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lunedì 29 dicembre 2014 - 22:30
22 ottobre 1995: Novara-Lumezzane 0-0

C’era una volta… Novara-Lumezzane… un big match da non riuscire a dormire la notte prima… Nossignori, non è lo spumante natalizio ad avermi dato alla testa. Per noi nati all’inizio degli anni settanta (e dintorni) il duello Novara-Lumezzane del campionato ’95-96 ha rappresentato davvero un patimento prolungato, uno spartiacque netto tra sogni e frustrazione. Eppoi, finalmente a maggio inoltrato, la fine di un incubo durato davvero troppo tempo.

Non vincevamo un campionato da oltre 25 anni… dalla cavalcata verso la B targata Parola del 1970… Eravamo afflitti dalla cosiddetta  “sindrome di Manchester” come avevo letto in un ottimo servizio curato da un giovanissimo Molina nell’era Del Neri quando solo la Fiorentina tra le squadre professionistiche era a digiuno di vittorie da più anni. Ci stava capitando quello che era capitato allo United nel periodo più buio della storia del club d’Oltremanica.

Era il quindicesimo assalto alla C1, il più convincente. Allo sfarzo dell’era Armani avevamo aggiunto la saggezza calcistica dell’appassionato Gozio, abituato alle promozioni in quel di Ospitaletto. Ed in effetti eravamo partiti bene: 4 vittorie su 4 in trasferta, 1 sofferto successo e 2 pareggi in casa. Il Lumezzane  però aveva saputo fare altrettanto e così azzurri e rossoblu si erano ritrovati allo scontro diretto appaiati in vetta con 17 punti. Già staccate le più dirette inseguitrici: Torres e Pavia, entrambe a quota 13.

Avevamo scoperto Lumezzane grazie ad una tappa con arrivo in salita del Giro d’Italia 1993. Qualche mese dopo saremmo andati a giocare nello splendido impianto dei rossoblu su un terreno in eccellenti condizioni, malgrado la fitta pioggia di ottobre. A metà della stagione 1994-95 il “Lume” aveva abbandonato i panni della matricola volenterosa per diventare una compagine ambiziosa. La svolta era giunta con l’avvento di Trainini in panchina che aveva portato i bresciani ad una poderosa rimonta fino al secondo posto finale (di un soffio davanti al Novara di Colomba). Nei play off però aveva prevalso il Saronno di Preziosi. 

E così il Lumezzane ci aveva riprovato con convinzione ancora maggiore nel campionato successivo con una squadra ricca di tanti uomini di categoria ed impreziosita dalle parate di Bianchessi e dalla qualità di Zanin e di un Preti ancora attaccante. E rigorosamente composta da un nucleo di giocatori che parlavano lo “slang” bresciano, quasi fosse una sorta di Atletico Bilbao locale.

Il mio Novara-Lumezzane comincia… il lunedì precedente quando, ancora inebriato dai 4 gol rifilati al Varese a domicilio il giorno prima, supero brillantemente l’esame di Procedura Penale. Ho una settimana davanti per pensare alla partita, soltanto alla partita e nient’altro che alla partita. Rientro da Milano gongolante con il libretto universitario ormai quasi pieno… e trovo un appunto di mamma ad attendermi. Mi ha cercato Paolo Molina che per me ai tempi era una sorta di idolo quasi irraggiungibile.   Vorrebbe riportare sul “Corriere” stralci di dichiarazioni dell’ex Frattin (ora panchinaro al Lumezzane) che ho raccolto per il “Forza Azzurri”; il deludente Lele se l’era presa con il pubblico di Novara che lo fischiava sempre. E’ uno dei miei primi contatti con il “vero” giornalismo novarese e sono imbarazzato ed assieme anche un po’ orgoglioso.

E’ una settimana di cazzeggio puro come era giusto che fosse dopo un difficile esame superato. Il giovedì successivo festeggio i miei 23 anni andando a vedere un’amichevole Oleggio-Novara. La sconfitta contro gli arancioni mi turba un po’… sarà mica il segnale che…

Sta di fatto che il pomeriggio di domenica 22 ottobre arrivo allo stadio tesissimo. Ci sono 3.782 paganti (ovviamente quasi tutti novaresi) per quello che è un vero e proprio big match. “Ciapina” Ferrario lascia fuori due pezzi da novanta: Pellegrini e Borgobello. Entrambi si sono infortunati nelle primissime gare di campionato e la squadra ha cominciato a correre anche senza i big. Ora il loro reinserimento è graduale. Tra i pali gioca Bini. La difesa a 4 è composta da Venturi, Scotti, Casabianca e Pedretti. In mezzo al campo giochiamo con un centrocampo foltissimo: Coti largo a destra, Biagianti a fare diga con Di Muri; Schiavon e Papais liberi di inserirsi. L’unica punta è Inzaghi jr che a Varese era subentrato quand’eravamo sotto di un gol riuscendo a cambiare il volto della gara.

Prendo posto in curva nella “zona Paolino” assieme a due futuri narratori delle gesta azzurre quali Paolo De Luca ed Enea Marchesini ed all’onnipresente Massimiliano Caporale. Attorno c’è il solito gruppo di amici, vicini allo “Zoo”: Stefano Bonfanti, il “Marione”, Marco Castelli senior… C’è pure una Monica Lavatelli non ancora appassionata come la vediamo oggi in “rettilineo”. Ci sono anche i “tiepidi”, quelli rigorosamente dediti alle partite di A ed alle evoluzioni del fantacalcio. Ma stavolta nessuno presta attenzione alla radiolina.

La paura di perdere prevale sulla voglia di vincere. In campo e fuori. Noi non riusciamo a scatenarci. Abbiamo negli occhi troppe beffe con l’Ospitaletto, il Derthona o il Brescello di turno per arrivare a divertirci. Anche la squadra pare soffrire di questo clima di involontaria pressione. Il primo tempo scorre via così senza emozioni. Almeno non me ne ricordo… a quasi vent’anni di distanza… E’ una partita a scacchi, esattamente come quella del ritorno quando in panchina avremo Frosio.

Ad inizio ripresa Ferrario toglie Di Muri ed inserisce Guatteo per un Novara finalmente a due punte. Pregustiamo un assalto da tentare sotto una “Nord” davvero gremita. Il primo pericolo però lo creano gli ospiti e Bini deve salvare in angolo su tiro di Salvi da fuori. E’ il rischio che scuote finalmente gli azzurri che cominciano un secondo tempo “avanti tutta”. Coti fa il bello ed il cattivo tempo sulla fascia destra e Guatteo impegna Bianchessi di testa. Inzaghino non capitalizza due palloni facili ed il mister lo toglie per dare spazio a Borgobello, alla sua seconda gara di campionato. Il Lumezzane arretra, nel pieno rispetto del credo calcistico del prudentissimo Trainini. Ed allora il “Ciapina” inserisce anche Massimo Pellegrini per vincere la partita. Lo 0-0 sembra inevitabile, ma quasi allo scadere arriva l’emozione più grande di tutti i 90 minuti: Pedretti va al cross dalla sinistra e pennella per la testa di Borgobello che incorna alla sua maniera. In curva smettiamo di urlare e di respirare e, ormai in apnea, seguiamo la traiettoria della palla. Il portiere Bianchessi ci arriva distendendosi fino all’incrocio e allunga la sfera sulla traversa. Non è finita perché il pallone rimbalza proprio dove c’è in agguato Guatteo che piazza la sfera a colpo sicuro. Il grido “gooool” ci resta strozzato in gola perché sulla linea sbuca un imprevisto giocatore in maglia rossoblu a respingere. Zero a zero. Soltanto zero a zero. Ma almeno per una volta… non abbiamo perso uno scontro diretto in casa… 

Zero a zero esattamente come al ritorno in terra bresciana. Ma alla fine saranno proprio i troppi 0-0 (finale play off compresa) a far perdere al Lumezzane un campionato che sembrava ormai vinto. Con Frosio al timone Coti e compagni prenderanno finalmente coscienza di essere davvero una fuoriserie… E da marzo in poi saranno dolori per tutti….

Massimo Barbero

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