L'editoriale Azzurro
domenica 10 gennaio 2021 - 23:48
di Massimo Barbero
In poche settimane di lavoro Banchieri ci ha restituito una squadra almeno guardabile. Però non è ancora riuscito a trasmettere ai suoi ragazzi la grinta e la determinazione che servono per lottare per salvarsi.
Ieri si è visto un Novara più bello che concreto, una squadra che ha giocato con la leggerezza del cammino della passata stagione vissuta per intero nella parte sinistra della classifica. Adesso, ahinoi, la situazione è ben diversa e non vincere nemmeno partite del genere può essere pericolosissimo in prospettiva futura.
Una squadra che deve salvarsi non può permettersi di sbagliare certi gol, deve sapere “tirare la riga” quando le circostanze lo impongono, non può farsi raggiungere nella prima azione congegnata dagli avversari.
Eravamo partiti bene mostrando un calcio piacevole e finalmente efficace grazie agli inserimenti degli esterni ed al lavoro delle punte. I due gol falliti da Zigoni, oltre a negarci l’opportunità del raddoppio, hanno “metaforicamente” tolto dal campo l’attaccante di riferimento che da quel momento non è più riuscito a difendere palloni ed a far salire la squadra come aveva fatto nei minuti iniziali.
L’Olbia così ha ripreso il controllo della situazione cominciando a guadagnare metri e salendo progressivamente in avanti alla ricerca del pareggio. Un possesso di palla apparentemente sterile a fronte del quale però abbiamo cominciato a rinculare lasciando che gli avversari ci schiacciassero progressivamente nella nostra area di rigore fino all’1-1 di Biancu.
Dopo il pareggio Pagani ha sfiorato il 2-1 con una bella girata. E mister Banchieri si è illuso di poter comandare le operazioni dall’alto di un modulo molto offensivo. Utopia! L’Olbia aveva più testa e più gambe di un Novara condizionato da qualche acciacco di troppo e così anche la nostra panchina è tornata saggiamente sui propri passi con l’ingresso di Hrkac al posto di Panico. Un tempo a testa, guardandola da questo punto di vista il pari è giusto. Però le occasioni fallite sull’1-0 per noi gridano vendetta.
Ed ora alcune riflessioni sull’ennesima rivoluzione maturata a Novarello nel fine settimana appena concluso. Accogliamo con favore la scelta di Borghetti nuovo direttore sportivo, non le tempistiche con cui questa decisione è stata presa. Al 10 gennaio bisognava arrivare già con le idee chiare su obiettivi di mercato, rinnovi e possibili cessioni. Invece da un paio di giorni si è consumato un ribaltone che andava annunciato, al più tardi, il 23 dicembre, all’indomani della sconfitta di Pistoia.
Chi ha trattato per conto del Novara nella prima settimana di mercato? Chi ha parlato con i giocatori in scadenza di contratto? Chi si era interfacciato con il gruppo squadra alla ripresa degli allenamenti? Pro Vercelli ed Alessandria che avevano intenzioni serie hanno già operato, rispettivamente, 3 e 2 innesti di spessore.
Il Novara sinora è stato a guardare senza mai levare il cartello “vendesi” che ha fatto sì che offerte di un certo richiamo abbiano raggiunto anche quei calciatori che dovrebbero condurci alla salvezza. Forse a Novarello non hanno ancora capito che non c’è proprio da scherzare.
Le vittorie di Giana e Pistoiese hanno reso la nostra posizione di classifica ancora più precaria di quanto non apparisse alla sosta natalizia. Di questo passo anche il sestultimo posto rischia di diventare un’utopia per una squadra che non vince da tempo immemorabile. Quando vedo in campo Mbaye mi chiedo che senso ha avuto un’operazione del genere ufficializzata ai primi di novembre quando già avevamo capito di non avere a disposizione una “corazzata” in grado per il primato in classifica. Qual era l’utilità di aggiungere un costo ulteriore andando a pescare un elemento che non dava garanzie dal punto di vista fisico? E’ l’improvvisazione con cui vengono prese certe decisioni il peccato originale di questa società che purtroppo sembra non voler imparare dai propri errori.
A Mauro Borghetti ora devono essere dati pieni poteri nella gestione della rosa, degli uomini e delle operazioni di mercato da concludere. Qualsiasi soluzione intermedia, di compromesso, non potrà essere accettata. Lo impone la credibilità di un uomo che ha raccolto traguardi esaltanti alla guida di un settore giovanile che rappresentava un motivo d’orgoglio agli occhi dell’Italia intera ed una risorsa a cui ancora oggi si attinge (vedi l’inserimento di Pagani). A Mauro Borghetti chiediamo di tirar fuori quella grinta che ha sempre caratterizzato la sua carriera da calciatore per trasmettere certi valori ai ragazzi in campo e per far sentire la sua voce in società.
Domenica prossima a Como andrà in scena uno strano derby: Ludi e Gattuso da una parte, Borghetti dall’altra. Una sfida nella sfida con tanti rimpianti per un passato che ci aveva regalato ben altre soddisfazioni...
Forza Novara sempre!!!
Massimo Barbero
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