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martedì 10 febbraio 2015 - 12:59
24 settembre 2006: Pavia-Novara 1-1

A Pavia pensino a gustarsi questi play off… perché per un bel po’ di tempo non ne giocheranno altri…” 
Parole e musica di Sergio Borgo a maggio 2006, allo scoppiare di “Calciopoli”. 
La teoria del “Direttore” di una cupola moggiana a dirigere il mondo del pallone aveva trovato conferma (almeno parziale) nel capo di accusa che avrebbe portato in pochi giorni la Juve in B e trascinato via di conseguenza tanti personaggi legati all’ex capostazione di Civitavecchia. Tra la società “amiche” della “Juventus della Triade” vi sarebbe stato, secondo la convinzione del mediano di Soncino, pure il Pavia dei Calisti, più volte ad un passo dalla B.

Queste affermazioni sembrano ritorcersi contro “Sergione” alla vigilia di Pavia-Novara del settembre successivo. La classifica, ora scevra dai condizionamenti “moggiani” dopo 3 giornate di campionato parla chiaro: Pavia 5 punti, Novara 0
La compagine di Torresani, malgrado un ridimensionamento economico ed una rosa fatta di tante giovani promesse, è uscita imbattuta da Padova e da Grosseto ed ha battuto in casa l’Ivrea. Noi siamo partiti malissimo a Lucca (0-4) eppoi non abbiamo raccolto nulla nei due match interni contro Sassuolo (lezione di calcio da parte del team di Remondina) e Pro Sesto (tanta sfortuna). 
L’immancabile striscione accoglie l’ex capitano della Pistoiese guarda caso squalificato… 
Stavolta “Borgo a Zelig” appare meno originale di “Noi Borgo Basso… Voi Borgo Grasso” di un paio di anni prima.

Dopo l’1-2 interno con la Pro Sesto avevo scritto un editoriale tutto cuore che suonava più o meno così “Non siamo più scarsi della Pro Sesto, tutt’altro!… Risaliremo… L’importante è non perdere mai la convinzione” avevo tuonato in faccia a chi, dopo sole 3 giornate, già profetizzava retrocessione certa.

Anche per questo sento la partita di Pavia in maniera fortissima. Mi chiudo in un silenzio quasi assoluto la sera prima del match in Piazza Martiri (non ricordo nemmeno quale fosse l’evento… ma c’era una sorta di pre… Notte Bianca) come mi capita quando sono particolarmente preoccupato per le sorti del Novara. Rimugino a lungo da solo sull’assenza di capitan Brizzi che per me (e per molti) è un elemento insostituibile per una squadra già traballante. 
Mi riprendo solo a mezzanotte suonata quando “Bunny” Celasco trascina alla “Soms” un nutrito gruppo di pallavoliste della B1 dell’allora Asystel (qualcuna diventerà campionessa di livello assoluto). Il fascino delle ragazze ed una raffica di battute senza freni del loro allenatore-amico… mi mandano a dormire con un sorriso convinto. Sta per cominciare un periodo spensierato e spassoso… e presto anche il Novara smetterà di farmi soffrire così tanto…

La foto scattatami quel pomeriggio a Pavia da Carlo Magretti è rimasta a lungo su internet grazie al “Fedelissimo”… Indosso una maglietta scura e sono magro e teso come mi capita nei periodi più bui a livello personale… Quella breve trasferta segna a suo modo l’inizio di una nuova era. 
Il mio compagno di avventura, infatti, è Paolo Molina… I viaggi, anche lunghi o lunghissimi, con Paolo diventeranno una piacevole abitudine dal 2009 in poi…ma quella è in assoluto la prima volta… che si compone la coppia di radiocronisti azzurri con più presenze in assoluto. 
E Danny Faranna? Ancor prima della partita con il Sassuolo aveva sparato la sua sentenza: “Se facciamo 0 punti in queste due partite casalinghe il nostro campionato è già finito…” Detto e fatto… 0 punti in tasca e Danny in Via Alcarotti a seguire il Veveri di Massimo Venturini con la radiolina nell’orecchio e l’inseparabile Pietro Campi al suo fianco.

Molina ha una vocazione al sacrificio… e preferisce la pur simpatica compagnia pavese al comodo, ma asettico, accredito stampa. E così mi dirigo da solo in tribuna. Sono l’unico giornalista novarese, ma non l’unico giornalista ospite perché c’è Paolo Gallione che curerà la telecronaca differita per “4 rete”. Nel pregara si vocifera di possibili “svincolati” per aggiustare una situazione che pare già essere delicata. 

Non c’è il solito clima “anti Novara” delle ultime 3-4 stagioni al “Fortunati”. Stavolta sembriamo destinati a dover recitare il ruolo di “vittima sacrificale” di un Pavia che negli ultimi 3 campionati c’è sempre rimasto davanti. Sacchetti schiera un 3-5-2 che dovrebbe essere emulo della breve “remuntada” targata Cabrini con il nuovo arrivo Ludi al posto di Zaccanti, Paoli nelle veci di Colombini, Lorenzini in luogo di Porcari, Bresciani nelle mansioni di Brizzi, Coletto per rimpiazzare Braiati e Vieri-Espinal a rimpiazzare Rubino-Bagnara. I cambiamenti sono… troppi per reggere, il passo indietro è innegabile, ma Resta ha ordinato un contenimento dei costi che impone rinunce dolorose. 

Nelle file dei padroni di casa ci sono giovani che faranno una grande carriera come Valdifiori, Valerio Foglio ed Acerbi (addirittura relegato in panchina), un portiere con trascorsi in categoria superiore come Casazza ed un attaccante esperto e “castigaNovara” come Veronese. 

Pronti via ed il Novara fa gol sotto una curva occupata da pochi supporters ospiti: sulla rimessa dalla sinistra di Paoli, Vieri fa da torre per l’inserimento di Ciuffetelli che insacca di testa. Sandro corre ad abbracciare Sacchetti in panchina “Gooooool Ciuffetelliiiiii” lancio in radio l’urlo liberatorio che mi costa le prime antipatie. Poi guardo il cronometro e comincio a preoccuparmi… è solo il terzo minuto… come faremo a resistere? La mia radiocronaca ha i toni alti abituali di quando il Novara è in vantaggio. E’ appena passata l’estate dell’ “Andiamo a Berlino” di Caressa che ha lasciato qualcosa nel modo di raccontare le partite di noi maldestri emuli di cotanto narratore…

Il Novara tiene bene la situazione. Ludi comincia maluccio, ma poi si riprende con il passare di minuti. Alla mezzora Micillo devia in corner una pericolosa punizione di Lunardini e la cosa mi rinfranca non poco. Il portiere vercellese, che nella stagione precedente aveva giocato su livelli elevati, nelle prime giornate di campionato era parso l’ombra di sé stesso. Il fatto di averlo ritrovato è una gran bella notizia per il Novara. Nel finale di tempo andiamo addirittura vicini al raddoppio. E’ Paoli a prendere possesso della fascia di sinistra: i suoi cross smarcano per due volte consecutive Vieri. Il primo colpo di testa del nazionale australiano trova una respinta di Di Fausto sulla linea di porta. Il secondo diventa una sponda per Espinal che alza da posizione favorevole. 

Ad inizio ripresa Torresani azzecca la mossa giusta: fuori Todeschini per il ben più offensivo Massaro che agisce sulla sinistra dove pare incontenibile. Dai piedi dell’ex giocatore dell’Olbia nascono tutti i pericoli del Pavia. Sacchetti vorrebbe inserire Morganti al posto di Matteassi, ma non c’è tempo. Micillo e Ludi salvano la nostra porta con un po’ di fortuna all’11. Ma il pareggio è nell’aria ed arriva al quarto d’ora grazie ad una combinazione Massaro-Rossi che manda al settimo cielo la speaker dello stadio che, infastidita dalle mie urla precedenti, si gira verso di me e mi grida in faccia “ Paolooooo Rosssiiiiiii Gooooolll”. 
E’ un momento terribile perché Micillo resta a lungo a terra facendo temere l’ingresso del sedicenne Lamantia che aveva già cominciato a scaldarsi. Invece sul terreno di gioco piomba Palombo il cui subentro consente alla speaker di caricare a dovere il pubblico di casa… che ricopre Max di fischi. Nel suo momento migliore la furia del Pavia si placa all’improvviso. 

Ed il Novara riprende a rendersi pericoloso. In cinque minuti tra il 26’ ed il 31’ Espinal spreca tre palle gol consecutive che mi portano a fare un contorto ragionamento in radio… con un paragone tra l’attaccante della Repubblica Dominicana ed il celebre Raducioiu che il futuro collega Faranna liquida con un “Max… non si è capito cosa volessi dire…”. 
E’ un 1-1 molto stretto per noi, ma meglio che niente. Entrano Cusaro e “Ciccio” Evola per portare a casa almeno il punticino. Ed in pieno recupero Veronese ha sulla testa il pallone di una beffa che sarebbe tremenda per una squadra ancora a quota zero… Per fortuna il suo colpo di testa si spegne oltre la traversa e con esso i fantasmi dell’inizio di campionato più brutto (Chierico a parte) che la mia memoria riesca a ricordare. 

A fine gara, prima di scendere negli spogliatoi, ho subito cercato il conforto dell’opinione di un giornalista di Pavia ed uno di Vercelli. Temevo che il cuore mi avesse fatto prendere un abbaglio. Ed invece anche loro mi hanno confermato che il Novara ha giocato meglio del Pavia, che gli azzurri possono mordersi le mani per una vittoria sfuggita soprattutto a causa dei soliti errori in zona gol” Questo era stato il mio “attacco” nell’opinione scritta dopo cena per “Forzanovara”, sereno e libero da altre incombenze giornalistiche.

Mi preparo alla lunga attesa davanti al cancello che ci dovrebbe portare in Sala interviste. Ai tempi il Pavia aveva un addetto stampa gentilissimo che non tollerava però che si rompesse il suo consueto schema mentale. Aveva deciso che per 30’ dalla fine della gara non si dovessero fare interviste e non c’era verso di convincerlo del contrario. Ci avevo provato una volta spiegando che Radio Abc aveva acquisito un’esclusiva che comprendeva anche lo spazio dichiarazioni post gara e lui mi aveva risposto in malo modo: “Ma che esclusiva ed esclusiva vuoi avere… c’è la Gazzetta dello Sport e tu vuoi l’esclusiva… ma vai a c…”.

Era finita quasi subito con le sue scuse ed una stretta di mano calorosa. Ma da quel momento avevo deciso che non avrei mai più discusso sul punto. Gallione però è ovviamente ignaro di cotanto precedente e di fronte al suo ennesimo “no, dovete aspettare, è il regolamento” replica visibilmente seccato: “Va beh… vorrà dire che se mi fai fare tardi stasera vengo a cena a casa tua…”.

Le interviste scorrono veloci. Incrocio Borgo e lo provoco “Sei pronto per Zelig?”.
Poi mi fermo a parlare con Torresani (persona semplice e con un’educazione al di sopra della media) e gli dico: “Avete sfondato subito almeno tre volte sulla sinistra con Massaro eppoi… dopo l’1-1 non avete più insistito da quella parte…”. 

Molina mi aspetta, paziente, al di fuori dei cancelli “In fondo ho trovato gente simpatica…”. 
Non fa tempo a finire la frase che passa un auto… la conducente mi riconosce, tira giù il finestrino ed urla un sonoro: “Vaff….” al mio indirizzo. 

Scorrono i titoli di coda su questo Pavia-Novara. Il viaggio di ritorno è simile a tanti altri della gloriosa era Tesser: “Silvia tra mezzora sono a casa…”. Ci scappa anche una telefonata a Borgo che ci racconta che sul pullman del Novara ci sono solo facce tristi perché tutti speravano nella vittoria. Non è un periodo di grande popolarità per il “Sergione” e noi lo rinfranchiamo con un sincero: “Siamo sempre con Te Direttore!!!”. 
Qualcuno sul “muro” l’ha attaccato anche perchè il giovedì precedente ha portato la squadra a giocare un’amichevole nella disagevole Verano Brianza… Pochi lo sanno ovviamente, ma quella sera è scoccata definitivamente la scintilla… che condurrà di lì a poche settimane Massimo De Salvo al timone del Novara… 

E il Pavia? Retrocederà da ultimo della classe, dopo aver esonerato Torresani a Natale, malgrado una rosa certamente non scarsa come la classifica finale lascerebbe pensare. Per fare un paragone… era un Pavia che si sarebbe mangiato in insalata le ultime 3-4 in classifica dell’attuale campionato…

Questo Pavia-Novara ha segnato uno spartiacque nella storia recente delle due società. Dalla B sfiorata dai pavesi… al doppio salto centrato dai novaresi… Per rivedere la squadra della Capitale Longobarda nei play off dovremo attendere l’anno Mondiale 2010… ma saranno solo play off (persi) di seconda divisione…

Massimo Barbero

 

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