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L'editoriale Azzurro
domenica 09 novembre 2014 - 21:28
a firma di Massimo Barbero
4 gol al Como (che in trasferta aveva incassato solo 3 reti finora) sono tanta roba… Lo stesso poker di reti rifilato al Pavia aveva tutto un altro sapore perché l’espulsione di Malomo aveva indubbiamente condizionato il match. Però dobbiamo dare a questo esaltante pomeriggio la giusta chiave di lettura. Non è esatto dire che giochiamo meglio rispetto a qualche settimana fa. Soltanto a Sassari abbiamo steccato di brutto la prestazione e perso meritatamente. Nelle altre circostanze abbiamo sempre fallito una messe incredibile di occasioni. Rispetto a 4 settimane fa però siamo diventati più cinici e concreti. E soprattutto meno prevedibili. Nelle prime partite casalinghe regalavamo quasi sempre il primo tempo agli avversari che si adagiavano volentieri al nostro walzer lento. Adesso quel “tiki-taka” non c’è più. Da ogni azione può nascere un pericolo perché i nostri giocatori non hanno più esitazione nell’azzardare la giocata. Prendete la rete del 2-0 che ha letteralmente spaccato il match: Garufo è stato bravo e coraggioso nel tentare il cambio di versante, Dickmann ha mostrato una personalità da veterano nel cercare in maniera rabbiosa l’affondo con tiro cross insidiosissimo. Delle azioni del genere non si vedevano nei primi tempi delle giornate iniziali quando quasi tutti si limitavano al “compitino”.
L’equilibrio è durato mezzora. Nei primi 30 minuti di gioco i lariani ci hanno creato qualche grattacapo. Sullo 0-0 ed ancora sull’1-0 De Sousa ha avuto due ghiotte opportunità per battere Tozzo. Gli episodi stavolta hanno spezzato l’equilibrio a nostro favore. E la squadra di Colella ha mostrato un atteggiamento perdente sin da quando si è smarrita in una serie di continue proteste (vero Ardito?) all’indirizzo del direttore di gara. Senza dimenticare l’assurda simulazione di Fautario al cospetto di Dickmann. Nel complesso però in quel frangente il Como aveva dimostrato di meritare la posizione di classifica occupata sino alle 14.29, esibendo un buon centrocampo, la giusta dinamicità da parte degli esterni ed un apporto pericoloso da parte di almeno uno dei due attaccanti (De Sousa). Gli ospiti però hanno pagato una lacuna che avevo già ravvisato osservando il match di domenica scorsa con il Pordenone: gli errori e le amnesie dei propri centrali. Incertezze e disattenzioni che contro la squadra di Foschi in questo particolare si possono anche commettere, ma che il Novara attuale non perdona.
Il Como, però, ha alzato bandiera bianca troppo presto. Il raddoppio su autogol l’ha disorientato ed il 3-0 di Freddi l’ha messo completamente kappao. La stessa doppia sostituzione di Ganz e del temibile De Sousa è parso un segnale di resa anticipata da parte della panchina ospite. Anche nelle giornate più nere una squadra di vertice deve comunque dare un segnale ed il Como visto al “Piola” (mezzora iniziale a parte) non l’ha dato.
Sono contento per la doppietta di Freddi perché due reti così importanti possono rappresentare una svolta nella sua stagione. Non ha cominciato bene, ha commesso alcuni errori determinanti, ma resta quel giocatore di esperienza a cui la nostra difesa non può rinunciare. Pian piano Toscano sta dosando e recuperando tutti. Fino ad un mese fa Vicari aveva giocato non più di una decina di minuti ed ora è un punto saldo della nostra retroguardia (che peccato quella amichevole della Nazionale fissata di giovedì sera!) E mi ha fatto molto piacere vedere Manconi rientrare in campo in quella maniera. Il gol di Pablo è in gran parte suo. Jacopo è un grande talento ed un patrimonio del Novara Calcio.
Ora dobbiamo evitare i peccati di presunzione del dopo Pavia quando pensavamo che tutto fosse troppo facile ed abbiamo giocato a Sassari colpevolmente in punta di piedi. Il fatto di avere ancora quattro squadre davanti ci impone di non rilassarci nemmeno per un istante. Nel girone A le avversarie corrono, non possiamo permetterci troppi passi falsi perché abbiamo già lasciato troppi punti per strada nelle prime 8 giornate.
Apro e chiudo una parentesi. Il Monza di Pea merita grandi complimenti per i risultati che sta cogliendo sul campo e per la capacità dei giocatori di estraniarsi da una situazione difficile. Ma il contorno mi pare davvero di cattivo gusto e poco in linea con un’auspicabile regolarità del campionato. La sbandierata rinuncia agli stipendi (una settimana prima delle lettere di messe in mora inviati dagli stessi professionisti) rappresenta un pericoloso precedente in un calcio che infligge penalizzazioni a iosa. Siamo stati già scottati abbastanza l’anno scorso dalla vicenda Bari per non nutrire almeno delle forti perplessità.
Sabato ho sbirciato la parte finale di Albinoleffe-Real Vicenza e mi ha colpito (oltre all’esagerato entusiasmo del cronista di Sportube in uno stadio desolatamente deserto) l’organizzazione della compagine veneta. L’undici di Marcolini è la classica squadra che quando deve difendere un risultato raramente concede qualcosa. Con la differenza (rispetto a tante comprimarie del girone) che i biancorossi hanno anche qualche elemento oltre la media della categoria: ad esempio Dalla Bona, “Sasà” Bruno ed alcuni giovani che scopriremo sabato prossimo al “Menti”.
Vien naturale fare un paragone tra il Novara attuale e quello che infranse il muro della serie C nel 2009-10. La squadra di Toscano è stata capace di fare un filotto di vittorie consecutive (quattro) che nemmeno a quella di Tesser era riuscito in terza serie. Motta e C però avevano una straordinaria abilità nel leggere le partite. Sapevano quand’era il momento di osare e quand’era invece il momento di accontentarsi di un punticino che allungava comunque la striscia positiva. Arriveranno anche giornate meno brillanti (o in cui l’avversario è più in palla di noi) e dovremo essere bravi a saperci gestire, senza esporci al suicidio calcistico come a Sassari, quando lo 0-0 era comunque ampiamente alla nostra portata.
Dunque tutti al “Menti”… in un tradizionale “catino” del tifo che troveremo quasi deserto, novaresi a parte… Ho visto in streaming qualche partita casalinga del Real Vicenza e non è semplice per nessuno giocare in uno stadio che offre il colpo d’occhio di una partita a porte a chiuse. Per questo sarà importante andare in campo determinati. Per questo sarà fondamentale essere in tanti sugli spalti… colorati di biancoazzurro ad urlare… Forza Novara sempre!!!
Massimo Barbero
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