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domenica 29 giugno 2014 - 08:19
di Massimo Barbero

C’era una volta un Novara incapace di vincere persino il campionato di C2… D’accordo i tempi erano diversi e le categorie differenti, ma 14 tentativi consecutivi falliti rappresentano qualcosa di incredibile per una città di oltre 100 mila abitanti. Anche perché a primeggiare erano, a turno, formazioni dal blasone ben più modesto quali Virescit, Ospitaletto, Crevalcore o Brescello. 

Perché non ci riuscivamo mai? Perché avevamo presidenti non disposti ad investire o, peggio, non interessati a salire? La prima spiegazione è, per diverse stagioni, non corrispondente al vero, la seconda, invece, è completamente assurda. A lungo abbiamo pagato la presunzione di “essere il Novara” cioè una squadra inevitabilmente destinata a vincere per glorie passate ed aspettative presenti… In parte abbiamo patito, almeno fino all’era Montipò compresa, il fatto di essere zavorrati di costi (non esclusivamente tecnici) che finivano con l’incidere sul budget e disincentivare investitori interessati.

Ma il vero grande handicap è sempre stato un altro. Non abbiamo mai avuto un presidente o un dirigente che ragionasse più in là del proprio presente. Si puntava a vincere subito e basta, senza mettere nemmeno in preventivo la possibilità di riprovarci. Volete degli esempi concreti? Nella primavera 1985 la C1 sfumò dopo le incredibili sconfitte interne consecutive contro Ospitaletto e Gorizia.  Ma non era tutto da buttare, anzi. Maroso aveva costruito una squadra che a lungo aveva riportato il grande pubblico allo stadio (in 7-8 mila per vedere il Montebelluna di Osellame!) Sarebbe bastato piazzare qualche innesto giusto per diventare la favorita d’obbligo l’anno successivo. Ed invece la cessione di Scienza portò ad un ridimensionamento complessivo, a varare una squadra di giovani promesse (ricordate De Riggi e Scola?) che non potevano essere pronte per palcoscenici e traguardi ambiziosi.

Il discorso potrebbe essere replicato pari-pari per le stagioni successive e ad altre promozioni sfumate in primavera: alla beffa di Torres e Derthona nel 1987 fece seguito una salvezza all’ultima partita. Fedele fu esonerato alla seconda giornata del campionato successivo ad un buon terzo terzo posto. Nel secondo anno della gestione Del Neri non avevamo più una società in grado di supportare speranze (e potenzialità tecniche) di vertice.

Stava succedendo qualcosa del genere anche nel giugno 1995 quando Armani già manifestava (comodi) propositi di disimpegno dopo il rigore fallito da Ferretti contro il Saronno. Per fortuna ci fu un dirigente bresciano (Federico Gozio) abile a fargli capire che era fuori strada, che sarebbe stato sufficiente correggere gli errori dell’incompiuta di Colomba per costruire finalmente una corazzata da primato. 


La stessa cosa si è ripetuta dopo la delusione dei play off persi con la Pro Patria nel 2002. E’ bastato fare qualche aggiustamento per riuscire a salire in C1 già l’anno successivo malgrado la cessione di Rubino e tante difficoltà societarie. Borgo ci ha insegnato che anche da un’annata cominciata malissimo come quella finita in gloria a Fiorenzuola ci può essere qualcosa di valido su cui costruire un gruppo vincente. Polenghi-Colombini-Brizzi-Braiati-Morganti militavano anche nella squadra che aveva meritato la famigerata “bara in curva”.

Francamente non so cosa ci sia da salvare, invece, nella rosa che nei play out si è arresa al Varese dopo appena un’ora della sfida d’andata… E mi riferisco ovviamente più agli aspetti caratteriali (determinanti in terza serie) che a quelli tecnici. 

Per questo la scorsa settimana ho scritto la frase “un Novara proiettato a fare tutti gli sforzi possibili per cercare di risalire in B in non più di due stagioni (programmare il salto in un solo campionato sarebbe un azzardo difficile e pericoloso)” che ha fatto sobbalzare molti. Non intendevo certo dire che un Novara Calcio solido economicamente come ce lo immaginiamo non possa (o non debba) puntare a vincere il campionato da subito. Volevo solo mettere in guardia tutti dai rischi di un azzardo TUTTO E SUBITO che risulterebbe estremamente pericoloso dal punto di vista tecnico e finanziario. Meglio ragionare in un lasso di tempo di 2 stagioni. Pronti ovviamente a stappare le bottiglie (e naturalmente ben felici di farlo) se il successo dovesse arrivare subito. Oppure a criticare una stagione non all’altezza delle aspettative perché l’obiettivo rimane la promozione. Ma anche in grado di riprovarci con ancora più convinzione (e basi più solide) l’anno successivo, come raramente è avvenuto in passato. In un campionato che promuove solo 4 squadre su 60 può capitare di fare tutto per bene e non riuscire a salire perché nel proprio girone c’è un’avversaria va a mille ed i play off sono sempre un terno al lotto. 

Per fortuna la nostra “ripartenza” sta nascendo sotto i migliori auspici. Nelle due settimane successive alla retrocessione di Varese patron De Salvo ha lavorato (e molto) sottotraccia per dare una svolta tecnica con risultati interessanti. Mentre in tante altre città importanti non sono ancora certi di iscriversi al campionato, noi abbiamo già una bozza di nuovo Novara a cui aggrapparci. Non conosco Domenico Teti, ma il suo profilo ha molti tratti in comune (per la varietà di esperienze in pochi anni di carriera) con quello del primo Sensibile. Ovviamente sulla carta il ritorno di Pasquale sarebbe stata la soluzione in grado di darci maggiori garanzie (ed entusiasmo alla piazza) ma probabilmente non c’erano le condizioni ed i tempi tecnici per ratificare questa scelta. 

“Mimmo” Toscano invece è l’unico nome di allenatore circolato in queste settimane che mi abbia davvero entusiasmato. Tutti gli altri (Corda, Sabatini e persino il ritorno di Calori) mi facevano preferire la conferma di Gattuso ad ingaggi che non ci garantivano alcun salto di qualità. Toscano invece è un tecnico giovane, di categoria, ma che in C ha dimostrato di sapere eccellere. A nemmeno 43 anni ha già vinto 3 campionati, sempre in categorie diverse. Ed in piazze importanti (ma dove le pressioni non mancano) come Cosenza e Terni. I colleghi umbri me ne hanno parlato con toni entusiastici ed un po’ di rimpianto perché da quelle parti Toscano è apprezzato persino più del grande Tesser.


Ed adesso… buona campagna cessioni… Sì perché quando ci raduneremo tra tre settimane… voglio vedere meno facce demotivate possibili… per cominciare finalmente un nuovo cammino.

Salto di palo in frasca per parlare di un’altra delusione azzurra. Il nostro Mundial è finito troppo presto e puntualmente si punta il dito sull’immancabile capro espiatorio (ieri i C.T. di turno oggi Balotelli). In realtà il nostro calcio non sforna più talenti. Ed allora mi sorge spontanea una considerazione. In una tale povertà tecniche ha senso “retrocedere” società come il Novara Calcio che dedicano tanta cura al vivaio? Mi spiego meglio. La nostra prima squadra ha meritato di scivolare in Lega Pro, ma alle spalle c’è una Primavera che ha fatto grandi cose. Ed altre formazioni minori che hanno ottenuto risultati eccellenti in campionati nazionali. Dunque perché non concedere delle”wild card” per partecipare a campionati giovanili nazionali a società di Lega Pro che hanno dimostrato di lavorare bene e con profitto con i giovani? 

Domani a mezzanotte festeggeremo come non mai… l’arrivo del 1 luglio… e con esso la conclusione di una stagione calcistica tra le più mortificanti che la mia memoria di tifoso possa ricordare… E’ tutto finito… si ricomincia…Forza Novara sempre!!!

Massimo Barbero

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