Mi ricordo quella volta che...
martedė 30 settembre 2014 - 14:50
5 Ottobre 2003: Torres-Novara 1-1
Le trasferte al seguito del Novara hanno sconfitto la mia “paura di volare”. Ne ho fatte almeno 32 in aereo (se la memoria non m’inganna) negli ultimi 11 anni. Prima mi ero staccato da terra raramente. Fino all’ottobre 2003 avevo alle mie spalle solo una vacanza in Sicilia. Ed un viaggio ad Olbia nel 1987… ovviamente per un Olbia-Novara dell’era Danova…
Non è ancora tempo di “gironi misti” e gli spostamenti in Sardegna sono un’eccezione. L’ultimo risale addirittura al leggendario Tempio-Novara con gol di Coti del maggio 1996… Allora avevo ascoltato il grande Paolo Molina bevendo al Bar con un gruppo di amici per affogare (nell’alcool) la tensione.
Stavolta vivo i giorni che mi separano dalla partita di Sassari con un’agitazione crescente. La solita “ansia da radiocronaca” si mischia alla preoccupazione per gli spostamenti da definire nel dettaglio. Durante le riunioni organizzative presso il locale dell’amico Fabio Comparelli gli altri supporters mi supplicano di portare anche un noto giornalista novarese da sempre “beccato” sul muro di “Forzanovara”. Non sono ancora tempi da voli low cost e gruppo giornalisti da trasferta (quello è nato nel 2009). L’unico rappresentante cittadino dei media novaresi… nel centro-sud Italia… ai tempi (dal 2003 al 2009 appunto) ero io e soltanto io.
Una sera arriva la “dritta”. All’aeroporto ad Alghero ad attenderci ci sarà una macchina composta da Falzone e Giavani del Novara Calcio che consegneranno ai tifosi i biglietti di curva (regolarmente acquistati) ricevuti dalla società di casa. Quale migliore occasione per staccarsi dal gruppo e raggiungere lo stadio con lo staff degli azzurri? Il tutto unicamente per evitare le piacevoli lungaggini post prandiali ed i controlli pre stadio che mi avrebbero portato a raggiungere la tribuna stampa troppo a ridosso del fischio d’inizio (o forse anche oltre).
Vado di persona al Novara Point ed incontro Giavani la cui risposta è raggelante e quantomeno poco elegante: “Vuoi venire in macchina con noi fino allo stadio? Non si può… E se andiamo a mangiare?” Io replico prontamente: “Vengo anch’io e pago la mia parte. Oppure vi aspetto fuori…”. Ma Giavani non vuol sentire ragioni: “Non esiste… Ho fatto il ds dell’Arona per un sacco di anni e non è mai successo di portare un giornalista con noi al seguito…”. Il botta e risposta è talmente sceso di livello che non vale la pena proseguire oltre chiedendogli quante trasferte aeree avrà fatto durante la gestione Resta-Giavani la pur simpatica società del Lago Maggiore…
Arriva la domenica e si parte… Il ritrovo è al Bar Novara… prestissimo… poi via una carovana di auto fino a Linate. Sulla mia macchina salgono Carmine, papà Luigi ed un paio di ragazzi di Galliate. L’aereo “Airone” ci aspetta e decolla quasi puntuale. Siamo 32 o 34… persona più o persona meno… Non è un numero trascurabile dato il costo del volo, superiore ai 100 euro a persona. Ci sono tutti i tifosi più assidui di quegli anni… alcuni capi ultras… eppoi, cito alla rinfusa, Fabio, “Sapo” il “Petisso”, Ciniello senior ed un “Ciccio” non ancora così critico come di questi tempi. E’ inizio ottobre, piove e fa freddo… ed il nostro aereo scaccia le paure dei neofiti del volo (tra cui metto il sottoscritto) innalzandosi al coro: “Il cielo è bluuu sopra le nuovoleee…”. Il viaggio è breve e divertente ed è un vero dispiacere per me dovermi separare dall’allegra compagnia per raggiungere lo stadio con largo anticipo. Dopo un solitario viaggio su un pullman di linea incrocio… il “socio” Rizzotti (giunto da solo in nave) proprio davanti al cancello del “Vanni Sanna”. Lo catechizzo a dovere per evitare di intaccare il clima di grande ospitalità (parlo sul serio) che ci attende. Mentre salgo le scale dell’ex “Acquedotto” scorgo mister Foschi che prova a consolare l’Andrea Soncin difensore, arrabbiato per essere stato mandato in tribuna. L’unico incidente diplomatico accade quando un signore si presenta dicendo: “Tu sei di Novara? Benissimo… mi devi aiutare perché io devo fare la radiocronaca per la Radio di Novara…”. Per un istante ho una evidente crisi d’identità. Ho sfidato la mia paura di volare pur di fare la radiocronaca ed ora c’è questo signore che vuole fare il MassimoBarbero… Poi l’equivoco si chiarisce… anche se il mio interlocutore si arrabbia un po’: “Me lo dovevi dire che saresti venuto… Me ne sarei stato a casa… Ho pranzato di fretta e non ho nemmeno bevuto il mirto!”. In ogni caso le intemperanze patite nel lontano 1987 a Carbonia dal leggendario duo Milanesi-Facchinetti vengono riscattate da un accoglienza decisamente sopra la media.
La partita è quasi un dettaglio rispetto a quello che accade prima e dopo. Siamo reduci da 20 campionati di C2 negli ultimi 21 anni e non abbiamo grandi velleità. Ci basta una salvezza senza affanni. L’inizio è stato positivo: 2 vittorie ed 1 pareggio in casa; fuori 1 pareggio ed 1 sconfitta beffa (da 2-0 a 2-3!) a Varese.
Pioviggina anche in Sardegna. Tra i pali rossoblu c’è un certo Pinna, come nell’ormai celebre duello 86-87. Da malato di serie C… temo il numero 10 Udassi per i suoi trascorsi nell’Olbia… ed ignoro le qualità di un certo Marco Sansovini che non è ancora l’attaccante (2 soli gol in quel campionato!) che ammireremo a Novara circa 10 anni dopo.
I padroni di casa partono forte. Al 5’ tale Porcu colpisce di testa la traversa. Ma è solo un fuoco di paglia perché poi la squadra di Foschi prende il comando delle operazioni e rischia poco. L’allenatore di casa Mereu fa il diavolo a quattro e l’arbitro lo espelle subito. Non è un direttore di gara casalingo… andrà molto peggio al ritorno con tale Beretta di Treviglio…
Il Novara sembra avere qualcosa di più dei rossoblu, ma la squadra di Foschi è timida. In quel campionato in trasferta vincerà una sola volta (a Pisa) anche per un atteggiamento esterno remissivo più che prudente. Stavolta però il successo sembra davvero a portata di mano. Accade al 28’ della ripresa quando, su assist di Palombo, Pinamonte batte Pinna con una bella girata al volo. Il “Pina” corre verso la nostra curva mentre io annuncio la rete via radio in una tribuna ammutolita dal vantaggio azzurro. Pochi secondi dopo la Torres resta in dieci per fallo da ultimo uomo di Quaglia. Pare fatta, ma il Novara si rintana troppo presto nella propria area di rigore ed incassa il pari. E’ Porcu a far gol di testa sugli sviluppi di una punizione. “Porcu… Porcu…” ripeto alla radio… il cognome mi aiuta a sfogare la mia voglia di imprecare mentre accanto a me tutti (socio Rizzotti escluso) fanno festa. Finalmente proviamo a vincerla, ma Damiano fallisce l’occasione più nitida per il 2-1. In pieno recupero Palombo va a cercarsi delle rogne e rimedia il secondo cartellino giallo. In 10 contro 10 c’è anche qualche brivido nella nostra area, ma almeno l’1-1 lo portiamo a casa.
Mi tuffo negli articoli da scrivere e dettare e riemergo… quando in aeroporto è già partita la colonna sonora… “Non ti passa piuuu” è il coro che si alza forte nei confronti dell’arbitro che sperava di non essere riconosciuto… Non c’è vera e propria rabbia… solo un divertente gioco delle parti… Nascondo l’attrezzatura radio e mi avvicino al signor Torella, come fossi un tifoso qualsiasi… “Perché siete tanto arrabbiati? – mi dice - In fondo la partita era finita…” “Sì, ma ci ha espulso il nostro miglior giocatore, Palombo e non lo avremo domenica prossima con il Padova…”
Il dialogo rasserena tutti ed anche il direttore di gara solidarizza con noi: “La vita di noi arbitri è dura… ma per voi tifosi è persino peggio…”. C’è una cosa però che il buon Torella non immagina… E’ che prenderemo l’Alghero-Roma con lui… Perché siamo diretti a Roma? Perché non c’erano abbastanza posti sull’Alghero-Milano e siamo stati “dirottati” in una combinazione con scalo.
Sono rilassato… la giornata volge al termine… ma in realtà il meglio deve ancora venire… Salgo sull’aereo e saluto la hostess con un normalissimo “Buonasera” e la sento commentare a mezza voce: “Questo volo è pieno di deficienti…”. In quello stesso istante parte uno dei cori più riferibili tra quelli diretti a lei: “Sei bellissimaaaaaaa”. L’aereo è un allegra curva da stadio… tra invettive all’arbitro (scontata la rima Torella-sorella che vale 1000 euro di multa al buon Pippo Resta) cori pro Novara ed un po’ di tifo per il derby di Milano in corso che induce qualcuno a non spegnere il cellulare nemmeno in volo.
Si decolla con un po’ di ritardo.... tra l’indignazione di qualche esterno alla comitiva ed il divertimento dei più, me compreso ovviamente… Dopo un’ora di volo sarebbe il momento di atterrare a Fiumicino… ma accade qualcosa di inspiegabile… l’aereo volteggia su Roma per un’altra mezzoretta senza volerne sapere di scendere… Si rincorrono le voci… Secondo la tesi più accreditata “C’è una manifestazione a Fiumicino che impedisce l’atterraggio”. In realtà è solo maltempo. Anzi, peggio, vento forte, molto forte. Ce ne accorgiamo quando il pilota decide di provare finalmente a scendere. L’aereo balla in maniera terribile e con lui le nostre certezze. Anche perché non si vede più personale in giro e non arrivano comunicazioni. E’ una mezzora indimenticabile tra ostentata sicurezza ed un po’ di innegabile paura. Eccovi un campionario delle battute migliori (e riferibili): “Arbitro, hai visto cosa succede ad espellere Palombo? Adesso cade l’aereo… è colpa tua…” “Autiere, facci schiantare sullo stadio Olimpico così almeno moriamo da eroi” “Oh ma dite che ce la intitoleranno la curva dello stadio?” “La chiameranno Curva 32!!!” “Autiere basta andare sul tagadà!!!” “Dai ripristiniamo i posti come da biglietto, non voglio che mia madre pianga sulle ceneri di un altro…” “Pensate, si salva solo Rizzotti… ha avuto ragione lui!!!”.
Verso le 23 si atterra davvero e si accendono i cellulari con comprensibili sollievo… Ma non è finita… Sono le 23 e siamo soltanto a Roma… Ci dicono che la coincidenza per Milano e persa, ma non è così. L’aereo “Airone” per Linate ci attende. Mentre prendiamo posto gli altri passeggeri ci maledicono, ma nessuno ha più la forza di reagire. Un’altra ora di silenzio e sonno (io in realtà non ci provo nemmeno a dormire) e si arriva a destinazione. A Linate la stanchezza è tanta. Si litiga con la cassa automatica per pagare il parcheggio e recuperare l’auto… Raggiungiamo il Bar Novara quando sono ormai le 2 passate… Sono trascorse più di 20 ore dalla nostra partenza… ma in fondo è stato bello vivere una giornata del genere… Una comitiva così val bene il volo con brivido. Mi addormento finalmente sereno. La paura di volare è stata definitivamente sconfitta. La Torres no, la Torres non la battiamo dall’era di Borgobello…
Massimo Barbero |