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lunedė 30 marzo 2015 - 12:45
a firma di Massimo Barbero

Marzo pazzerello ha stravolto le nostre convinzioni di inizio mese. Dopo il 2-1 del “Mercante” avevamo salutato con deferente simpatia il Bassano di Asta ormai fuori dalla lotta per il primo posto. Come avrebbero potuto i giallorossi, privi di Nolè per qualche settimana ed attesi da 3 trasferte consecutive, recuperare i 7 punti di svantaggio che li dividevano delle 3 lanciatissime protagoniste? 

La rimonta giallorossa mi fa tornare in mente un surreale colloquio avuto davanti allo stadio con un tifosissimo azzurro, storicamente votato al pessimismo estremo… in un venerdì sera di fine settembre, a pochi minuti dal 4-0 al Pavia: “Se non vinciamo stasera è finita…” mi aveva detto lui; “Ma no dai… è solo fine settembre…”; “Anche l’anno scorso dicevamo sempre così eppoi hai visto come è andata a finire” “Sì, ma sarebbe bastato vincere le ultime due partite per evitare anche i play out…”.

Probabilmente anche nella città del Ponte nessuno ci sperava più dopo la sconfitta interna con il Novara… Mi immagino i soliti superinformati locali sentenziare: “Hai visto? Lo dicevo… Non vogliono andare in B…”. E così Asta ha potuto ricompattare la sua truppa, lontana da qualsiasi attesa. Gioco, risultati ed un pizzico di fortuna che non guasta mai… hanno rilanciato i ragazzi del presidente Rosso che ora sono pericolosissimi per tutti. Sorrido (amaramente) ripensando alla scorsa primavera quando un sito giornalistico padovano aveva cominciato una battaglia mediatica per sottolineare come fosse inimmaginabile una serie B senza formazioni venete (tale sarebbe stata in caso di retrocessione congiunta di Cittadella e Padova e con Vicenza e Venezia impantanate in Lega Pro). Invece il Cittadella in una maniera o nell’altra si salva sempre… ed il Vicenza si è ritrovato il regalo inatteso di una promozione a tavolino davvero assurda… Ed ora c’è il Bassano in piena corsa… per giocare altri derby del Veneto… per la gioia di Bedin e compagnia…

Marzo pazzerello, ahinoi, ha fatto crollare di colpo le nostre certezze di una stagione finalmente lontana dalle aule della giustizia sportiva. Ma ha anche fatto segnare un’evidente frenata di Alessandria e Pavia, decisamente meno brillanti rispetto ai mesi scorsi. Negli ultimi 5 turni le nostre rivali “storiche” hanno ottenuto soltanto 1 vittoria a testa, entrambe per 1-0 ed al cospetto di un Pordenone sciupone sottoporta. I grigi paiono aver perso di colpo la solidità difensiva delle scorse settimane. Senza Cesarini il Pavia ad Arezzo ha segnato solo su punizione a tempo scaduto. E senza Ferretti ha realizzato soltanto un gol di testa su calcio d’angolo in tre gare. Entrambe sono però ancora padrone del loro destino. Per la classifica nulla è compromesso, ovviamente.

Tutto questo preambolo per dire che è sempre pericoloso immaginare quello che sarà. Dobbiamo vivere alla giornata, cercare ad ogni costo le vittorie di tappa senza guardarci troppo alle spalle o preoccuparci delle vicende extracampo. I rimpianti sono destinati a generare inevitabilmente altri rimpianti perché a furia di pensare alle occasioni perdute si finisce con il lasciarsene scappare delle altre, proprio sotto il naso. Adesso ci tocca tifare per quel Como… che durante la scorsa settimana ha gufato intensamente per la nostra penalizzazione (ho ricevuto un sacco di mail e telefonate da colleghi che mi chiedevano notizie in merito) salvo scivolare sull’immancabile buccia di banana… con Cassetti che si è fatto cacciare da ragazzino immaturo… cominciando una  battaglia di nervi persa in partenza con l’arbitro mandato a quel paese sin dal primo cartellino giallo… ed obiettivamente severo in occasione del secondo…

Per fortuna Toscano è riuscito a tenere i suoi giocatori lontani da altri discorsi. Quando si giudica l’allenatore azzurro non bisogna dimenticare il lavoro svolto sotto l’aspetto motivazionale. Al “Piola” ho visto 11 leoni che hanno sofferto con noi per 95 minuti, ma che hanno dato tutto per cercare l’ennesima vittoria casalinga.

Chi era a Vicenza lo scorso 11 novembre sapeva benissimo che non sarebbe stato semplice aver ragione di questo Real. La squadra di Marcolini è l’unica che ci ha messo sotto, anche dal punto di vista del gioco, in questo campionato. Pure le vittorie di Torres e Lumezzane erano state indiscutibili, ma avevano rappresentato più la conseguenza di una serie di errori incredibili da parte nostra, che non che non il frutto di un’evidente supremazia tattica. D’accordo, da allora il Real Vicenza non si è confermato sui livelli di autunno. Ma non ha mai steccato le partite contro le grandi. Ha lasciato punti pesanti in casa contro Feralpi, Giana o Lumezzane, ma non aveva mai perso contro le prime quattro della classifica. 

Evidentemente Marcolini ha saputo caricare nella maniera giusta i suoi. Certamente un “Piola” gremito da oltre 4 mila persone offre ad un calciatore (anche avversario) stimoli ben maggiori rispetto ad un “Menti” deserto. Gli ospiti hanno cominciato meglio di noi e ci hanno creato più di un grattacapo nel primo quarto d’ora di gara. La partita è svoltata quando Pablo ha fatto quella magia, uccellando due avversari e mandando il pallone di un soffio oltre la traversa. E’ stato un chiaro messaggio lanciato dall’argentino ai compagni: “siamo più forti e dobbiamo dimostrarlo”. Nell’azione tra l’altro Marcolini ha perso Piccinni, l’unico difensore biancorosso in grado di contrastare Evacuo dal punto di vista fisico. Da quel momento Felice è diventato incontenibile. Tutti i palloni “sporchi” sono stati i suoi. Si è procurato ed ha trasformato il rigore della vittoria. Si è creato ed ha fallito una serie di opportunità per raddoppiare. Ha difeso in maniera encomiabile il risultato negli interminabili minuti finali portando a spasso gli avversari in ogni zona del campo. Siamo andati vicinissimi al 2-0 in almeno 4-5 occasioni. Ma anche il Real Vicenza ha avuto un paio di opportunità nella nostra area di rigore. E nel finale Tozzo ha blindato la vittoria… un Vannucci al “Piola” non può segnare con una maglia diversa da quella azzurra…

Ed ora l’Albinoleffe… Non sarà semplice contro una squadra che dall’avvento di Mangone ha cambiato decisamente passo e che sente il peso di un Pordenone arrembante alle proprie spalle (e di una Pro Patria decisamente diversa rispetto ad inizio stagione). Ma non abbiamo scelta: dobbiamo fare il Novara in casa e fuori da qui alla fine se vogliamo arrivare al traguardo, nonostante tutto. Speriamo che l’ennesimo turno infrasettimanale non ci impedisca di… giocare in casa… in un ambiente in cui è troppo importante far sentire il nostro calore dagli spalti… Forza Novara sempre!!!

Ps: per aggiornarmi un po’… ho letto le decisioni dei Tribunali sportivi sulla Reggina e sono rimasto sconcertato. Il principio che è stato ritenuto pacifico per il primo grado di giudizio “non è contestabile alla Reggina la violazione delle norme federali di riferimento, avendo prevalenza, nel caso di specie, la normativa statuale, in quanto a questa sovraordinata”. è stato sconfessato dal secondo (con motivazioni che ancora non conosco). Per la questione “incentivi all’esodo” era successo l’esatto contrario. E’ incredibile che la classifica di un campionato sia decisa da un interpretazioni evidentemente tanto opinabili. Tutto questo non c’entra nulla con il calcio, con lo sport… ed è persino distante dal diritto che mastico ogni giorno nei Tribunali ordinari… Per cui inutile farsi venire il mal di testa… Pensiamo ad altro e… Buona giornata a tutti… troll compresi!!!

Massimo Barbero

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