| Mi ricordo quella volta che…
				
				
martedì 05 gennaio 2021 - 21:34 3 dicembre 1995: Novara-Olbia 1-0
 
 
 A cavallo degli anni ottanta-novanta le partite di C2 con le squadre  sarde rappresentavano spesso uno scoglio quasi insuperabile per noi.  Sono tantissimi i ricordi di match giocati sempre all’attacco contro  avversari chiusi in difesa ed implacabili in contropiede, parzialmente  agevolati da un terreno dello stadio di Viale Kennedy di frequente in  condizioni pietose.              
           Come ha scritto l’amico Gianfranco Capra, nell’estate del 1994  avevamo provato a portare a Novara un pezzo di Olbia senza raggiungere  l’obiettivo sperato rappresentato dall’agognata C1. Un anno dopo di  quell’Olbia era rimasto a Novara il solo Biagianti, indomito guerriero  della mediana.               
           Sbaglia chi, idealizzando il passato, immagina che quella del  campionato ’95-96 sia stata una cavalcata verso il trionfo, scevra da  difficoltà o polemiche. Chi ha vissuto “in trincea” quegli anni ricorda  benissimo le critiche rivolte alla società (ed alimentate dalle  dichiarazioni dello stesso tecnico “Ciapina” Ferrario) rea di non averci  comprato una punta in grado di garantirci un bel numero di gol al  mercato di novembre. Eppure avevamo in rosa Borgobello, Guatteo  (entrambi in doppia cifra nella stagione precedente) ed un certo Simone  Inzaghi. Senza dimenticare Pellegrini, Schiavon ed un esterno dalle  qualità di Luca Coti. Al mercato eravamo andati a cercare un ariete  d’area di rigore e siamo tornati con… Roberto Cau, elemento tanto  talentuoso quanto distante dalle caratteristiche di un attaccante di  peso.               
           Sta di fatto che era bastata la sconfitta di Crema, la prima  sconfitta in campionato (gol di Vincenzo Garofalo che poi vestirà  l’azzurro) per determinare l’esonero di Morselli, ds che a Novara non ha  mai legato con la piazza. La sosta non aveva avuto altro effetto che  quello di trascinare i mugugni lungo 15 giorni che passarono lentissimi,  appena allietati dal successo-qualificazione di Coppa ad Alessandria (i  grigi militavano in C1).               
           In realtà non è che sbagliassimo tutti quei gol a partita perché ci  mancasse un attaccante di valore. Sbagliavamo così tanto perché  sentivamo il peso di una C1 da raggiungere a tutti i costi dopo 14 anni  di tentativi falliti. Non a caso la rimonta è cominciata proprio quando  (con 11 punti di distacco dal Lumezzane) eravamo tutti convinti che non  ci fosse più nulla da fare.               
           Già il sabato sera della vigilia sono teso perché so che mettendo  assieme il fattore “avversario squadra sarda che si deve salvare” con  quello “partita da vincere a tutti i costi se no saranno fischi” domani  faremo una gran fatica… Non aiuta a rasserenarmi il malore (per fortuna  passeggero) che colpisce il mio fox terrier a pelo ruvido, il Pippone  che io ho soprannominato affettuosamente il “Biagiantone” (senza che vi  fosse un reale motivo che lo legasse al leader della nostra mediana).  Durante la serata con il Biondo, la Confa, Nano, Fedele e Lara spiaccico  poche parole con la testa già rivolta al fischio d’inizio  dell’indomani.               
           Ai tempi andavo in Curva Nord, non distante dalla parte più calda  del tifo. Eravamo una bella compagnia, uniti dal fantacalcio e dalla  passione azzurra sotto il nome dello “Zoo Novara”. Butto lì un po’ di  nomi alla rinfusa: Caporale, mio socio al “Fantacalcio”, Pdl, Enea,  qualche volta Biolk, il Marione, il Bestielli, Lillo e la Monica,  Silvia, uno Stefano tornato con accento bergamasco, qualche volta il  Bufalo ed il Dario con tanto di radiolina per i risultati della serie A.                
           Sugli spalti ci sono 1197 paganti (contro il Lumezzane un mese e  mezzo prima ce n’erano più di 3700) l’ambiente è un po’ moscio e “Tutto  il calcio” la fa da padrone nel quasi silenzio della curva. Siamo  secondi in classifica perché la sconfitta del “Voltini” ci è costata il  sorpasso da parte del Lumezzane.               
           Ferrario schiera Rollandi tra i pali, Venturi e Turato terzini,  Scotti e Casabianca coppia centrale. In mediana c’è Biagianti con al suo  fianco il neo acquisto Panisson, Coti fa l’esterno e Schiavon il  regista, le punte sono Borgobello ed Inzaghi. Nell’Olbia ritroviamo il  nostro ex Molino ed il novarese Sergio Galeazzi. L’allenatore è Luigino  Vallongo che due anni dopo chiameremo al capezzale di un Novara  agonizzante. Oggi certi pensieri nemmeno ci sfiorano: abbiamo in testa  solo il primo posto. Il Novara parte bene e dà l’illusione che sia una  partita facile. Al 7’ Panisson crossa per Borgobello che viene atterrato  da dietro, la palla arriva ad Inzaghino che fa centro. Gol o rigore?  Nessuna delle due: fuorigioco. L’arbitro dapprima convalida, poi dà  retta al guardalinee ed annulla. Dalla curva si capisce poco eppoi è  troppo presto per arrabbiarsi. Anche perché il Novara che attacca sotto  la Nord ci dà l’illusione di poter passare da un momento all’altro: Coti  crossa per Borgobello che gira debolmente tra le braccia di Falcioni.               
           Ma l’Olbia non sta a guardare e dobbiamo trattenere il fiato quando  il pallone viaggia nell’area di rigore opposta come al 28’ con Bolognesi  che liscia da due passi all’esito di una mischia e. Poco dopo su  combinazione Venturi-Coti Borgobello tenta l’acrobazia: un numero per i  fotografi, ma il pallone non lo prende. S’infortuna Panisson e si  sprecano le battute sul suo cognome che, togliendo una s e trascinando  una c, può rievocare un popolarissimo primo piatto novarese. Il suo  posto è preso da Di Muri. Al 36’ Biagianti ruba palla e manda in porta  Borgobello con un corridoio formidabile, il centravanti azzurro si fa  ipnotizzare dall’uscita di Falcioni.               
           Il secondo tempo è meno bello. E siccome il Novara attacca sotto  l’altra curva abbiamo la sensazione che giochi ancora peggio di quanto  non faccia realmente. Il primo pericolo lo porta l’Olbia con Bolognesi  che tenta un tiro al volo ben assorbito da Rollandi. Poco prima del  quarto d’ora Cellardo paga l’ennesimo fallo lasciando i suoi in dieci  per somma di ammonizioni.               
           E’ qui siamo a tutti gli effetti nel cortocircuito: la partita da  vincere diventa ancora di più partita da vincere adesso che abbiamo un  uomo in più di loro. Il problema è che il calcio non è matematica. Il  Novara sente terribilmente la pressione e comincia a giocare maluccio.  La squadra non ha più la brillantezza delle prime settimane di  campionato e Vallongo è un maestro nella conquista di quegli 0-0 che  pure adesso valgono meno nell’era dei tre punti a vittoria. Dagli spalti  si leva qualche fischio mentre anche noi cominciamo a distrarci con i  risultati del fantacalcio. Entrano Pedretti al posto di Venturi (con  Turato che torna  a destra) e Guatteo al posto di Inzaghi, ma il doppio  cambio non basta a dare la scossa. Lo 0-0 sembra inevitabile e con esso  un’altra terribile delusione. Ma la differenza tra l’avere un Borgobello  in squadra al posto di un centravanti mediocre è che se hai un  Borgobello in squadra sai che lui ti può risolvere la partita in  qualsiasi momento. E così accade a 7 minuti dalla fine: Massimo riceve  palla da Schiavon, dribbla tre avversari in area e spara un gran tiro  sotto la traversa. E’ soltanto il primo centro stagionale per  l’attaccante che ha saltato una fetta di stagione per infortunio, ma è  un centro da tre punti.               
           Il mio umore cambia improvvisamente di colpo, salto in piedi ad  esultare pregustando una domenica sera di gioia. Non me la rovina  nemmeno Di Muri che in pieno recupero va a prendersi un cartellino rosso  evitabile per una polemica con un avversario che fa un po’ di scena.  Anche perché un’altra bella notizia arriva da Solbiate Arno: il  Lumezzane ha perso ed un sofferto 1-0 basta per il risorpasso in  classifica. Rimarrà questa la nostra ultima domenica da soli in testa  prima di lasciare al Lumezzane lo scettro che soffieremo ai bresciani  proprio alla terzultima giornata di campionato. 
 
 Che tempi, che  emozioni!!! 
 
 Massimo Barbero
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