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martedì 09 dicembre 2014 - 20:22
11 novembre 1984: Novara-Pordenone 2-1

“Zoff, Cuccureddu, Gentile, Furino, Morini, Scirea, Causio, Tardelli, Boninsegna, Benetti, Bettega…”. Sì, lo confesso, non sono azzurrissimo da sempre. C’è stato un passato, ahimè ormai molto risalente, in cui anch’io ero tifoso (ovviamente non praticante) di una “strisciata”. La mia prima squadra del cuore è stata quella che ho appena snocciolato. Sono stato contagiato dall’inguaribile “virus Novara” nell’indimenticabile 1982, anno ormai celebre per la venuta al mondo di Daniele Faranna. Fattori determinanti sono stati, in rigoroso ordine cronologico, la prima incazzatura allo stadio (per una partita di Coppa persa ai rigori con il Savona), la prima maglietta azzurra regalatami da Sergio Elli, le magie di Fabio Scienza furetto imprendibile. Eppoi a nemmeno 10 anni ero già pago dei trionfi regalati in pochi anni di tifo dai bianconeri e dalla Nazionale Campione del Mondo strapiena di bianconeri…

Guardando il calcio un po’ in tv ed un po’ allo stadio di Novara… mi chiedevo quale (e quanta) differenza ci fosse tra Gioria, Serami, Pari, etc… e Gentile, Cabrini, Scirea ed affini… Ero convinto che il primo Fabio Scienza che incantava in Viale Kennedy avrebbe fatto sfracelli anche in serie A.  Di una cosa ero assolutamente certo: che sarebbe bastato uno solo dei giocatori appena elencati di quella Juve di Trapattoni… per rendere il “mio” Novara una corazzata imbattibile. Ed onestamente già non mi rendevo conto di come Musiello (buon centravanti della Roma) non avesse fatto la differenza almeno in C2.

Il grande momento arriva puntuale nell’autunno 1984. L’avvento di Nicolazzi (che ha bruciato in extremis Dino Armani) ha subito acceso grandi speranze, ma la partenza non è stata esaltante. Dopo il “non mercatino” di riparazione il ds Carlo Jacomuzzi è già contestato dalla piazza. Abbiamo cominciato il campionato con un terribile 3-0 al passivo sul campo del Montebelluna, fortunatamente riscattato da un pronto 3-0 casalingo al Venezia e da un successo di rigore sul campo della neopromossa Pro Vercelli. Poi è cominciata una serie di pareggi: tre 0-0 consecutivi (jellatissimo quello con l’Omegna) eppoi un incredibile 2-2 a Busto Arsizio con due gol rimontati (da noi) in 9 contro 11.

E proprio nella calda atmosfera del dopogara allo “Speroni” arriva la notizia che tutti attendevamo: il presidente Nicolazzi, juventino doc, ha pronto il grande regalo. Arriverà Antonello Cuccureddu, terzino sardo di lunga militanza bianconera. Nell’estate 1981 ha “tradito” la Vecchia Signora per accasarsi all’ambiziosa Fiorentina dei Pontello. Ed ha subito sfiorato lo scudetto nel memorabile testa a testa chiuso con il rigore di Brady a Catanzaro.

Nelle due stagioni successive Cuccureddu è finito ormai progressivamente ai margini della rosa di De Sisti. Più che un favore di Pontello a Nicolazzi (qualche mese prima si era sparsa la voce che da Firenze potesse arrivare Puliciclone Pulici) pare l’esatto contrario. Ma da dodicenne entusiasta non posso ancora rendermene conto.

Cuccureddu con la maglia del Novara è un’emozione quasi imperdibile… Sarà stata l’adrenalina o forse semplicemente un colpo di freddo, ma sta di fatto che a mezzogiorno di domenica 11 novembre non mi sento proprio bene. Vi risparmio i dettagli, ma vado in bagno di continuo…. e non esattamente in maniera regolare. La priorità però è quella di andare allo stadio e tranquillizzo i miei “Tutto bene, è stato solo un malessere passeggero”. Mio padre non vorrebbe cedere, ma si arrende. Non è un periodo felicissimo dal punto di vista scolastico… Dopo un anno di ottimi voti (la prima media) ho un po’ mollato la presa (ampia sufficienza, ma nulla di più) e puntuale è arrivato il “cazziatone” frutto del colloquio tra la mamma e Vincenzo Pagano, un professore barbuto con cui non ho più il feeling dei primi giorni. E che francamente mi sta un po’ sulle palle perché è uno dei pochi napoletani che, per quell’aria da intellettuale convinto, dichiara ostentatamente di non amare il calcio nell’epoca Maradona.

Dunque… si va allo stadio!!! Fa freddo come poteva fare freddo a novembre a quei tempi. Una densa foschia fa capolino in Viale Kennedy dando la conferma di una tipica giornata autunnale. Per ripararmi dal gelo… mi danno una calzamaglia da atleta pronto alla Vasaloppet.

Eccomi in curva (Nord) con l’amico Flavio Bosetti e l’immancabile bandiera azzurra regalatami dai vicini di casa. Non sto benissimo e scopro presto che i bagni dello stadio sono persin peggiori di quelli della scuola. Mi ritempro quasi subito perché il Novara passa in vantaggio dopo appena 5’. E’ proprio Cuccureddu ad aprire per Gioria che scende sulla sinistra e crossa sul secondo palo dove Grossi colpisce di testa ad un passo dalla porta, la palla incoccia sul palo, carambola sulla linea eppoi rotola in rete nella Curva Sud piena solo di sportivi novaresi (era l’ingresso più vicino alla biglietteria e dunque il più comodo). Ricordo il mormorio di delusione ovattato dalla foschia della gente che recrimina per il palo colpito che si trasforma in pochi centesimi di secondo in boato di gioia per la rete segnata. Rimarrà quella l’ultima rete in campionato (la seconda) di Grossi, attaccante vecchio stampo, presto destinato alla panchina.

E Cuccureddu? Il buon Cassina ha preparato uno striscione per accoglierlo “Benvenuto Cuccu, Ok Nick” che viene collocato nei distinti il settore più caldo (all’epoca) dello stadio. In campo gioca con un’insolita maglia numero 10 e si piazza a fare il regista All’epoca capitava di frequente di vedere il giocatore più anziano, ingaggiato dalle categorie superiori, reclutato come uomo d’ordine, a dispetto del ruolo ricoperto per tutta la carriera. Ed in effetti lo juventino che non ha più il passo per fare il difensore, tantomeno di spinta, si limita a tocchi elementari e giocate essenziali. Alla lunga sarà uno dei “mali” di quel Novara che in pieno inverno farà sognare la C1 salvo sciogliersi in primavera. Ma per adesso è bello cullarsi nel dolce sapore del vantaggio conquistato subito. Non segnavamo in casa dalla prima gara interna del campionato, anche allora gol di Grossi contro il Venezia.

E il Pordenone? E’ tutt’altro che una squadra arrendevole. Non a caso si presenta in Viale Kennedy ancora imbattuto. Nelle sue file gioca Adriano Fedele, ex terzino fluidificante dell’Inter e del Verona di Bagnoli che ritroveremo sulla panchina azzurra poche stagioni più tardi. E davanti c’è quel Gregoric che sembrava un fenomeno quando militava nel Conegliano, fanalino di coda 82-83 che ci ha fatto ammattire.

“Ricordiamo che per disposizione della Lega non è più possibile passare da una curva all’altra alla fine del primo tempo…” ricorda lo speaker durante l’intervallo. Adesso sembrerebbe un’assurdità, ma allora era la prassi: la gente si spostava a seconda di dove attaccasse il Novara. Non c’erano steward, tornelli e preclusioni. Al massimo qualche sano bel cazzotto se qualcuno passava il limite.

Comincia la ripresa e pregusto finalmente un assalto azzurro proprio sotto la porta dove sono posizionato. Ed invece pareggia quasi subito il Pordenone, sfruttando un nostro pasticcio difensivo. La squadra di Maroso sbanda per qualche minuto e rischia di incappare in qualche altro pericoloso contropiede. Il buon “Peo” capisce che l’ennesimo pareggio sarebbe inaccettabile e rischia il tutto per tutto. Fuori Luciano Masuero e dentro Maffioletti per un Novara avanti tutta. Ed arriva il gol partita grazie ad un altro polmone azzurro. E’ Sergio Di Marzo ad andare al cross dalla destra, Maffioletti fa il velo per l’inserimento di Scienza che fredda Facciolo in disperata uscita. Poco dopo Fabio avverte l’immancabile dolorino e chiede il cambio. Entra “Raviolone” Zardi e la portiamo a casa; è un 2-1 che interrompe un digiuno di vittorie durato troppe partite.

Raggiungo mio padre nei distinti mentre gli addetti ai lavori stanno ancora attraversando il campo. La radio annuncia l’incredibile 4-0 dell’Inter di Castagner alla Juve di Trapattoni e Cassina non risparmia nemmeno il Presidente-Ministro: “4 pere!!! Boniperti è talmente ubriaco che vede l’Autostrada Milano-Torino piena di curve!!!”. Nicolazzi, da buon politico, abbozza comunque un mezzo sorriso…

Vado in macchina per non prendere altro freddo mentre mio padre si gusta il ricco dopopartita. Finita? Macchè, all’indomani mi risveglio in condizioni precarie… e mia madre si convince che è meglio lasciarmi a casa da scuola… Gli occhi di Barbero senior che aveva creduto ad una mia guarigione-lampo sono iniettati di sangue… ma devo recuperare al meglio… perché il sabato successivo c’è un imperdibile Novara-Vercelli di hockey (vedi
http://lastoriafinita.wordpress.com/)  E poche ore dopo, ancora domenica pomeriggio alle 14.30, Novara-Mira di campionato…

Massimo Barbero


 

 

 

 

 

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