L'editoriale Azzurro
domenica 12 ottobre 2014 - 10:24
consueto appuntamento a firma di Massimo Barbero
Questa partita deve convincere squadra ed ambiente che siamo forti. Non lo siamo perché ci chiamiamo Novara e due anni e mezzo fa vincevamo a San Siro. Né per il curriculum dei nostri giocatori o perché lo sostengano i tecnici avversari. Lo siamo perché lo dice il campo. L’abbiamo dimostrato nelle prime 8 (o almeno 7) giornate di campionato, quando pure abbiamo raccolto un bottino di punti modestissimo.
Il Bassano in trasferta le aveva suonate a tutti quanti finora. Anche al Livorno ed al Vicenza che oggi giocano in serie B. Contro l’Arezzo domenica scorsa la squadra di Asta aveva mostrato una supremazia evidente, non intaccata nemmeno dal temporaneo pareggio su rigore dei toscani. Ieri, nel secondo tempo, i veneti sono stati letteralmente presi a pallonate dagli azzurri ed hanno portato a casa un punto solo grazie agli errori di mira dei nostri, a cui ha fatto da contraltare la spietata concretezza dell’ottimo duo Nolè-Iocolano.
Le occasioni fallite sono il rimpianto principale di questa serata. Quali colpe possiamo addebitare a Toscano se i suoi hanno pareggiato una partita che nel computo delle palle gol pende nettamente (direi almeno 7-1) dalla nostra parte? Gli assenti hanno sempre ragione, ma coloro che sono andati in campo non hanno certo tradito dal punto di vista dell’impegno e dell’applicazione. Certo ci sono stati errori evidenti, specialmente sottoporta, ma la partita non è stata preparata e gestita male. Tutt’altro. Al tecnico azzurro imputo solo la sostituzione (evidentemente già decisa) di Corazza subito dopo il secondo “face to face” sprecato. Simone avrebbe meritato la chance di riscattarsi sul campo… anche perché Gustavo non mi pare adattissimo ad un attacco a due.
I passi in avanti dobbiamo farli da un altro punto di vista. Sul piano della mentalità e della consapevolezza nei nostri mezzi. Siamo forti e dobbiamo sempre andare in campo per vincere, in casa ed in trasferta. Senza concedere agli avversari lunghi periodi di tregua. Come è successo nel primo tempo di ieri (dopo l’occasionissima di Corazza) o nella prima frazione con la Cremonese. Voglio vedere in campo 11 Felice Evacuo… Ovvero gente che rincorre ogni pallone, anche quelli impossibili, con la convinzione di poterlo andare a prendere ovunque. Invece talvolta ho l’impressione che nei nostri inserimenti in area avversaria manchi quel “quid” di cattiveria che spesso è quello che ti permette di sfruttare rimpalli o situazioni fortunose.
Ecco, errori di mira a parte, il reparto che ieri mi ha convinto di meno è stato il centrocampo. Mi aspettavo decisamente di più dai nostri tre centrali, vista l’inedita situazione tattica che avrebbe dovuto concedere loro maggiore spazio. Invece Pesce, malgrado l’innegabile voglia di fare, ha combinato poco, Faragò ha sbagliato troppo sottoporta e Miglietta si è limitato al “compitino”. Per questo ad un certo punto sarei passato ad una sorta di 3-4-1-2 con Gustavo (pessimo il suo impatto sulla gara) dietro a Corazza-Evacuo e Gonzalez (bene Pablo, invece) pronto a subentrare. Nel complesso però abbiamo creato e rischiato pochissimo. Difficile, forse, pensare di fare meglio. Serviva solo metterla dentro… è la base del calcio… che è un gioco, non uno sport che si misura con il dato oggettivo di un cronometro.
In realtà queste 8 giornate di campionato, oltre a relegarci in una classifica mortificante, ci hanno detto che questo girone (come gli altri, del resto) non ha ancora una protagonista assoluta. Fino a due-tre giornate fa esaltavamo il Pavia che invece ha preso 7 gol (a 0) nelle ultime due trasferte. Il Como, che ora vola, due settimane fa ha perso sul campo della Giana senza tirare in porta. E comunque venerdì sera ha incassato tre reti in un tempo dalla Pro Patria. La Real Vicenza non ha fattore campo; ha faticato molto per battere i tigrotti in casa ed ha sfiorato una sconfitta interna con il Renate due domeniche fa. Dunque c’è ancora spazio per… Però il tempo a disposizione sta per scadere… Dobbiamo cambiare marcia il prima possibile, se no rischiamo davvero di staccarci troppo e troppo presto, fiaccando tutti i buoni propositi.
La preoccupazione maggiore del post Bassano è legata alle condizioni di Garofalo. Dalle sue parole e dai gesti dei compagni a fine gara (quando si dice un gruppo vero…) ho scorto un certo allarme che spero possa essere scongiurato. Sarebbe una vera disdetta perché Agostino è un giocatore dal passo e dalle qualità di categoria superiore. Uno dei nostri possibili leader, in campo e fuori, umile e serio anche nelle dichiarazioni.
Ieri allo stadio mi è sembrato di tornare indietro nel tempo, di rivivere uno dei lunghi anni in cui non riuscivamo a vincere nemmeno la C2. Arrivava il Bassano di turno… che dopo tante occasioni fallite… ci castigava alla prima opportunità, facendo riemergere la delusione figlia di tanti anni di vacche magre. Ed il pubblico sfogava sui protagonisti contemporanei la propria frustrazione derivante soprattutto da troppe delusioni passate. “Che colpa ne abbiamo noi se siete da 15 anni in C2? – mi disse un giorno Gianfranco Schillaci, uno che “i coglioni” in campo li tirava fuori sempre – io 15 anni fa ero un bambino…”.
I 4 tifosi al seguito della capolista Bassano ieri mettevano un po’ di tristezza. Al “Dal Lago” ne ho sempre visti (nelle gare giocate di sabato) almeno una cinquantina. L’altra capolista Real Vicenza (Abodi e Bedin sognano già l’affascinante derby?) ha 20 abbonati ed un centinaio di paganti, ospiti compresi. L’altra capolista Como, piazza di seguito e tradizione, ha fatto registrare circa 1500 spettatori nel derby con la Pro Patria. E’ il frutto di questo “spezzatino” che pure il quotidiano sportivo rosa continua ad esaltare. La gente “normale” non può rinunciare a programmare la propria vita (cene, viaggi o gite) perché deve andare allo stadio. E così allo stadio finiscono con l’andarci solo i superappassionati, quelli che non si perdono Novara-Figline nemmeno quando il termometro segna meno dieci.
Forza Novara… portaci via…” è il testo di uno dei cori da stadio più belli ed azzeccati che abbia sentito negli ultimi anni. Lo cantavamo dopo 33 anni di terza (e quarta serie). Ora sono passati poco più di 33 giorni da quel beffardo pomeriggio di Monza… La voglia di “scappare di nuovo via” è grande da parte di tutti di noi… Ma non deve diventare fretta… quella nel calcio è regolarmente cattiva consigliera… Forza Novara sempre!
Massimo Barbero
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