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L'editoriale Azzurro
domenica 05 ottobre 2014 - 09:12
consueto appuntamento a firma di Massimo Barbero
A fine partita mi è venuta un’inusuale voglia di applaudire i giocatori della Torres che stavano uscendo dal campo dopo la lunga festa con i loro tifosi. Perché lo meritavano. Perché avevano interpretato la partita nella maniera migliore dando il 110 per cento delle loro possibilità.
Non altrettanto posso dire del Novara che ha giocato in Sardegna la peggior gara del suo contradditorio inizio di campionato. Gli azzurri sono scesi al “Vanni Sanna” di Sassari con lo stesso atteggiamento che avrebbero mostrato (con tutto il rispetto) al “Breda” di Sesto San Giovanni.
Tralasciando l’aspetto agonistico che quando ci si esibisce in campi come quello di Sassari è spesso determinante. E si sono trovati di fronte una squadra vera, ben organizzata, che sin dai primi minuti ha dato la sensazione di reggere pienamente il confronto dal punto di vista fisico e dell’intensità. Giocare in casa sul proprio sintetico, con il vantaggio del calore dei propri tifosi e giocare in trasferta su un fondo irregolare e di fronte ad un pubblico non numerosissimo ma sempre caldo, non sono la stessa cosa. Sono situazioni diverse che vanno interpretate nella maniera adatta.
Se non ci si cala in modo adeguato nella realtà specifica la brutta figura è dietro l’angolo. Il Novara di Sensibile-Tesser era formidabile nel saper interpretare in maniera azzeccata ogni diverso contesto. Affrontare il Figline sul ghiaccio o il Sorrento sul sintetico, esposti al vento forte o il Milan di Leonardo a San Siro non è la stessa cosa. Bisogna mostrare l’abito giusto per ogni diversa occasione e solo le grandi squadre lo sanno fare.
“Caleranno…” ci illudevamo in tribuna vedendo che la compagine di Costantino ribatteva colpo su colpo agli azzurri. Invece è accaduto l’esatto contrario. I rossoblu hanno preso coraggio nel constatare che i nostri non riuscivano ad essere pericolosi e sono diventati via-via sempre più intraprendenti. Si è creato un feeling squadra-pubblico che ha trascinato Migliaccio e compagni verso l’impresa. Per contro i nostri si sono innervositi strada facendo vedendo che non riuscivamo a fare le cose che avrebbero avuto intenzione di fare. La frenesia ha portato ad una serie di errori che hanno deciso il risultato. Il suicidio collettivo in occasione dell’1-0 di Balistreri era stato preceduto da due situazioni analoghe: Maiorino si era involato per due volte consecutive verso la nostra porta a seguito di altrettante palle perse da Beye e Gustavo. Dunque il vantaggio della Torres (che può apparire episodico alla luce del fatto che Tozzo non ha dovuto compiere vere e proprie parate) era stato “annunciato” da altri pasticci azzurri che erano la spia di un malessere diffuso in campo.
Ci sono due modi di affrontare le partite in trasferta. O si parte determinati a vincere, facendo capire sin dai primi minuti chi comanda. Oppure si comincia con l’idea che il pareggio è un risultato gradito. Ed allora si sta chiusi in difesa, non ci si scopre nemmeno in occasioni di punizioni o calci d’angolo, si perde tempo quando è il caso, si punta a colpire soltanto in contropiede. Io sceglierei la prima. Perché il Novara ha qualità superiori rispetto a tutte le avversarie che abbiamo affrontato. Perché tanto una “vaccata” in difesa la facciamo comunque, anche a squadra schierata come in occasione del primo gol della Torres (o dei due della Pro Patria). Una cosa è certa però. La terza via, quella scelta dal Novara ieri, non esiste. Gli azzurri si sono messi a specchiarsi di fronte ad un avversario che schiumava determinazione in ogni situazione di gioco. Abbiamo scelto il palleggio insistito convinti che il gol prima o poi sarebbe arrivato. Per poi innervosirci e perdere di lucidità quando ci siamo resi conto che il tempo passava e non creavamo nulla. Con la conseguenza di perdere la partita per un episodio. Senza aver mai davvero rischiato di vincere, ma senza nemmeno aver avuto l’umiltà della squadra che va a caccia del punticino.
Quando si incassa un gol in partite che sembrano da 0-0 annunciato è difficile risalire la china. Toscano ha provato a farlo cambiando modulo e rinunciando ad Evacuo per sorprendere finalmente i centrali della Torres in velocità. Io non toglierei mai dal campo l’ex del Benevento però devo riconoscere che si tratta di una soluzione che poteva avere una sua logica. Non esiste la controprova anche perché l’assurdo 2-0 ha chiuso i conti ben prima del tempo.
Leggo di gente che vorrebbe ribaltoni tattici (modulo) o tecnici (allenatore). Suvvia… non facciamo l’errore dell’anno passato quando abbiamo messo in discussione il 4-3-3 di Aglietti, poi Aglietti stesso, poi il 3-5-2 di Calori, poi Calori stesso, poi di nuovo Aglietti… Che c’entrano i moduli se si prende un gol come quello dell’1-0 in cui, a squadra schierata su un corner, Corazza non riesce ad allontanare la palla, e sul cross di Lisai Freddi fa una deviazione sciagurata che manda fuori tempo Beye e Tozzo?
Il Novara in estate ha scelto una strada e deve percorrerla fino in fondo. Abbiamo affidato la ricostruzione a mister Toscano ed al suo staff ed ad un gruppo di giocatori quasi completamente nuovo e tocca a loro dimostrarci, con i fatti, che questa squadra può diventare davvero una formazione di vertice. Carattere e personalità non sono qualità che si comprano al calciomercato, ma doti che si acquisiscono sul campo, cammin facendo. E che fanno la differenza, specialmente in Lega Pro dove i valori sono più equilibrati.
In realtà l’equivoco è uno solo. Molti pensano che per vincere il campionato in C basti avere una proprietà che investe ed il gioco è fatto. Da qui una serie di congetture tutte paradossali: il Novara non saliva in C1 semplicemente perché non voleva farlo ed appena De Salvo ha comprato i calciatori migliori siamo stati promossi in carrozza. Non è proprio così… le squadre vincenti sono frutto di un equilibrio sottile tra tanti fattori che non è semplice ed immediato da raggiungere… Attualmente il Novara è il Bologna o il Catania di questo campionato… la squadra che tutti reputano la più forte e che per questo affrontano con il coltello tra i denti… ma che per mille ragioni ancora certamente non lo è… Non so dirvi se lo diventerà… forse ne capiremo qualcosa di più nelle prossime due gare… le ultime tappe di un “ciclo di ferro” iniziale che ci ha trovato ancora impreparati…
Una cosa è certa: salvarsi in B è molto più semplice che risalire dalla C… e speriamo di non dover purgare troppo a lungo… la sciagurata stagione passata… Forza Novara sempre!!!
Massimo Barbero
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