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Meteore azzurre: Lorenzo Fabiani
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martedė 13 gennaio 2015 - 09:20
di Massimo Barbero

Lo so, stiamo andando sul difficile… perché Fabiani è stato ben più meteora delle altre meteore di cui vi ho parlato nelle scorse settimane (l’avvocato Tommaso Costa ha già sporto querela per tutelare l’immagine del proprio attaccante preferito… da me incautamente inserito in questa rubrica proprio prima di Natale…). Fabiani ha giocato soltanto 12 partite con la maglia del Novara e molti di voi, a buon diritto, non si ricorderanno nemmeno di lui.

Però l’approdo in azzurro del piccolo centrocampista toscano merita di essere celebrato per le attese e le aspettative (quasi tutte puntualmente deluse) che l’avevano accompagnato. Nel suo piccolo è una parabola significativa di quello che può essere il mercato di riparazione.

E’ l’autunno del 1994 ed il Novara di Colomba e Morselli stenta a decollare. E pensare che sarebbe bastato aggiungere 3-4 innesti di valore alla squadra che con Del Neri (e tanti problemi societari) si era piazzata al terzo eppoi al quinto posto per puntare, senza grossi patemi, alla scalata in C1. Invece l’avvento di Armani (e di consiglieri poco saggi) ha suggerito una rivoluzione tecnica onerosa e non troppo proficua. Alla fine i tanti innesti (e la tranquillità economica) varranno soltanto 4 punti in più a fine campionato e rimpianti ancora maggiori.

In realtà quel Novara aveva un ottimo portiere (il miglior Bini), una difesa solida (Casabianca-Sottana in mezzo) un egregio incontrista (Biagianti) ed un attacco di livello assoluto (Borgobello-Guatteo-Molino).  Ma giocava davvero male e quasi sempre in casa faceva una fatica boia a sbloccare il risultato. Perché? Alla vocazione ultradifensivista di Colomba si aggiungeva la pochezza degli esterni, poco adatti ad un 4-4-2.  Per un po’ avevamo mascherato le cose con uno spregiudicato 4-3-3 che funzionava unicamente fino al momento in cui gli attaccanti (Guatteo, Borgobello e Molino) riuscivano ad andare a mille. Soltanto il rilancio dei novaresi Maurizio Testa e Corrado Giannini aveva permesso agli azzurri di ritrovare un po’ di fantasia, almeno nel girone di ritorno.

Quel Novara aveva esperienza, solidità, diversi elementi di qualità, ma pochissimo gioco. La sentenza, sin troppo scontata, era stata che a quella squadra mancasse un centrocampista di valore. La “sindrome da Paulo Sousa” (il portoghese che aveva riportato al vertice la Juve dopo un decennio di buio) faceva pensare che bastasse cercare un Paulo Sousa per trasformare qualsiasi squadra in un collettivo efficace e spettacolare. E così ad ottobre era cominciata la caccia al centrocampista in grado di fare la differenza, capace di prendere in mano la squadra. Allora non avevano ancora inventato il mercato di gennaio. C’era soltanto una piccola finestra di trattative ad ottobre-novembre che non permetteva di ingaggiare elementi che già militassero nel proprio girone di appartenenza. Poi ci si aggiustava con lo “sgamino” della risoluzione…

Gozio si era convinto di poter portare a casa tal Amerini, un Primavera della Fiorentina che aveva incantato al Torneo di Viareggio vinto dalla Juve di Del Piero. La pista era buona ma non praticabile… Ranieri aveva fatto esordire il ragazzo in serie A ed aveva posto il veto alla cessione. Giustamente perché la promessa viola avrebbe collezionato ben 13 presenze nel massimo campionato prima di passare al Vicenza di Guidolin.

Allora era cominciata la ridda di nomi accostati al Novara. A Colomba venivano proposti centrocampisti importanti e costosi… ma l’ex regista del Bologna aveva le idee chiare: “Voglio Fabiani della Massese. E’ lui e soltanto lui l’uomo che fa per noi…” “Fabiani chi?” la domanda era lecita… in un’epoca in cui non c’era internet a snocciolarti la carriera dei calciatori di tutte le serie, minuto per minuto. I dotati di Almanacco “Panini” avevano potuto scoprire che tal Fabiani aveva sostituito Roberto Baggio all’ultimo minuto dell’ultima partita di campionato 1986-87. Dopo un paio di anni a Montevarchi aveva trovato collocazione stabile nella Massese. Con i bianconeri era salito in C1 al termine della stagione 1990-91. Bassissimo il suo score realizzativo. Da inizio carriera aveva messo a segno solo 1 gol su azione. D’accordo, un centrocampista non è una punta e nemmeno il miglior Paulo Sousa segnava di frequente nella Juve ai tempi… però qualche sano inserimento vincente aiuterebbe parecchio nel far lievitare giudizio e valutazione…  

I dirigenti azzurri prima di procedere al tesseramento si era consultati con il “fido” Zoratti che l’aveva allenato a Massa “Fabiani? E’ un pretino…” era stata la definizione dell’ex tecnico della Pro Vercelli. Voleva intendere che si trattava di un centrocampista pulito ed ordinato, immune da pecche, però anche privo di acuiti particolari. “Ma noi dobbiamo vincere il campionato, mica dire la messa…” aveva osservato in rigoroso dialetto novarese il buon Walter Stipari che già sentiva puzza di bruciato… “Voglio Fabiani, solo Fabiani” era stata la replica di mister Colomba che non desiderava alternative.

E così Fabiani, al momento svincolato, giunge a Novara ai primi di novembre. “Il Novara si rinforza con Fabiani” titola “La Stampa” all’indomani del suo tesseramento riportando le parole del ds Morselli: “Abbiamo ponderato bene l’inserimento di un elemento nuovo perché doveva avere determinate caratteristiche tecniche e umane per non guastare l’equilibrio del gruppo. Riteniamo che Fabiani sia un giocatore che si differenzia da quelli che abbiamo ed allo stesso tempo comprenda bene in che tipo di ambiente andrà ad inserirsi. Poteva accasarsi altrove, magari anche in categoria superiore. Gli abbiamo parlato chiaro e lui ha dimostrato di accettare volentieri la nostra realtà”.

Domenica 20 novembre 1994 arriva il momento del debutto. Il Novara fa una fatica boia in casa al cospetto dello spigliato Varese di Mario Belluzzo. Basta l’innesto di Fabiani al quarto d’ora della ripresa per entusiasmare un pubblico attratto soprattutto dal gusto della novità. Ogni passaggio laterale, per quanto banale e scontato, viene salutato da un’ovazione di uno stadio che ha dimenticato troppo in fretta il grande guerriero Ugo Armanetti… “Questo sì che ha i piedi buoni e fa ragionare la squadra…” esclama la gente che non mugugna troppo nemmeno per l’ennesimo 0-0 interno della stagione.

E così Fabiani viene riproposto titolare sin dalla partita successiva nella quale il Novara crolla sotto i colpi della capolista Brescello, portandosi già a distanza siderale dalla vetta. Stavolta la gente è incazzata e contesta fuori dal piccolo stadio della terra di Peppone e Don Camillo.

E’ la scossa che risveglia gli azzurri che travolgono l’Olbia (4-0) eppoi vincono a Vercelli (3-1) con tanto Guatteo ed un po’ di fortuna. Pochi giorni prima la Pro ci aveva fatto un grosso favore battendo il Brescello nel recupero della partita non disputata per la terribile alluvione che aveva colpito il Piemonte. Al “Robbiano” Colomba parte con tre punte eppoi ad inizio ripresa sostituisce Molino e Borgobello con Guindani e Venturi per un catenaccio “indietro tutta”. Fabiani, invece, resta sempre in campo, dal primo all’ultimo minuto. Anche con la Centese quando gli azzurri non riescono ad aver ragione di un avversario ridotto in 9 già ad inizio ripresa. Anche a Trento quando vinciamo con un gol di Guatteo propiziato da una papera di Rotoli. Il problema è che nelle cronache dei giornali di allora non trovi mai Fabiani citato. Né per un commento, né per una critica. E’ il classico elemento a cui dai 6 se il Novara vince e 5,5 se il Novara delude. Da lì non si scappa… Nella prosa di Renato Ambiel troviamo solo un “Fabiani si sta rivelando un elemento prezioso” scritto il 9 dicembre dopo l’eliminazione dalla Coppa ad opera del Fiorenzuola.

Il discusso Novara di Colomba chiude il girone d’andata al terzo posto, a 4 punti dalla capolista Lecco, dunque ancora in piena corsa per la promozione diretta. L’inizio 1995 però è devastante. Dopo un illusorio 2-0 all’Inter che sta per diventare di Moratti… il ritorno comincia con due sconfitte consecutive: in casa con il Saronno (1-0) ed a Lecco (2-1) quando gli errori di un nervosissimo Bini vanificano un catenaccio anni sessanta. Fabiani però è sempre in campo, dal primo al novantesimo. Sembra che Colomba non possa fare a meno di lui e lo propone addirittura terzino destro nella gara casalinga con il Cremapergo quando l’ex tecnico dell’Olbia lancia finalmente come titolare l’azzurrissimo Corrado Giannini. “… non si può pretendere che sia lui a risolvere i problemi. Non c’è riuscito neppure Fabiani… “si lascia scappare su “La Stampa” Renato Ambiel che ha già capito andranno le cose. Incredibilmente si legge che: “E adesso c’è chi parla di tornare sul mercato, magari per acquistare il centrocampista Signorelli del Genoa: “E’ un elemento che abbiamo effettivamente cercato con insistenza – ammette Stipari – ma Marchioro non vuole privarsene. Ci proveremo ancora, non so con quali risultati”. E Fabiani, l’elemento che era giunto per fare la differenza? Il Novara sembra già non avere più bisogno del “pretino”…

Dopo 8 gare consecutive giocate dall’inizio (e senza mai essere sostituito) la luce per Fabiani si spegne di colpo. La società ingaggia ad inizio febbraio lo svincolato Ferretti che aveva militato nel Pescara di Galeone. A Fabiani Colomba riserva solo un piccolo scampolo di gara a Legnano quando viene inserito al posto di Guatteo per difendere il prezioso vantaggio (2-1). Poi più nulla. Nemmeno quando Ferretti è out per qualche ragione c’è più spazio per il centrocampista “Non si è ambientato…” si giustifica Colomba di fronte ai dirigenti azzurri che gli chiedono logicamente delle spiegazioni circa l’improvvisa esclusione del “pupillo” che insistentemente aveva chiesto al mercato di riparazione.

Lo rivediamo soltanto nelle ultime due gare di regular season con il Novara ormai proiettato ai play off. Contro Centese e soprattutto Trento Colomba schiera una squadra sperimentale in cui c’è posto anche per l’ex “prediletto” Fabiani. I 4 pareggi consecutivi con cui concludiamo il campionato ci negano anche l’adrenalina di una semifinale play off con la Pro Vercelli che già pregustava lo storico incasso.

La stagione del Novara si chiude con il doppio pareggio in semifinale (allora i gol in trasferta valevano doppio…) con il Saronno… Persin superfluo dire che nelle sfide decisive Fabiani fa solo da spettatore. Poi parte verso Sud… Gioca qualche partita nel Taranto e si toglie la gioia di vincere un altro campionato a Marsala, stavolta da difensore. Del centrocampista che doveva farci fare il salto di qualità non ha più nemmeno la fama. Dalle parti di Viale Kennedy è passata solo un’autentica meteora…  

Massimo Barbero

 

 

 

 

 

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