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domenica 28 dicembre 2014 - 10:33
di Massimo Barbero

Il 2014 mi ha fatto davvero diventare, dal punto di vista del tifo pallonaro, un autentico eremita. Ad agosto inoltrato, in pieno caos Coni-Figc, l’avevo giurata: “Basta calcio televisivo (di vertice) e basta Nazionale. D’ora in poi Novara, Novara e soltanto Novara!”. L’avevo ripetuto anche in una mail privata indirizzata al presidente Abodi: “Siete riusciti a far nauseare persino un malato di calcio come me…”. E così è stato. Finora sono riuscito ad essere ben più di parola del “figliol prodigo” Cerci… Dal via dei campionati (e delle coppe) ho sbirciato solo un po di Champions il mercoledì sera a casa dell’amico Pdl ed un po’ di campionato cenando al Triathlon qualche volta… Per il resto solo e soltanto “Radio Rai”. Perché adoro la radio ed a 42 anni suonati… non ho ancora abbandonato il sogno di fare… da grande… il radiocronista sportivo...

Per uno che come me amava profondamente il calcio ed il giornalismo sportivo quello che è successo nella settimana di agosto 2014 che va dall’11 (Ordinanza del Coni) al 17 sera-18 pomeriggio (Ribaltone del Consiglio Federale preannunciato da una “soffiata” ai grandi quotidiani sportivi) rimane inaccettabile ancor più del fatto concreto del mancato ripescaggio (riammissione) del Novara.

In quei 8 giorni di relax (???) ed editoriali… ho seguito quasi ogni virgola della vicenda che più ci interessava da vicino. E credo che un giorno qualcuno potrà realizzare degnamente una tesi di laurea sulla capacità dei media moderni di stravolgere le cose. Perfino un’Ordinanza del Collegio di Garanzia del Coni può essere ribaltata. E non da un organo di giustizia superiore, ma dalla forza di Sky Sport che manda in onda per ore il titolo “Ricorso del Novara inammissibile” (quando invece l’unico ricorso dichiarato inammissibile era quello della Juve Stabia). Il tanto vituperato Manniello ha realizzato un piccolo capolavoro virtuale seppur incompiuto (perché alla fine è stato ripescato il Vicenza) trasformando una sconfitta giudiziaria in una quasi vittoria per l’opinione pubblica che conta. L’Italia che strilla ha sconfitto l’Italia di chi segue la strada maestra di legge. E’ “solo” calcio, ma spaziando in ambito generale… non è stata una bella notizia per nessuno… vicentini a parte.

Quando è scoppiato “Calciopoli” e sono state divulgate le telefonate di Moggi e C non è emerso nulla di inedito, almeno per quanto mi riguarda. Sapevo che il “modus operandi” dei dirigenti più bravi (e potenti) del nostro calcio era quello e non mi sono né sorpreso né scandalizzato. Stavolta è stato diverso. Pensavo che la forza di un giudicato del Collegio di Garanzia del Coni fosse talmente granitica da non poter essere nemmeno intaccata da polemiche, urla, proteste di piazza, ripicche personali. Ed alla peggio… ero convinto che quantomeno i giornali che avevano titolato “Il Coni rimanda il Novara in B” avessero l’onesta intellettuale per denunciare il blitz federale e la clamorosa brutta figura collettiva. Mi sbagliavo su entrambe le cose. E così mi sono risvegliato a fine a fine agosto smarrito come un bambino ingenuo a cui hanno finalmente raccontato che Babbo Natale non esiste. 

Non mi è ancora chiaro se sia stata l’onda mediatica a convincere i boss della Federcalcio che tutto sommato uno “schiaffo al Novara” che aveva osato impugnare (con successo) la delibera federale che legittimava la B a 21 lo si poteva ancora dare… O se, per contro, siano stati i boss della Federcalcio ad indirizzare l’onda mediatica in maniera così favorevole al proprio piano da far passare senza rischi quello che rimane un vero e proprio “golpe”. In un caso o nell’altro continuo a provare solo un grande e profondo disgusto che nemmeno questi 4 mesi sono riusciti a lenire. 

I giornalisti della “Gazzetta” se l’erano giustamente presa per i miei editoriali quasi quotidiani su “Forzanovara.net”. In quei giorni ricevevo messaggi più o meno privati da autorevoli firme che pure non erano (e non sono) tra i miei contatti.  Ai miei argomenti sviluppati in articoli-fiume rispondevano con frasi onestamente un po’ prevedibili (e qualche invettiva non proprio educata): “Lei deve difendere una squadra sola, noi difendiamo la moralità dell’intero sistema calcio” “E’ sempre spiacevole attaccare dei colleghi”.

Tutto vero. Ma le mie “opinioni” erano di un’onesta intellettuale impeccabile perché si concludevano con l’immancabile “Forza Novara sempre!!!”. Chi mi leggeva sapeva bene da che parte stavo. E poteva comunque vagliare le mie argomentazioni sottraendo la “tara” di un tifo innegabile e dichiarato.

Eppoi attaccare un certo modo di fare giornalismo (troppo spesso dalla parte del più forte) era l’unico modo per difenderne un altro in cui credo. Per valorizzare l’opera dei Marco Foti o degli Alessandro Marinai (Empoli) sparsi in ogni angolo di Italia e che ho avuto il piacere di conoscere ed apprezzare (credetemi, ce ne sono davvero tantissimi) nei miei lunghi viaggi pallonari. Dalla C2 alla A e di nuovo alla “Lega Pro spezzatino”. Colleghi (questi sì che riconosco come tali) che vivono intensamente la realtà locale, che macinano centinaia di chilometri ogni settimana. Che non tradiscono mai il loro “credo professionale” che li porta a verificare di persona ogni cosa ed ad approfondire gli argomenti e le diverse posizioni, a prescindere dalle simpatie sportive giustamente mai nascoste. 

Come posso apprezzare un calcio in cui c’è Lotito che fa il bello ed il cattivo tempo in tutte le categorie, Nazionale compresa? Come posso credere nella serietà di un calcio che non apre nemmeno un’inchiesta sul famoso “caso Gerardi” perché tanto tutti scrivono che il Cittadella è da sempre una “società modello”? E’ un calcio fatto di immagine e conoscenze giuste. I risultati passano in secondo piano. E così Faccioli-Giaretta che hanno combinato (per lo più) disastri assortiti, seppure in tempi diversi, a Novara nel biennio 2012-2014 (primo tra tutti quello di mettere celermente alla porta, per ben due volte, tale Attilio Tesser…) lavorano attualmente in serie A. E per contro nel calcio italiano non c’è posto per Borgo e Sensibile che da noi hanno vinto play out difficilissimi e/o campionati entusiasmanti.

Come posso innamorarmi di Bruno Fernandes (grande talento e ragazzo semplice) che dopo 5 partite da titolare afferma già in diretta alla radio ufficiale del Novara che la B gli sta stretta e che non vuole rimanere a Novara? Il “mio” calcio è quello dei Brizzi, Marianini e Ludi, gente pronta a correre anche controvento con la stessa dignità esibita nei giorni più belli. I media creano i miti e li triturano con la stessa velocità. Jacopo Manconi è un 1994 di grande qualità ed un ventenne che ha la fortuna di essere seguito, passo per passo, da una famiglia simpatica e splendidamente unita. Ma è passato in soli 12 mesi da “promessa della Primavera” a “talento degno di altri palcoscenici” a “ragazzo montato” a “panchinaro in Lega Pro” senza avere quasi mai avuto il tempo di fare la cosa che gli riesce meglio: l’attaccante. Dovrebbe essere il campo a determinare se merita di giocare in A, in B, in Lega Pro o altrove. Non i procuratori o siti di mercato…

Per tutte queste considerazioni quando mio padre guarda Tevez in tv… preferisco tuffarmi a ricordare le emozioni che ci hanno regalato “Tino” Spelta o Giorgio Givoni. Per ritrovare un po’ di umanità in storie vere da scrivere. Perché ritengo che l’unica ancora di salvezza che ci rimane dal calcio dei Lotito sia rifugiarsi nell’ambito locale. Nella passione tramandata di generazione in generazione, da padre in figlio, per una squadra di pallone da vedere dal vivo il cui nome rappresenta una magia incancellabile e sempre unica. Amo il Novara e ritengo che andare a vedere il Novara, in qualsiasi categoria, sia una delle cose più belle della vita. Ma credo sia lo stesso per migliaia di altri tifosi di altre piazze magari lontane dal calcio che conta. Prima o poi il paradiso calcistico arriva per tutti… o quasi… O quantomeno non è utopistico sperarlo ed è bellissimo scoprire che i propri sogni si possono realizzare. Chi avrebbe mai immaginato di vedere il Carpi, ripartito dall’Eccellenza nell’estate 2000 con Gasparini bomber, volare in fuga verso la A? Lo spettacolo dell’era dei Platini, Maradona, Zico, Van Basten o almeno Ronaldo e Zidane è finito da un pezzo. Ci rimane il Cuore.

Negli anni scorsi ho avuto il piacere ed il privilegio di conoscere più da vicino e lavoricchiare un po’ con Gianluca Scaduto di “Tuttosport”. Allora invidiavo quel suo frequentare grossi stadi e firmare corrispondenze importanti. Con il passare delle stagioni invece ho capito (ed apprezzato) perché lui si sentisse maggiormente a casa nel nostro “Piola”. Ancor oggi è vicinissimo alle vicende azzurre che segue (non più solo per ragioni professionali) con grande assiduità. E’ difficile scrivere di calcio se ad ispirarti non c’è un po’ di Cuore. E lui, da sempre cuore genoano, ce ne ha messo tanto di Cuore nel raccontare la nostra scalata. Ed un pezzo di quel Cuore è rimasto sui banchi molto più vuoti che in passato della tribuna stampa di Viale Kennedy. E mette Cuore ogni settimana anche quando va a scovare i risultati della Triestina, memore di un antica magia di un calcio che non c’è più, ma che non possiamo né dobbiamo dimenticare.

Sabato scorso ero a cena con un gruppo di amici. Nessuno di loro ha mai più messo piede allo stadio di Viale Kennedy dopo la stagione vissuta dal Novara in serie A. E tra un aggiornamento e l’altro su Roma-Milan da scoprire sul Tablet… puntualmente è partita la battuta di scherno (compatimento?) nei confronti del grande Franz da Pordenone: “Come si fa ad essere così tifosi di una così squadra piccola?”. Sono insorto immediatamente perché tutti quanti noi “muraioli”, per fortuna, siamo un po’ Franz… Perchè anch’io per un po’ di anni mi sono sentito il Franz delle tribune stampa ospiti… (seppure un po’ più vestito rispetto all’originale… e reso magari apparentemente più credibile e sicuramente privilegiato da una cuffia e da un microfono…) nel farmi paladino della passione azzurra nei momenti più bui sul fondo della C2… girando l’Italia animato soltanto dalla speranza di riferire presto di un Novara un po’ più competitivo e magari persino vincente. 

Se devo scegliere l’immagine più bella del 2014… ritorno a Venezia…. e ripenso al tifo caldo, spontaneo e colorato per una squadra che in quell’istante, al calcio d’inizio, era virtualmente a 10 punti dal Bassano capolista. E’ stato il modo migliore possibile per salutare il “Carlone” che se n’era andato proprio quattro giorni prima. Tutti quanti in quel momento avevamo trasferito al “Penzo” la sua stessa passione, autentica, genuina, ma soprattutto universale ed immune ai salti di categoria ed alle sofferenze sportive. Mi ha fatto piacere constatare che i saliscendi delle passate stagioni abbiano arricchito e fortificato il popolo azzurro. Siamo più di prima e siamo pronti anche a soffrire nuovamente se le circostanze, ahinoi, lo richiedono.

E l’immagine più brutta? Ce ne sarebbero tante… ma mi è rimasto impresso quell’allenamento della domenica del litigio Aglietti-Rubino, alla vigilia dei play out. Arrivai a “baruffa” finita, ma mi accorsi di una truppa slegata, svuotata, sfiduciata.  In quell’ora trascorsa a Novarello ebbi davvero la sensazione che era purtroppo assai concreto il pericolo di retrocedere senza nemmeno lottare. Come in effetti è stato…

A Teti e Toscano chiedo solo di continuare ad essere (come lo sono stati negli scorsi mesi) i garanti della nostra passione… Vorremmo un Novara vincente, ma ancor di più pretendiamo un Novara unito e pronto a lottare su ogni campo ed in qualsiasi situazione… Se lo avremo… per tutti noi sarà comunque un Buon 2015… Forza Novara sempre!

P.S: Mi associo anch’io al messaggio più importante di tutti: Forza mister Cosco!!! C’è uno stadio stracolmo di gente che fa un tifo indiavolato per l’allenatore della Torres… certe partite si giocano tutti assieme ed i colori di appartenenza si mescolano di fronte al grande Nemico da sconfiggere.

Massimo Barbero

 

 

 

 

 

 

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