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L'editoriale azzurro di Arezzo-Novara
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lunedì 22 dicembre 2014 - 12:17
A firma di Massimo Barbero

D’accordo, un pari ad Arezzo non è un risultato da buttare. Ma potevamo fare di più, cercare fino alla fine la vittoria. Perché nella mezzora iniziale avevamo dimostrato di essere comunque superiori rispetto alla compagine di casa. L’avevamo cominciata bene, anzi benissimo. Forse soltanto a Venezia avevamo avuto un approccio altrettanto positivo anche fuori casa. Evidentemente ci siamo spaventati di fronte all’occasione (nitida) avuta dagli amaranto al primo affondo offensivo. E così ci siamo accontentati di uno 0-0 che con alle spalle 8 vittorie nelle ultime 9 gare fa legna. Avevamo detto che il match in Toscana avrebbe rappresentato un esame di maturità. L’abbiamo superato. Ma solo limitatamente ai primi 45 minuti.
Le grandi squadre sono quelle che in partite come questa provano sempre a vincere senza mai rischiare di perdere. E’ un equilibrio sottilissimo e difficile da raggiungere. Noi siamo in continuo progresso, ma in trasferta dobbiamo fare un ulteriore passo in avanti sotto il profilo della personalità. Il nostro campionato verrà probabilmente deciso fuori casa. Ci attendono 3 scontri diretti (Pavia, Bassano e Como) e 2 sfide con formazioni che verosimilmente a quell’epoca avranno ancora l’acqua alla gola (Albinoleffe e Pordenone). In mezzo 5 confronti quantomeno scorbutici (Salò, Cremona, Bolzano, Mantova e Lumezzane). Saranno i risultati ottenuti in queste partite a fare la differenza. Saranno quelli i punti determinanti. Piazzare colpi da tre punti in queste partite vorrebbe dire sparare un bel colpo al cuore della sempre foltissima concorrenza.
Ad Arezzo Bianchi e Dickmann hanno giocato la loro decima partita consecutiva da titolari. Soltanto Tozzo ed Evacuo hanno fatto altrettanto nei due mesi della nostra rincorsa. E’ giusto fare grandi complimenti a questi ragazzi che hanno mostrato qualità, personalità e carattere. Una bella rivincita soprattutto per Nicolò Bianchi, rimasto per troppo tempo ai margini della rosa azzurra in questi anni. Dopo averlo visto all’opera con cotanta continuità vien da chiedersi se non ci fosse spazio per lui, almeno come alternativa, nell’era dei Parravicini, Barusso e Radakovic che hanno ingolfato il nostro bilancio di costi (almeno per quanto riguarda i primi due) senza portare dei benefici tecnici apprezzabili.
Dal 19 ottobre ad oggi abbiamo compiuto una grande rincorsa. Abbiamo recuperato 6 punti al Bassano che pure continua a viaggiare forte e viaggiato meglio di tutte le avversarie. Dobbiamo fare i complimenti per questo alla squadra di Toscano. Anche perché i risultati migliori sono giunti paradossalmente proprio quando è cominciata l’emergenza. Dapprima emergenza a centrocampo, poi anche in difesa. Ora è soprattutto emergenza sugli esterni. Senza poter disporre contemporaneamente di Garufo e Garofalo perdiamo indubbiamente qualcosa perché Pesce non pare più particolarmente calato nel ruolo che pure sembrava più congeniale alle sue caratteristiche quando è arrivato a Novara. Come è successo anche in altre gare esterne, ad Arezzo le incertezze difensive (ieri in particolare di Freddi) hanno tolto serenità alla squadra. Una formazione di vertice è tale soprattutto se può contare su una retroguardia granitica. Invece ieri abbiamo rischiato seriamente di prendere gol al primo affondo avversario (grande Tozzo su Erpen) proprio come era successo a Monza, Busto, Meda, Vicenza ed in un certo senso anche a Sassari. Un brivido che ci ha tolto quella sfrontata tranquillità della prima mezzora ci aveva permesso di fare il bello ed il cattivo tempo nella metàcampo amaranto.

I giovani meritano grandi complimenti per quello che hanno fatto in questi mesi, ma il campionato lo dovranno vincere soprattutto i “senatori”. Abbiamo ritrovato Pablo, ma ci mancano all’appello il “vero” Pesce (anche se Simone è andato spesso in campo acciaccato) un Buzzegoli recuperato appieno, un Garofalo in grado di essere presente con maggiore continuità, un Miglietta più incisivo e magari anche sprazzi della saggezza umana e calcistica del grande “Charlie” Ludi. E non dimentico Faragò che non è certo un “senatore” per la carta d’identità, ma che può e deve tornare ad essere decisivo nel 3-5-2 che esalta la sua capacità negli inserimenti.
L’arrivo di Mourinho in Italia ha cambiato il ruolo dell’allenatore nell’opinione pubblica collettiva, media compresi. Un buon tecnico per essere considerato tale deve giocoforza abbinare ai risultati sul campo dichiarazioni roboanti, sceneggiate, personalismi. Se uno si comporta da signore autentico viene considerato come minimo un “senza palle” da persone che pure non hanno mai messo piede nel suo spogliatoio. Non a caso Sannino è sempre stato più celebrato di Tesser che pure sul campo (diluvio di Masnago a parte) l’ha sempre battuto. E così all’ombra di Mourinho sono sbucati tanti piccoli “Capuano” gente che ha bisogno di buttare tanto fumo perché l’arrosto è davvero troppo poco sostanzioso. Con un portiere come Benassi e gente di categoria come Villagatti, Carcione, Gambadori, Dettori, Erpen, Montini e Bonvissuto non è un impresa titanica viaggiare più o meno alla media dell’ottimo Renate. L’Arezzo finora ha fatto il suo dovere, punto e basta. Però le dichiarazioni (alcune simpatiche, altre infelici) hanno reso Capuano un personaggio, a prescindere dai risultati. E così gli arbitri gli perdonano tutto. Anche quel via e vai al di fuori dell’area tecnica che è costato diversi allontanamenti a Toscano perchè i direttori di gara in caso di “cacciata” temono l’impatto mediatico della solita “piazzata”. E così a Capuano basta una caduta in area di un proprio attaccante al 93’ per mettere in secondo piano una gara in cui la propria squadra ha giocato solo e soltanto per lo 0-0 e davanti ai cronisti ridurre il tutto all’ennesimo rigore non concesso all’Arezzo che lotta, suda e conta solo sulle proprie forze...
Si chiude un 2014 tribolato e sofferto per noi. Le maglie azzurre e la nostra passione sono state ferite più volte. Dapprima dal gruppo dei Lazzari, Perticone, Lepiller ed affini che ci ha trascinato in C ed è fuggito presto altrove… Poi da una vicenda giudiziario-sportiva (e mediatica) davvero squallida. Eppure ieri le nostre bandiere brillavano compatte sotto il sole quasi primaverile di Arezzo. Eppure vero le 20 l’Autogrill di Modena era quasi completamente azzurro, con tanti tifosi di ritorno dalla trasferta di terra più lunga del campionato. La cosa più positiva di quest’anno solare rimane proprio il fatto di aver conservato un patrimonio di passione straordinario (vedi il successo della cena del “Coordinamento e di tutte le feste precedenti) nonostante tutto. Ci siamo ancora. Ovviamente stiamo più larghi rispetto ai tempi della serie A, ma adesso siamo più veri e per questo anche più belli. Un grazie a tutti quelli che hanno seguito il Novara in questo 2014 terribile… ed un grazie a Toscano ed ai suoi ragazzi per averci restituito la gioia di andare allo stadio…
Buon Natale a tutti e Forza Novara sempre!!!



Massimo Barbero

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