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Storie di ex...Max Palombo
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giovedė 03 novembre 2011 - 20:15
di Massimo Barbero

Novara-Roma si avvicina a grandi passi… Per entrare nell’atmosfera di sabato sera abbiamo contattato uno… sfegatato tifoso della “Lupa”… che però in campo  ci ha fatto godere tante volte. Sì, stiamo parlando proprio di Massimiliano Palombo che ci ha confidato: “E’ una partita speciale per me. Mi sarebbe tanto piaciuto giocarla da protagonista…. Ma dagli spalti non posso che tifare Roma… Chi come me da piccolo andava in Curva Sud ogni domenica ha un’unica grande fede. E’ la stessa cosa che accomuna De Rossi e Totti che per nulla al mondo lascerebbero la loro squadra del cuore… Tiferò Roma sabato. Ma auguro al Novara, ovviamente, di vincere tutte le altre partite da qui alla fine… E se a fine campionato i punti presi al “Piola” non dovessero servire alla squadra di Luis Enrique… farò una petizione affinchè possano essere restituiti agli azzurri …”

Palombo, oltretutto, è stato uno dei pochi giocatori ad avere “provato” il sintetico del “Piola” dopo un violento acquazzone. Ossia nelle condizioni in cui potrebbero trovarlo sabato sera azzurri e giallorossi: “E’ successo lo scorso giugno in un Novara-Inter “vecchie glorie”. Aveva piovuto tantissimo, ma dopo cinque minuti il campo aveva praticamente assorbito tutto…”

Max ha lasciato il calcio da quasi un anno e mezzo. Dall’ottobre 2010 gestisce una “piadineria” in centro. E da qualche mese fa anche l’agente assicurativo assieme a “mister” Massimo Venturini. Il ragazzo romano è un po’ distante da quel mondo ovattato a cui ha dato (e ricevuto) tanto: “Non mi piace più come prima l’ambiente del pallone. Per lavorare bisogna avere certe conoscenze ed a me certe cose non vanno. Dico sempre quello che penso. Non mi ci vedo ad allenare in Eccellenza o altro. Certo, se mi arrivasse una proposta gratificante potrei cambiare idea. In particolar modo dal Novara, è ovvio…”

Da romanista Palombo abbozza un analisi di un inizio di campionato non pienamente all’altezza delle aspettative: “La Roma di Spalletti giocava il calcio migliore. Luis Enrique ha un progetto interessante, ma per realizzarlo servono anche gli uomini giusti. Vedo tanto possesso palla, ma davanti servirebbe il Totti di tre o quattro anni fa. Allora sarebbero davvero dolori per tutti… Osvaldo e Bojan sono bravi, ma non valgono Vucinic e Menez. Non tutto è da buttare però. Sono arrivati diversi giocatori di valore: Lamela, Josè Angel, Kjaer, Gago, Pjanic, etc… Ci vuole tempo. Ma per me, anche adesso, uno come Totti dovrebbe sempre partire titolare…”.

Passiamo a parlare di un Novara che, pur tra mille rimpianti, è staccato di soli quattro punti dalla prima Roma “americana”: “è una squadra compatta ed organizzata. Che come negli anni precedenti gioca un buon calcio. Tesser sta lavorando bene ed obbiettivamente ha avuto anche qualche episodio sfavorevole. I problemi però stanno in attacco. L’errore è stato quello di cedere Bertani e di sostituirlo puntando su giocatori che rappresentavano soltanto delle scommesse …”.

Può essere. Ma forse è troppo presto per stilare dei bilanci. Nel 2001, di questi tempi, a Novara c’era già qualcuno che invocava la cessione di Palombo che dopo la punizione all’esordio a Firenze non aveva più segnato… Fino all’esaltante doppietta prenatalizia al Legnano che ha anticipato un girone di ritorno strabiliante: “E’ vero, ci sono tanti fattori che vanno tenuti in considerazione per giudicare un attaccante. Bisogna dargli il tempo di ambientarsi nella nuova città e con compagni che non conosceva. La mia è solo una valutazione “ex ante”, basata sui numeri delle precedenti stagioni. Poi mi auguro che sul campo la politica del Novara si riveli azzeccata…”.

Questa domanda ci serve per aprire finalmente l’album dei ricordi. Palombo ci ha regalato pagine stupende, indimenticabili dal punto di vista tecnico ed emotivo: “Il momento più bello rimane la vittoria del campionato. Ce la siamo dovuta sudare, in tutti i sensi… perché quel giorno faceva davvero un caldo boia. Poi ci sono dei gol particolari, per il momento in cui sono venuti. Come quello alla Pro Vercelli allo scadere. Oppure il 3-1 segnato dopo la nascita di mia figlia Francesca. Ci tenevo tanto a dedicarle un gol e quella volta mi sono bastati pochi minuti per realizzare un grande sogno…”.

Si giocava Novara-Sangiovannese e quella rete sarebbe rimasta l’ultima di Palombo in azzurro. Una bella storia finita, forse, troppo presto. Per colpa di quel “maledetto” infortunio di Pavia e di qualche incomprensione successiva: “Qualcosa ormai si era rotto. L’avevo capito da qualche mese. Da una panchina inattesa, proprio in un Pavia-Novara del settembre 2006. I primi momenti di tensione c’erano stati con Jaconi, due anni prima. Stavo bene e voleva mandarmi a giocare nella “Berretti”. Mi rifiutai. L’avevo fatto ricredere con alcune belle partite. E con un gol al Grosseto che avevo voluto dedicare a Borgo che era stato appena allontanato. Ma nei mesi successivi anche con il direttore il “feeling” non era più quello di prima… Venivano privilegiati altri giocatori che pure non stavano facendo benissimo. E così ho scelto di andarmene…”

Dopo un Meda-Novara del settembre 2002 il tecnico dei lombardi Falsettini disse che il giorno prima aveva visto una partita di serie A dal vivo (Como-Empoli con gol di Di Natale ndr) ma che in campo non aveva scorto un solo giocatore che avesse la classe di Palombo. Un complimento che forse oggi suona anche come un rimpianto per grandi potenzialità parzialmente inespresse: “Me lo tengo come un gran bel ricordo. Fa sempre piacere quando ad elogiarti è un avversario. Mi era successo anche fuori dallo stadio, a Mantova ed ad Arezzo. Forse se un Falsettini o un Di Chiara avessero allenato in A o B in quegli anni mi avrebbero portato con loro. Purtroppo non è successo…”.

La coppia gol Palombo-Rubino (29 gol nel 2001-02) è rimasta a lungo quella più prolifica di tutto il dopoguerra azzurro. Soltanto Bertani e Gonzalez, l’anno passato, hanno saputo fare meglio. Max è molto legato a Raffaele e l’ha consigliato per il meglio in questi anni: “Ero con lui il pomeriggio in cui stava per chiudersi il mercato estivo 2009. Eravamo al parco dei bambini con i nostri figli. Sensibile voleva cederlo ed il suo telefono continuava a squillare. Io invece gli suggerii di rimanere, dicendo che avrebbe avuto il suo spazio. I fatti mi hanno dato ragione; ha vissuto due promozioni consecutive. Ed adesso sono convinto avrà delle possibilità importanti anche in serie A…”.

E’ stata un’intervista un po’ diversa dalle altre della collana “storie di ex”. A tratti abbiamo avuto la sensazione che Max Palombo si senta già un troppo distante da quel sogno che è stato realizzato anche grazie alle sue prodezze nei primi cinque anni della “scalata da Fiorenzuola a San Siro”. Ed invece il suo congedo è degno di cotanto splendore calcistico… “Macchè! Io sono orgoglioso di quello che ho vissuto con la maglia del Novara. Mi fa piacere quando la gente mi ferma per strada. Ed anche se adesso c’è la serie A… ci sono persone che mi ricordano con emozione di un Novara-Legnano o altro… I tifosi azzurri devono essere felici di quello che hanno realizzato in questi anni. Li saluto tutti con grande piacere”.

Massimo Barbero

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