è l’elemento, per caratteristiche, in grado di fare il perno arretrato nell’attuale schieramento. Giocando a cinque non possiamo permetterci dei centrocampisti tanto bloccati negli inserimenti come sono parsi ieri Bianchi e Pesce. Giocando a cinque dobbiamo far male almeno con gli esterni, con delle sovrapposizioni convinte e puntuali. Avete visto come il Venezia ha sbloccato il risultato a Bergamo dopo pochi secondi dal fischio d’inizio? Pronti via… uomo che scatta sulla destra e cross in mezzo per il centravanti che incorna di testa. Quanti cross dal fondo abbiamo fatto ieri sera? Come se non bastasse abbiamo avuto anche un Gonzalez che è parso l’ombra di sé stesso, mai decisivo nei duelli uno contro uno… mai ispirato al momento di cercare la giocata risolutrice. Il vento, tradizionale compagno dei turni infrasettimanali allo stadio, ci impediva anche di tentare in maniera proficua il nostro schema più classico in queste situazioni… lancio lungo a cercare la testa di Evacuo, sperando che accada qualcosa…

Certo non vanno trascurati i meriti dell’avversario e sarebbe ingiusto sminuire l’abilità dell’Albinoleffe nel disarmare la “corazzata” azzurra. Mangone ha impostato la partita molto bene ed è stato saggio nel mantenere sempre tre giocatori offensivi là davanti per non consegnarsi mai all’assalto ospite. I seriani da metà gennaio in poi hanno perso solo 2 volte. Nel corso di questa stagione hanno fermato tutte le grandi, fatta eccezione per il Pavia che in casa però aveva ribaltato il risultato (2-1) solo allo scadere. 

Però tra le due squadre ci sono 35 punti di differenza in classifica che a Bergamo non si sono visti. Pesce ha risposto ad una mia domanda nel dopogara dicendo: “ci sono anche gli avversari…”. Vero, ma quando si è superiori… in campo bisogna imporre la legge del più forte, possibilmente dal fischio d’inizio, per non dare certezze a chi ci sta di fronte, mandando in affanno chi si deve difendere con una serie di cartellini gialli ed un dispendio fisico che alla lunga può rivelarsi letale. Invece ieri il Novara non l’ha mai fatto. Non ho visto azzurri pronti a saltare l’uomo, disposti a cercare l’iniziativa personale, a caricarsi sulle spalle il peso di risolvere la partita. 

Soffriamo questo tipo di gare esterne. Quando abbiamo di fronte un avversario allettato dall’idea del pareggino ben difficilmente riusciamo a fare bottino pieno. Ce la caviamo meglio sul campo delle grandi che provano ad attaccarci. Non a caso abbiamo vinto contro la Giana Erminio che ci aveva affrontato in maniera spavalda, giocando meglio di noi nel primo tempo. Eppoi a questo Novara mancano maledettamente le vittorie “sporche”, quelle che di solito riescono alle squadre di vertice che sanno aggiudicarsi anche partite non giocate benissimo, decise da un tiro in porta nell’ultimo quarto d’ora. Nel corso di questo campionato non abbiamo mai risolto un match alla fine. Nell’ultimo quarto d’ora abbiamo segnato un solo gol decisivo, quello di Evacuo a Bolzano che è valso un punticino. Questione di fortuna, di carattere o di schemi? Credo un insieme di tutte queste tre componenti...

Forse per la prima volta a Bergamo abbiamo avvertito, in campo e fuori, il peso dei deferimenti. Ho sentito i giocatori citare il 10 aprile come mai era avvenuto in passato. Nelle precedenti giornate gli insuccessi di Alessandria e Pavia ci avevano fatto dimenticare (almeno in parte) le vicende extracampo. Stavolta invece il successo del Bassano a Como ci ha trasmesso l’ansia di dover vincere sempre e comunque.


La cosa più preoccupante, in prospettiva, di questo ultimo mese di patimenti (non sportivi) è il rischio di veder incrinato, come mai in passato, il rapporto tra Massimo De Salvo e la tifoseria azzurra che aveva resistito, quasi indenne, perfino alla retrocessione in Lega Pro dello scorso campionato. Condivido analisi e timori espressi dal saggio Renato Ambiel nel fondo su “La Stampa” di domenica scorsa.

Credo che all’interno della dirigenza azzurra debba essere questa la priorità nell’attuale momento della stagione: mantenere (o recuperare?) la stima e la fiducia di un popolo azzurro commovente per l’attaccamento alla squadra ed ai propri colori in un campionato che fa seguito ad una brutta ed inattesa retrocessione. Le motivazioni della squadra (fino a ieri parse al top) sono la logica conseguenza di un feeling da non disperdere. 

Chi ama il Novara Calcio sa che non può esistere un Novara Calcio all’altezza di quello visto negli ultimi 10 anni senza la fusione tra questi due elementi: l’impegno economico e la professionalità portata dalla proprietà De Salvo ed il cuore pulsante di gente che vive 24 ore al giorno animata dalla passione per la maglia azzurra e dall’apprensione per i suoi destini. Una sola di queste componenti non può essere sufficiente se viene a mancare l’altra.

Penso che questo lungo week end di riposo giunga propizio per farci staccare un po’… prima del momento decisivo della stagione. Lo spirito di tutti quanti fino all’ultimo minuto di questo campionato… deve essere quello che animava noi cuori azzurri ieri in macchina… in quell’autostrada incasinata… quando il cartello “Bergamo” pareva un miraggio tanto vicino quanto irraggiungibile… Uno stato d’animo ben esemplificato dal post di “Nonnopipo” a cui mi richiamo integralmente…:  crederci sempre e comunque fino alla fine, anche quando la logica ci suggerirebbe di uscire al primo casello e fare marcia indietro… L’orgoglio di sventolare i vessilli azzurri in uno stadio anche solo per mezzora… val bene qualsiasi travaglio… Buona Pasqua a tutti e Forza Novara sempre!!!

Ps: voglio ringraziare tutti coloro che lavorano nello stadio dell’Albinoleffe (dallo staff agli steward) per la cortesia e la disponibilità mostrate nei nostri confronti quando siamo arrivati allo stadio stremati ed al pelo per iniziare un collegamento radio previsto per le 19. Da altre parti ci avrebbero fatto circumnavigare per un'altra ora… in attesa del pertugio giusto per entrare… eppoi perquisito e straperquisito… Invece a volte basta un po’ di buonsenso per rendere a tutti la vita un po’ meno complicata…

Massimo Barbero

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