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giovedì 21 gennaio 2021 - 20:38
2 marzo 2019: Novara-Pro Vercelli 2-1

Il mio derby comincia idealmente lunedì pomeriggio quando da un Danny Faranna in pianta stabile a Novarello apprendo che Sannino non avrebbe gradito il mio editoriale del giorno prima.

Sannino al Novara è un po’ come Conte all’Inter: a parità di risultati non può scattare un feeling che è negato dai trascorsi. L’ex condottiero del Varese però ha una grande occasione per conquistare subito la piazza di Novara. Vincere il derby che in casa non vinciamo dal 2012 vorrebbe dire far scattare la “Sannino-mania”.

La settimana scorre agitata tra le provocazioni di Antonio Guido che gioca a fare il vercellese per farmi arrabbiare sapendo di toccare delle corde che per me sono molto tirate. La vicenda ripescaggi dell’estate precedente ha accentuato la rivalità con la Pro Vercelli. La popolarità del presidente Secondo da queste parti è ai minimi storici.

Sin dalla vigilia sono molto attento alla scaramanzia ed evito di socializzare. Diserto una festa di Carnevale Aiga dalla quale mi arrivano foto di colleghi letteralmente scatenati. La mia testa è al derby solo al derby.

Il sabato mattina mi rianimo quando incontro il mio amico Mario che sta nella casa di riposo di Pernate. E’ a letto da tanto tempo, ma i suoi occhi brillano quando si parla del Novara. Mi dice con la convinzione delle persone buone “Stasera, vinciamo 2-1…”. “Però Tu – provo ad esortarlo annunciandogli la diretta su Sportitalia - devi rimanere sveglio, sveglio fino alla fine…”.

Di solito il sabato pomeriggio vado in campagna a passeggiare con la radio accesa sintonizzata sulle partite di B. Stavolta preferisco camminare con la radio spenta. E’ un modo di onorare il ricordo di Gian Mario, cugino di un mio carissimo amico, di cui alla stessa ora a Varese si sta celebrando il funerale. Mi distraggo prima di cena guardando un po’ di sci sul tablet. Paris è letteralmente scatenato ed un tempo le sue vittorie coincidevano con le vittorie del Novara.

All’arrivo allo stadio Danny mi dà subito una brutta notizia: Eusepi ha la febbre e partirà dalla panchina. Il suo posto dovrebbe essere preso da Manconi o Stoppa. Non c’è neanche Pablo che si è stirato nei primi minuti della gara con la Pistoiese.

Prendiamo posto in cabina e cominciamo il lungo pregara. E’ il momento clou della nostra diretta perché non abbiamo i diritti per la cronaca integrale dell’incontro. Ad un certo punto Danny molla cuffia e microfono per andare a soccorrere Morani caduto in tribuna. Sembra un malore ed invece lo storico “gelatiere” è solo inciampato prendendo posto in tribuna d’onore.

Sugli spalti ci sono più di cinquemila spettatori (i paganti sono 2614 gli abbonati 2308) con tanti ragazzi nei distinti che colorano un settore solitamente chiuso al pubblico.

Io mi concedo una vacanza. E’ la prima gara stagionale che il Novara non gioca nel giorno di chiusura del giornale e posso abbandonare la tribuna stampa, mischiarmi tra il pubblico e seguire la partita come un normale spettatore. Mi sposto sulla sinistra, verso la Nord, dove attacca il Novara. Da quelle parti c’è Antonio Guido con i figli, convinti tifosi azzurri. L’assenza del suo collega vercellese Ilario cancella sul nascere qualsiasi rivalità.

Sannino schiera Di Gregorio tra i pali, Cinaglia, Sbraga, Bove e Visconti in difesa, Nardi, Buzzegoli, Bastoni e Schiavi in mezzo al campo ed il duo Stoppa-Cacia di punta

Fin dall’avvio il piglio dei padroni di casa sembra diverso rispetto al solito: gioco di prima, palla a terra, e pressing per colpire in velocità i bianchi. Un break di Schiavi, dopo cinque minuti, apre le danze: la sua conclusione dalla distanza, potente ma centrale, finisce tra le braccia di Nobile. Dall’altra parte la risposta è di Massimiliano Gatto, che in mischia manda a lato. Basta un lampo al Novara per indirizzare l’incontro a proprio piacimento: Buzzegoli sradica un pallone nella propria metà campo e sventaglia immediatamente per Cacia. Prontamente il capitano vede l’inserimento centrale di Nardi, che entra in area e con uno slalom tra difensori si procura lo spazio per il tiro; Mammarella, nel tentativo di anticipare l’avversario, butta il pallone nella sua porta per il più classico degli autogol. Dal vivo non percepisco si tratti di autogol, credo sia gol di Nardi. E rimango impassibile mentre accanto a me tutti esultano io non muovo nemmeno un muscolo. La reazione della Pro non porta grosse apprensioni alla porta azzurra, se non per qualche calcio d’angolo. Si lotta a buoni ritmi in mezzo al campo, anche se il numero di errori nei passaggi è piuttosto elevato. Di occasioni vere e proprie non se ne vedono più, almeno fino al riposo. Torno in cabina per i commenti nell’intervallo eppoi riprendo il posto che nel primo tempo ha portato bene.

Gli animi si scaldano quando Massimiliano Gatto rifila una manata a Nardi: solo ammonito. La Pro Vercelli attua un predominio abbastanza sterile, da segnalare la punizione alta di pochissimo di Mammarella, stando attenta a non prendere imbarcate fatali. La fatica incomincia a farsi sentire, il Novara non è più brillantissimo e non riesce a ripartire: Sannino, dopo essersi giocato la carta dell’influenzato Eusepi  per Stoppa, fa entrare Zappa e Ronaldo al posto rispettivamente di Nardi e Bastoni. Appena dopo la mezzora la doccia gelata. Doppio rimpallo in area sull’ennesimo angolo di Mammarella, Crescenzi è il più lesto di tutti a mettere in rete il pallone vagante. Anche stavolta rimango impassibile trattenendo dentro la tensione accumulata Manca meno di un quarto d’ora e la Pro pregusta addirittura il sorpasso. Gli ingressi di Emmanuello e Comi evocano fantasmi abbastanza recenti. Ma la squadra di Sannino, che suona la carica beccandosi con la panchina vercellese, serra le file e dà fondo alle sue ultime energie. Una reazione disperata, che si concretizza con il tiro rimpallato di un generosissimo Schiavi e con il colpo di testa di Bove che scivola appena a lato. L’ennesimo 1-1 appare scritto, fino a quando in pieno recupero Zappa non si inventa la corsa della vita; partendo da sinistra, si catapulta in area a velocità stratosferica e sullo slancio viene toccato da Crescenzi quanto basta per farlo cadere a terra. Vigile non ha dubbi e assegna il calcio di rigore. Neanch’io ho dubbi: per me non è calcio di rigore e lo dico sottovoce mentre la tensione sale.

Nel mentre, poco più in là, in cabina Danny dà forfait: “Paolo io non ce la faccio a parlare… racconta tu il calcio di rigore…” e lascia il microfono al navigato collega. Dal dischetto il capitano, Cacia, resta freddo e come all’andata batte Nobile. Stavolta non mi trattengo ed esulto come un pazzo abbracciando chiunque mi capiti a tiro. Possiamo ancora farci raggiungere? No, non c’è tempo, non ci può essere tempo. Un paio di batti e ribatti ed arriva il liberatorio fischio finale. Posso urlare forte la mia gioia lontano dalla tribuna stampa. C’ è un ragazzo che mi chiede perché non sia a fare la radiocronaca mentre la compagna lo zittisce.

Percorriamo il tratto che porta agli spogliatoi con tanta adrenalina in corpo. Mentre passiamo davanti a Secondo ed al ds Varini che continuano a rivedere l’azione, parlando con i colleghi, ripeto ad alta voce “Era netto, si si era netto” pur sapendo di mentire.

Viene a farsi intervistare Zappa che racconta l’episodio del penalty per il quale verrà sempre ricordato pur nel contesto di una parentesi novarese piuttosto anonima. Eppoi Cacia che dedica il successo a Viali in nome di un legame che renderà molto complicata l’era Sannino. Ma questo al momento non possiamo nemmeno intuirlo. Mister “Fan cool” ha esordito con un successo e sembra possa iniziare davvero una nuova era.

Lascio terminare l’intervista poi mi avvicino: “Mister, mi presento, sono Massimo Barbero…” “Caspita me ne hai scritte di tutti i colori! Però almeno hai avuto il coraggio di metterci la faccia. Ed hai portato bene…”. Il nostro primo incontro novarese finisce con una calorosa stretta di mano e non poteva essere che così.

Una serata così non deve finire, non può finire così presto. Ed allora me ne vado al “Flanagan” del mitico Roberto. Sono da solo, ma al bancone trovo subito compagnia. Tutti hanno le sciarpe azzurre al collo e trattano un solo argomento: il Novara ed il derby vinto. Sembra di essere tornati alla magia del viaggio in serie A.

Dopo poche ore di sonno comincio a scrivere un editoriale che ha al centro la disamina tecnica di un match non bellissimo, ma godurioso per noi:

“Nel complesso ieri sera lo spettacolo offerto dagli spalti è stato più affascinante di quello proposto in campo dove due squadre molto attente hanno finito praticamente con l’annullarsi, lasciando che fossero gli episodi a decidere un match estremamente equilibrato. Al Novara va il merito di avere colmato almeno per una sera (anche grazie al fattore campo) un gap che soltanto domenica 17 febbraio (pomeriggio del sofferto 1-1 con la Pistoiese e dell’ottavo successo esterno della Pro) pareva inarrivabile.

L’effetto Sannino l’ho colto da almeno un paio di situazioni. Verso il quarto d’ora della ripresa, nel momento migliore dei bianchi, Cinaglia stava per essere saltato da uno dei Gatto che scorrazzavano sulla fascia. In suo soccorso però si sono precipitati subito due compagni che hanno ridotto in inferiorità numerica, nei pressi della bandierina, l’avversario che si stava liberando.

Eppoi nei minuti finali, quando un po’ tutti ci stavamo ammosciando al pensiero dell’ennesimo derby non vinto (col timore persino di un’altra beffa atroce legata all’ingresso di Comi ed Emmanuello) il nostro mister ha innescato una piccola polemica con un avversario, per una rimessa laterale da battere nei pressi della propria panchina. Una mezza discussione con tanto di reazione verbale da parte del collega Grieco (“Ma che c… vuoi?”) che ha avuto il merito di rianimare il pubblico che ha spinto così la squadra all’estremo tentativo”.

Massimo Barbero

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