4 chiacchiere con... Emiliano Bigica
giovedė 31 marzo 2011 - 10:46
di Massimo Corsano
Emiliano Bigica (nella foto a destra, assieme a Corsano) nasce a Bari il 4 settembre 1973. Inizia la sua carriera nel calcio professionistico nella stagione 1991/92 in C1 con l'Empoli. L'anno successivo si trasferisce a Potenza nella stessa categoria. Nel campionato 1993/94 diventa capitano del Bari promosso in serie A e sempre nel 1994 vince i campionati europei con l'Under 21 di Cesare Maldini; nella stagione 1994/95 resta a Bari, mentre tra il ‘95 e il ‘99 vestirà la maglia della Fiorentina vincendo una Coppa Italia e una Supercoppa italiana. Tra il 1999 e il 2001 giocherà prima a Napoli in serie A e poi a Salerno in cadetteria. Nei due anni successivi tornerà a Napoli dove - purtroppo - c’è da registrare il suo grave infortunio al legamento crociato. Ristabilitosi vestirà le maglie di Nocerina, Mantova (dove vincerà un campionato in serie C2), nuovamente Potenza, terminando la sua carriera a Novara tra il 2005 e il 2007. Appese le scarpe al chiodo, comincerà la sua avventura di allenatore nel settore giovanile degli azzurri, trasferendosi nel luglio 2009 sulla panchina del Vigevano in serie D, posizione tuttora da lui ricoperta. Mediano dalle buone qualità, avrebbe sicuramente vinto di più se non fosse stato penalizzato dal brutto infortunio al ginocchio, che ha compromesso una carriera ad alti livelli.
Per Emiliano Bigica una carriera da giocatore molto lunga, iniziata da giovanissimo… “La mia prima squadra è stata il Barion, società satellite del Bari, dove ho iniziato dal settore pulcini all'età di 9 anni; in quella squadra c'era anche Marco Materazzi”.
Il trofeo più prestigioso della carriera agonistica non può che essere la vittoria nei campionati europei con l'Under 21 di Cesare Maldini. “E’ vero, anche perché è stato un trionfo inaspettato. Nel girone finale c'erano squadre più attrezzate dell’Italia, ricordo che in semifinale abbiamo battuto la Francia di Thuram e Zidane, mentre in finale abbiamo avuto la meglio sul Portogallo di Figo e Rui Costa al golden gol. Eravamo un grande gruppo ed abbiamo avuto anche un pizzico di fortuna che non guasta mai”.
Nelle due stagioni in maglia azzurra, con numerosi ricordi e qualche rimpianto, l’episodio più piacevole da ricordare oggi… “E' stato la vittoria a Salerno: ricordo che abbiamo vinto 2-1 con goal di Rubino e Martinetti; un’emozione molto bella perchè nessuno ci accreditava per quella vittoria. Purtroppo – a seguire – entrammo in un periodo di crisi disputando un girone di andata a fasi alterne e trovandoci al penultimo posto, subendo anche delle pesanti contestazioni che mister Cabrini riuscì a stemperare. A fine campionato arrivammo ad un soffio dai play-off, pareggiando nella drammatica sera di Giulianova dove Cherubini ebbe un aneurisma cerebrale… da quel momento in avanti la squadra perse la necessaria lucidità”.
Il momento più difficile dell’esperienza in maglia azzurra. “I sei mesi con mister Sacchetti, con il quale personalmente non avevo un buon rapporto, in particolare da parte sua. Nonostante non mi facesse sempre giocare e, spesso, ero costretto ad andare in tribuna, ho sempre cercato di far parte di quel gruppo”.
L’aneddoto più curioso di quel biennio. “Quando fu esonerato Sacchetti, la dirigenza decise di affidare la guida tecnica a Jack Gattuso ed io venni “promosso” suo secondo. Il giorno in cui avvenne questo avvicendamento era in programma un doppio allenamento: così mi ritrovai al mattino giocatore ed il pomeriggio allenatore… ci furono diversi sfottò da parte dei miei compagni, soprattutto per via del mio carattere che mi portava ad essere molto espansivo all’interno dello spogliatoio con tutti”.
A quale giocatore Emiliano Bigica si è sempre ispirato ed in quale, oggi, si rivede di più ? “Il mio modello è stato Dunga, ma come modo di giocare mi rivedo in Cigarini che adesso gioca nel Siviglia”.
Effettuando le dovute proporzioni, il pensiero di Bigica sul Novara più forte: quello dell’era Cabrini oppure l’attuale ? “Quello attuale e sicuramente più forte, ha dei giocatori molto importanti, quali ad esempio Ludi, Porcari e Rubino che erano qui già con me. Mi fa molto piacere che siano ancora in questa società che mira ad un progetto molto importante. Tutti e tre sono sempre tra i migliori in campo, inoltre penso che Porcari sia pronto per fare il salto di categoria. Raffaele è il simbolo di questa squadra, ma detto da me potrebbe sembrare di parte… (N.d.R. Bigica e Rubino sono cognati), anche se è evidente che abbia sempre dato il massimo per il bene di questa squadra, anche quando è stato poco impegnato”.
La rosa attuale del Novara è completa, oppure manca ancora qualcosa ? “Penso che sia molto competitiva, forse un rinforzo sarebbe necessario sulla fascia sinistra come alternativa a Gemiti, ma non sono certo io che devo dare consigli a Sensibile ed alla dirigenza, che ha fin qui dimostrato di aver svolto un ottimo lavoro. Sono sicuro che le soddisfazioni torneranno. Un periodo particolare come quello che sta attraversando il Novara può capitare in un campionato lungo come la serie B, ma sono sereno per il finale di campionato: si faranno trovare pronti perchè è un gruppo compatto che sta bene insieme e, anche se non sono più dentro l'ambiente, è una sensazione che traspare in modo chiaro, un aspetto molto positivo”.
Il messaggio di Bigica ai lettori di forzanovara.net. “Chi va su questo sito è soprattutto un tifoso… ed essere tifosi significa innanzitutto restare vicini alla squadra – specie in questo momento particolare – sostenendola con passione. Penso che il problema sia solamente psicologico, quando non arrivano i risultati ti viene anche a mancare quella spensieratezza di cui si godeva in precedenza. Ritengo che con il sostegno di tutti i tifosi il Novara possa uscire da questa situazione e regalarci ancora numerose altre soddisfazioni”.
Massimo Corsano |