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Meteore azzurre: Akeem Omolade
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martedė 02 dicembre 2014 - 13:56
di Massimo Barbero

Alzi la mano chi conosce la squadra di calcio della Borgata Terrenove… la seconda formazione di Marsala… Perché vi parlo della Borgata Terrenove? Perché proprio dando un’occhiata su internet per scoprire qualcosa di questo club in cui ha mosso i primi passi calcistici l’amico Nico Pulizzi, per tutti “il metronomo” (che mi aveva dato l’imbeccata con comprensibile orgoglio…) ed in cui generazioni di ragazzi sono stati forgiati dagli insegnamenti del celebre tecnico Pietro Canigiula… mi sono imbattuto in un cognome ben noto ai calciofili novaresi: Omolade… Può essere davvero che un ragazzo che aveva esordito in A con il Torino sia finito nella Promozione siciliana a soli 31 anni? Si, è così… è proprio lui… Akeem Omolade!!!

Omolade debutta in B nel Treviso di Sandreani a poco più di 18 anni. Un esordio caratterizzato da un bruttissimo episodio assurto agli onori delle cronache nazionali. Al suo ingresso in campo al “Liberati” di Terni i suoi tifosi arrotolano gli striscioni e lasciano lo stadio per protesta. Un gesto becero ed inqualificabile che vale la solidarietà di tutti i compagni che si presentano in campo nella gara successiva con il Genoa con la faccia pitturata di nero. Il nigeriano ricambia tanto affetto segnando il suo unico gol in serie B proprio ai rossoblu.

L’eco mediatico (ed il talento) valgono ad Omolade la chiamata del Toro. Dopo un anno in Primavera arriva il momento dell’esordio in serie A. Colleziona 5 presenze nel soffertissimo 2002-03 con i granata retrocessi con ampio anticipo e lontani dal “Delle Alpi” per una lunga squalifica del campo. Debutta con Ulivieri che lo impiega in casa al cospetto di Inter e Modena. Quando la serie B è ormai inevitabile Zaccarelli lo manda in campo altre 3 volte: contro Piacenza, Parma e Como.

In estate passa in prestito al Novara neopromosso in C1. I rapporti con l’ultimo Torino di Cimminelli sono particolarmente buoni anche per la presenza accanto alla nostra società di “Gigi” Gabetto. Spesso i granata vengono a farci visita in amichevoli e si intrecciano affari come quello che porta per un anno il difensore Soncin nella squadra del presidente “Tilli” Romero e da noi Daniel Bresciani.

L’estate 2003 è quella del secondo ritiro in Bulgaria e da Haskovo arrivano ai giornali notizie non sempre attendibili sui gol segnati in amichevole e sullo stato di salute dei nostri giocatori. Sta di fatto che al via del campionato Omolade è ai box, se non ricordo male, per i postumi di un infortunio al ginocchio. Il campionato azzurro comincia benino, ma la squadra di Foschi si regge quasi esclusivamente sull’estro di Palombo. Contro il Padova il 12 ottobre Max manca per squalifica (ricordate il cartellino rosso di Sassari ed i cori in aereo all’ indirizzo dell’arbitro?) e sono già dolori. La società si cautela ingaggiando lo svincolato Pau che piace tanto a Foschi, suo ex compagno di squadra nelle file della Cremonese. L’attaccante sardo verrebbe mandato in campo dopo pochi giorni di preparazione, ma si stira già nella fase di riscaldamento senza poter debuttare… La sua maglia numero 9 passa a Damiano, catapultato in prima squadra dal Cerano. Nella ripresa gli subentra finalmente Omolade che mostra subito buon talento e condizione fisica giocoforza approssimativa. Sette giorni dopo riecco Akeem in campo per uno scampolo di gara importante quando però lo Spezia è già avanti di tre gol e non c’è davvero più nulla da fare. Il nigeriano diventa decisivo in occasione del 2-0 al Pavia quando entra a cinque minuti dal termine e con una grande giocata porge a Carlet il pallone del raddoppio. Va ancor meglio a Pisa quando l’ingresso di Omolade al 20’ della ripresa propizia entrambe le reti di Palombo che valgono l’unico successo esterno della stagione.

Il procuratore del talento granata telefona a qualche giornalista locale: “Ma quando partirà titolare?”. Con la Lucchese il suo ingresso è sfortunato e prelude ad un pareggio beffa di Carruezzo a pochi secondi dalla fine del recupero. Ad Arezzo il destino dà una mano (si fa per dire…) ad Omolade. Si infortunano nel giro di pochi secondi Carlet e Palombo e per il nigeriano c’è oltre un tempo da giocare da titolare. Pagotto gli nega per almeno due volte la gioia del primo gol in maglia azzurra, ma si rifarà con gli interessi nella gara di ritorno. Il primo stop stagionale a Palombo gli vale una maglia da titolare contro Pro Patria (successo per 2-0) e Cittadella (sconfitta per 3-1 con immancabili manfrine venete). Contro il Cesena subentra a Pau quando lo spirito natalizio ha ormai convinto le due squadre ad accontentarsi di un salutare 0-0 nella foschia dicembrina.

Omolade ci fa un bel regalo il giorno della Befana. A Prato passiamo subito in vantaggio grazie ad una punizione di Cioffi che poi però si fa espellere per una “follia” delle sue. In dieci andiamo sotto per 2-1. Quando anche Polenghi si fa cacciare a cinque minuti dal termine sembra davvero tutto finito. In 9 il Novara prova la carta della disperazione:  lancio lungo dei difensori per la testa di Pinamonte che deve fare da sponda per l’inserimento di qualcuno. Pau fallisce la prima occasione, ma in pieno recupero la palla buona capita sul piede di Omolade che insacca al volo…. OMOLADEEEE… OMOLADEEE GOL DI OMOLADEEE, GOL DI OMOLADEE… urlo come un ossesso proprio nella postazione dove qualche anno prima, credo per molto meno, è stato picchiato il radiocronista della Biellese. Un gentile collega di Prato corre in mio soccorso (“tutto bene?”) ma non ce n’è davvero bisogno perché la rabbia dei supporters locali è tutta rivolta nei confronti di papà Ciuffetelli che sta ovviamente esultando. Un tifoso azzurro fuori dal “Piola” la domenica successiva mi racconta: “Al gol ho fatto l’intero giro della casa per esultare, ma quando sono tornato davanti alla radio non avevi smesso di urlare Omoladeeeeee”.

Sul più bello Omolade si ferma ancora. Lo rivediamo per uno scampolo di gara in occasione del successo interno per 1-0 sul Varese e nel finale a Rimini la domenica successiva. A Pavia a fine marzo il Novara  perde di colpo Palombo (grave infortunio al ginocchio che ne segnerà la carriera) e Carlet (serio guaio muscolare). E così diventa fondamentale il recupero del ragazzo nigeriano. Rieccolo il sabato di Pasqua a Lucca, in campo al posto di Belluomini all’inizio del secondo tempo con i padroni di casa già in vantaggio. Al “Porta Elisa” Akeem non ritrova il gol, ma recupera almeno la confidenza con il campo che gli permette di diventare determinante nel match della domenica successiva con l’Arezzo. Ai toscani basterebbe un punto per festeggiare la B, ma la truppa di Foschi non vuole sentire ragioni. Dopo l’1-0 di Pinamonte Omolade firma il raddoppio ad inizio ripresa con una gran conclusione sotto la Nord, proprio su invito di Lorenzo. Sembra fatta, ma l’assurdo gol del 2-1 dei toscani (con gli azzurri fermi per una gomitata di Serafini a Morganti Pasqual non butta fuori il pallone, ma serve Abbruscato che insacca) accende l’ambiente che diventa incandescente dopo il pari della squadra di Somma. Ci pensa Omolade che firma il 3-2 approfittando di una mezza scivolata di Pagotto. Il fantasista azzurro aggira l’ex portiere del Milan ed insacca da posizione defilata un po’ come Roberto Baggio contro la Spagna ai Mondiali 1994. OMOLADEEEE… OMOLADEEE GOL DI OMOLADEEE, GOL DI OMOLADEE… urlo come un ossesso in tribuna… e quando all’Ospedale di Galliate trovo un infermiere che vedendomi si diverte a riproporre pari pari la mia esultanza… capisco che la mia gioia radiofonica ha fatto breccia negli ascoltatori…

E’ il successo che consegna al Novara la certezza virtuale di disputare il suo secondo campionato di C1 consecutivo. Non accadeva da oltre vent’anni. Servirebbero ancora un paio di punticini per la matematica, ma il finale è un’autentica agonia per una squadra ormai demotivata e dall’organico ai minimi termini per i numerosi infortuni. Omolade non è pago ed in tandem con Belluomini confeziona il gol della bandiera (1-2) a Busto in una domenica (il giorno della nascita dell’erede al… microfono Marco Molina) di evidente abulia azzurra. Lo 0-0 con il Cittadella è quasi scontato ed Omolade esce dopo un’ora. Abbandona anche a Cesena, sullo 0-2, dopo aver preso una capocciata nei minuti iniziali. Saluta il pubblico di Novara giocando il primo tempo nella famigerata gara con il Prato nella quale propizia il vantaggio di Pinamonte.

In tutto fanno 18 presenze e 4 gol. Non male per un talento da recuperare, ma i suoi problemi fisici ed una nuova operazione ostano a qualsiasi progetto di riconferma. In fondo le sue reti sono valse una fetta di salvezza ed il presidente Resta incapperà in una caduta di stile l’anno dopo, tentando maldestramente di rispedire al mittente l’oggetto misterioso Martinetti, nell’affermare: “Eh no, stavolta il Toro non mi frega come ha fatto con Omolade…”.Via da Novara Omolade comincia un giro d’Italia pallonaro ahinoi sempre in discesa. Disputa 6 mesi non disprezzabili nella Biellese, poi non incanta nella Reggiana. Non lo aiuta il fallimento del Toro di Cimminelli. Rivediamo Omolade in aeroporto a Napoli al rientro da una trasferta a Cava dei Tirreni. I compagni di più lunga militanza lo riconoscono “C’è Omolade!!! C’è Omolade!!!”. In quel frangente milita nel Gela dove rimane per due stagioni. Poi va a Barletta, nella Vibonese. E da quel momento sempre più giù, ma ormai radicato in Sicilia: Mazara, Ribera 1954 ed ancora Mazara. Ed ora a Marsala coi colori giallorossi della Borgata Terrenove … E’ tornato alla cronaca per qualche caso giudiziario subito ridimensionato e per altri episodi di razzismo denunciati da un ragazzo che ha dilapidato un grande talento per colpa di qualche infortunio di troppo e, forse, di una voglia di sacrificarsi non esattamente pari alle innegabili qualità calcistiche…

Massimo Barbero

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