L'editoriale azzurro
lunedė 16 febbraio 2015 - 08:00
a firma di Massimo Barbero
Un bello spot sui rimedi contro la diarrea gustato per ricollegarsi su “Sportube” nel cuore del secondo tempo è stato il degno finale di una settimana di m… Stavolta non c’ero (per problemi di salute ora facilmente intuibili…) e sarò più breve delle altre volte. Perché già si capisce poco a guardare le partite dalla tv, ma a seguirle dal computer la visione d’insieme risulta completamente distorta. Si coglie il particolare, ma non il campo aperto che ti permette di comprendere e decifrare l’andamento del match. Una legge che dovrebbe essere tenuta ben presente da coloro che, invece, sputano sentenze alle 16.20 da casa, magari sull’onda dell’emozione.
Per cui vi girerò soltanto qualche impressione personale, magari meno azzeccata del solito. Fino a metà della ripresa il Novara ha giocato una gara quasi esemplare. Sullo 0-0 e sull’1-1 siamo stati noi a far la partita, a far la voce grossa sul campo della squadra che in casa ha vinto e segnato di più. Ho visto una formazione equilibrata, propositiva, con due attaccanti vivaci ed abili ad andare a cercarsi il pallone ed a creare movimento.
Purtroppo da qualche settimana a questa parte abbiamo accentuato il difetto di schiacciarci all’indietro ad ogni rete realizzata. E’ una questione di mentalità o personalità, che dir si voglia. Ricordate la trasferta di Salò? Avevamo tenuto il campo benissimo per tutta la prima mezzora (e parzialmente l’abbiamo anche nella ripresa, fino alla fine)… ma subito dopo il gol di Gonzalez siamo incappati in 5 minuti di tremolii che sono proseguiti sino all’incredibile pareggio dei Leoni del Garda.
Quello che abbiamo potuto fare a Cremona contro una squadra che nelle ultime 4 partite ha segnato solo 1 gol (bello ed inutile allo scadere a Bolzano) non potevamo permettercelo contro un Pavia che ha il tridente offensivo complessivamente più forte del campionato (i nostri attaccanti non hanno niente da invidiare a nessuno, ma un Cesarini in rosa noi non l’abbiamo). Se li aggrediamo a metà campo, se li pressiamo alti, riusciamo metterli in difficoltà. Se li aspettiamo nella nostra area di rigore finiamo con il concederci quasi inermi alle loro qualità migliori. Non a caso le “piccole” non hanno raccolto praticamente nulla al “Fortunati”. E solo l’Albinoleffe è andato vicino ad un risultato positivo.
Il rendimento dei nostri centrocampisti fa la differenza, nel bene o nel male. Il Novara ha cominciato a girare a Venezia quando ha proposto in mezzo al campo tanta gente brava a pressare, raddoppiare, andare a rubare palla all’avversario, proporsi. Se abbassiamo l’intensità tutta la squadra va in affanno. E nemmeno la superiorità numerica conta più in quei frangenti.
Detto tutto questo… Maspero ha giocato una partita di poker esattamente come all’andata, ma stavolta l’ha vinta (e va detto con pieno merito). Ha corso il rischio di venire impallinato in casa dal Novara (mannaggia Foglio…) pur di cercare fino alla fine in maniera convinta una rimonta che alla fine l’ha giustamente premiato. Il calcio è fatto di equilibri sottili… Se fosse finita 1-4 scriveremmo di un Maspero sciagurato e di un Toscano attento ed arguto… così le stesse mosse effettuate a gara in corso hanno il significato completamente opposto negli opinionisti del dopo…
Piuttosto mi sovviene un’altra considerazione. Anche oggi ci siamo giocati due cambi per problemi fisici più o meno evidenti. Nulla contro Pesce (che per un’ora è stato molto bravo), ma Simone è ormai alla quinta sostituzione consecutiva (o quattro su cinque). Forse sarebbe il caso (adesso che le alternative ci sono) di limitarne un po’ l’impiego per averlo al cento per cento tra qualche settimana. Anche per permettere alla nostra panchina di avere scegliere qualche alternativa tattica al mutare della gara. Il Pavia che ha finito il match era molto diverso da quello che l’ha cominciato. Noi siamo stati praticamente identici nello schieramento.
Eppure questo Pavia-Novara (a parte l’incazzatura nostra per l’occasione sprecata) è stato un bello spot per il calcio di Lega Pro. Una sfida di cui avevamo bisogno nella settimana dell’ennesima Lotitata… che ha fatto aumentare i consumi di rimedi contro i problemi intestinali… oltre il livello di guardia…
Per cui, smaltita la naturale rabbia di questa serata, dobbiamo ripartire domani da un vocabolo: consapevolezza. Se il Novara è quello che abbiamo visto fino al rigore di Evacuo dobbiamo avere la consapevolezza di poter ancora recitare un ruolo di primo piano in questo campionato. Senza la presunzione che ci è stata fatale all’indomani di qualche 4-0 casalingo contro una grande. Ma senza nemmeno quella politica al risparmio che ci è costata troppi punti preziosi per strada. La ricerca del gollettino da difendere fino alla fine era forse il meglio che potessimo pretendere contro la Giana quando avevamo una decina di giocatori fuori uso. Ma adesso questo Novara può e deve pretendere da sé stesso qualcosa di più. Anche e soprattutto quando si trova in vantaggio.
La consapevolezza è l’anticamera di rimonte come quella realizzata dal Pavia e che tanto difettano al nostro campionato. Mancano 13 giornate alla fine del campionato… (6 partite in casa e 7 fuori) bisogna dare tutto fino alla fine… e saper andare anche in salita per arrivare a maggio in maglia rosa… Forza Novara sempre!!!
Massimo Barbero |