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domenica 13 luglio 2014 - 10:56
di Massimo Barbero

Oggi non voglio parlarvi di Corazza o Evacuo… né di Alfageme o Vitale…

E’ il momento di fare alcune riflessioni sul nostro calcio… nella domenica che assegna una Coppa del Mondo mai così lontana dall’azzurro italiano. Quattro anni fa all’eliminazione in Sudafrica aveva fatto seguito un estate caldissima per le società professionistiche. Ai primi di agosto avevamo assistito ad una pioggia di ripescaggi. Ne avevano beneficiato, tra le tante, la Triestina riportata in B dopo i play out persi (a seguito della cancellazione dell’Ancona) malgrado Abodi parlasse già allora di un campionato a 21 squadre… la Pro Belvedere (sconfitta ai play out dal Mezzocorona di Erbetta) diventata d’incanto Pro Vercelli… ed un Pavia… di cui ho perso il conto dei ripescaggi di cui ha beneficiato da quando seguo questo sport…

Al di là delle rivalità di campanile, pensavamo che da quel “giro di vite” sarebbe nato un calcio un po’ più povero, ma forse un po’ più vero, con tanti giovani in organico e senza più conti gonfiati.

Un’utopia! Basti pensare che al 2010 risale il ritorno nel calcio di tal Massimo Mezzaroma quale nuovo proprietario del Siena. Forse un giorno qualcuno si prenderà la briga di scrivere un libro su quello che ha “combinato” nel mondo del pallone in questi quattro anni, con il contorno di tanti potenti compiacenti… Certo, ha riportato subito in A i bianconeri (prima di lui sempre nella massima serie dal 2003 al 2010). Ma a quale costo? Ed adesso?  Stiamo per assistere ad un altro “miracolo toscano” dopo quello del mancato deferimento per responsabilità diretta dell’estate 2012? Siena è una città stupenda, nella quale ho trovato tanta gente sportiva e cordiale. Appassionati veri che non meritano l’onta di ripartire dai dilettanti. Ma signori miei… o qui spunta di colpo lo sceicco (possibilmente con  nome e cognome) che sana tutti i debiti o… come si può iscrivere ancora una società che ha falsato lo scorso campionato tra penalizzazioni, cessioni di gennaio e stipendi non pagati?

In realtà abbiamo appena vissuto, anche sulla nostra pelle, l’inquietante vicenda Bari. E' stato toccante ammirare lo stadio San Nicola” stracolmo di gente ed entusiasmo (però dov’erano gli altri 46 mila quando infilavamo tre pere prenatalizie ai galletti nel 2012?). Ma la vicenda del club pugliese è tutt'altro che edificante...

Che credibilità può avere un campionato in cui ci sono società penalizzate per un giorno di ritardo nei versamenti Irpef... che sfidano altre che falliscono in corsa senza conseguenze sportive? (è una domanda che ho girato via mail al presidente Abodi e sono ancora in attesa di una risposta…)

Il precedente Paparesta (già in carica nel Bari di Matarrese) può diventare una pericolosa tentazione per molti. Ha senso reggere o rilevare club gravati di debiti sempre più pesanti? Non è meglio scegliere la strada del “fallimento pilotato” (ovviamente a campionato in corso) per ripartire dalla stessa categoria e senza zavorre importanti?

Qual è la conseguenza di tutto questo? Che si finisce con il far disamorare i pochi imprenditori seri o quantomeno credibili che ancora popolano questo mondo. Corioni fa calcio da quando io ero bambino. A Brescia ha portato fuoriclasse del calibro di Pirlo, Roberto Baggio, Guardiola e Diamanti. Ma ogni domenica (o sabato) in tribuna è vittima degli insulti di gente che con la scusa di un biglietto pagato (non sempre) si sente in diritto di offendere e calunniare senza remore né conseguenze. Il confronto è diventato improponibile. E non con investitori stranieri (almeno ce ne fossero…) che portano capitali veri nel nostro calcio. Il termine di paragone è ora con i Mezzaroma o i Paparesta che muovono i soldi di “nonsisabenedichi” finchè qualcuno più in alto di loro chiude i rubinetti… O anche con lo Squinzi di turno che con investimenti faraonici si inventa una squadra di serie A dove non c’è nemmeno uno stadio per ospitarla (e da quel che ricordo nemmeno un nucleo solido di tifosi). 

Si può fare ancora calcio seriamente in Italia? Certamente sì. Ma a costo di svenarsi ogni anno. E di essere sottoposti al rischio di finire in classifica alle spalle di società che approntano budget faraonici che si reggono sulla fuffa…

Ed i vivai? Bisognerebbe puntare sui giovani, ci riempiamo tutti la bocca con questi discorsi quando l’Italia esce ai Mondiali ma… se retrocedi dopo aver fatto un buon lavoro con il vivaio… non c’è nessuno che ti riconosce nulla. Il “Giorgionepapais” di turno (e faccio l’esempio concreto di un tifoso davvero affezionato ai colori azzurri) ti sbeffeggia perché loro hanno Pavoletti e noi i campi di Novarello… Ed il regolamento della Lega ti impone di lasciare subito i campionati giovanili nazionali perché non sei più in A né in B. Le colpe della prima squadra ricadono su formazioni giovanili costruite con grandi sacrifici, passione e competenza.

Sono queste le riflessioni che dovranno ispirare il nuovo presidente federale, chiunque esso sia. Un mondo in cui l’intervento delle banche vale più di un centravanti da doppia cifra non piace a nessuno e finirà con lo stancare tutti. Voglio un calcio italiano pieno di società come l’Empoli. Che costruiscono successi (e sconfitte) soltanto sulle loro forze e sul lavoro quotidiano di chi sa plasmare e lanciare giovani propri o altrui.

La credibilità del calcio italiano è messa in pericolo sotto diversi aspetti. Si può avere fiducia in una giustizia sportiva che stronca la carriera di Drascek è per un saluto ad un amico a due giorni dalla partita… ed ignora il caso Reggina-Cittadella?

Non ho mai scritto quasi nulla sulla vicenda Gerardi. Ma stavolta voglio tornare sull’argomento a beneficio di coloro (colleghi o semplici intrusi in tribuna stampa) che mi facevano la morale al “Tombolato” per il 2-2 con il Siena (il 2-2 tra Cittadella ed Empoli invece non li scandalizza di certo…) o per il rigore fischiato a Perticone nel fango.

Mi limito alla sequenza dei fatti. A gennaio Gerardi è un giocatore della Reggina in scadenza di contratto e viene avvicinato dal Cittadella che lo vorrebbe riportare in Veneto dove era stato nel 2009. L’ha confermato il giocatore stesso in un’intervista pubblicata sul “Gazzettino” in settimana: “Gerardi racconta un retroscena. «In verità, dovevo tornare già a gennaio, con il club granata c’era l’intesa ma Foti (il presidente della Reggina, ndr) non mi ha lasciato andare”. 

Il 26 aprile si gioca Reggina-Cittadella. I calabresi sono quasi spacciati (anche a seguito del deferimento comunicato nella settimana precedente) mentre gli uomini di Foscarini (staccati di 3 punti dal Novara e di 7 dal Varese) si giocano una bella fetta di salvezza. Gli ospiti pregustano la vittoria, ma al 95’ viene assegnato un rigore agli amaranto. Il pari servirebbe a poco alla truppa di Gagliardi, ma rappresenterebbe una brutta botta per gli uomini di Foscarini. Gerardi si presenta dal dischetto… dove trova un Coly (giocatore del Cittadella) che gli ripete più volte “Buttala fuori, buttala fuori” incurante di arbitro e telecamere. Gerardi sbaglia davvero (para Di Gennaro) e sul campo succede il finimondo. La rissa finale, tutti contro tutti, all’imbocco degli spogliatoi (dopo una gara tranquilla) è la conferma più eloquente che è davvero successo qualcosa di anomalo sul terreno di gioco. Finisce il campionato… la Reggina retrocede con ampio anticipo, il Cittadella festeggia la permanenza in serie B (senza quei tre punti sarebbe andato a giocare i play out con il Novara)… Ma Gerardi rimane in serie cadetta… perché già ai primi di luglio viene depositato un contratto firmato (quando?) con il… Cittadella!!! 

Non avanzo accuse di cui non ho la prova… ma un’inchiesta federale sull’accaduto mi pare doverosa. Il teorema di “Calciopoli” si reggeva sullo stesso “modus operandi” forse nemmeno così tanto marcato.  

Che aggiungere alla fine di questo quadro un po’ a tinte fosche…? Che noi calciofili di ogni latitudine dovremo essere un po’ meno abbagliati dal risultato immediato. E preoccupati in prospettiva di difendere lo sport che tanto amiamo… da un precipizio che è meno lontano di quanto non apparisse una decina di anni fa. E’ il momento dei buoni propositi… ma tra pochi giorni… si torna ad urlare…   Forza Novara sempre!!!

Ps: ringrazio Marianini per la lettera pubblicata sul sito ufficiale. Nella sua genuina semplicità è il degno saluto di un grande uomo.
 
Massimo Barbero

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